Con le ali ai piedi

Ho una predilezione per questa parte del corpo che ora illustra mirabilmente l’autrice, la radiogiornalista Laura de Luca, nel suo ultimo saggio: Piedi, dell’editore romano Fefè. Originale il tracciato e la didascalia che lo sostiene:

« I piedi degli angeli sono l’immagine della loro agilità e di quell’impetuoso ed eterno movimento che li trasporta verso le cose divine ed è perciò che la teologia ce li ha presentati con le ali ai piedi”.

Un pensiero dello Pseudo Dionigi con cui mi piace iniziare, ma che s’irradia poi a formare tante direzioni nel volumetto indirizzato ad un ipotetico lettore feticista con una sottile ironia per richiamare la loro importanza nella vita della persona umana. Non mancano poesie sull’argomento e disegni firmati  che suscitano curiosità.
Intanto gli argomenti esemplari sono molteplici.

piedi Laura de LucaQuanto poi alla sacralità delle estremità sono del tutto convinta. Forse che a Gesù Cristo, per rendergli omaggio, non si riservava la lavanda dei piedi con aromi e vari unguenti? Essa è infatti un’importante cerimonia d’ogni Pasqua, quando agli ultimi si dedicava  lo stesso atto per far rilevare, la devozione e  la vicinanza. La Maddalena peccatrice lo praticò per confessare il suo pentimento e amorevolmente asciugò con i propri capelli i piedi del Cristo.
Presso i pagani il dio Mercurio era raffigurato con  le ali ai piedi per esprimere la sua agilità e rapidità di giovane pronto a recapitare i messaggi degli dei agli uomini. Mondo antico e moderno hanno sempre  galvanizzato il rapporto cielo-terra per meglio comprendere la missione dell’uomo.

Il paradosso è che essi volgarmente sono stati creati per camminare in terra, ma servono anche per innalzarsi al cielo con uno scatto.
Il mito più singolare però per attestare la presenza dei piedi nel corpo e la loro importanza è quello delle Sirene che in fondo, come la fiaba di Andersen testimonia, desiderano averli per girare sulla terra ed amare. Quanta malinconia nel vivere solo in un mondo fatto di acqua!

Bando ai pensieri negativi. Volgiamoci invece all’oggetto di culto che essi sono diventati nel gioco del calcio dove è premiato e lodato il loro slancio, la sapienza di chi sa imbucare la palla nella porta, meta dei desideri. E così questo novero dei passi è pagato talvolta suon di milioni e vengono decretati vincitori quelli che ne sanno trarre profitto.

piedi Laura de Luca libroIl grande Michelangelo affermava che “il piede umano è un capolavoro d’ingegneria” con la multiforme varietà dei loro movimenti che garantiscono elasticità e prontezza. Ma guai se uno di essi dovesse fallire! Il passo diverrebbe allora come quello degli astronauti nella tuta spaziale sul suolo lunare, impacciato, faticoso, saltellante, brutto.

I cinesi fanno corrispondere alla pianta del piede i punti sinodali di tutti gli altri organi come se essa ne fosse una vera e propria sintesi delle varie funzioni. Non è una semplice fantasia. A pensarci bene essi sono come le radici di un albero che si slancia in alto, ma spesso le loro indicazioni sono ignorate e disprezzate.

piedi Laura de LucaHanno poi un’altra proprietà: lasciano le impronte che sono tracce di presenza su materiali molli destinati a sfaldarsi: sabbia, polvere,fango, neve, segno di una caducità che ci contraddistingue. Come sono strani per esempio i calchi di Ercolano e Pompei nella lava essiccata! Quando li vidi per la prima volta ne restai fulminata, gusci vuoti della vita che intanto era volata via. Mi sembrava che fosse presente.

Andare scalzi è sentire il contatto con la terra, entrare in simbiosi con lei.
Gli emigranti spesso sono scalzi per necessità e il primo regalo che ricevono, quando sono salvi, è un paio di scarpe che li riconcilia con la civiltà. Passano dall’infinito sentire al determinato e chiuso finito.

ali ai piediMa la cosa più bella che i piedi sanno fare è danzare, saper fluttuare con grazia, lentezza o rapidità, nello spazio. Ballare è la poesia delle estremità. Sanno disegnare figure stupende come nel tango, il più sensuale dei balli.

Le scarpe sono segnali di un passo che a volte vuole atteggiarsi ad essere elegante e piano, altre sportivo, pesante e forte.
Spesso le scarpe diventano un simbolo. Vi sarete chiesti perché le scarpe rosse sono diventate il segno della violenza sulle donne? Il rosso è il richiamo del loro sangue versato che grida vendetta e colpisce l’indifferenza ottusa di chi non vuol vedere.

Ecco spiegati i motivi della mia predilezione che poi non è tanto originale, ma conciliante con la loro  funzione che spero sia quella di volermi  sempre sollevare in alto, sempre più in alto.

Gaetanina Sicari Ruffo

***

le ali ai piediPiedi, di Laura de Luca
Fefè Editore
Collana Superfluo Indispensabile / 31
anno 2018
pagine 236
€ 12,00

Le forme, i modi, le variazioni, i vizi, le virtù, le stranezze del piede offrono stimolanti spunti di conversazione ai feticisti così come a chiunque (da Cenerentola a Caravaggio). Il segreto del piede, paradosso sospeso tra invisibilità e passione erotica, è scandagliato con tono ironico nei suoi vari aspetti, dai più omessi ai più citati in letteratura e medicina. Per giungere a capire che così tante cose dipendono dal piede, anche se ce ne dimentichiamo. Ne risulta una miscela di brevi, “lancinanti” frammenti, poesie e citazioni d’autore idealmente destinati a un feticista da parte di una feticista.

Article précédentFulvio Roiter: un rêve en Ombrie. Exposition à l’IIC Paris.
Article suivantGiovanni Boldini. 50 opere su carta.
Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.