La Certosa di San Lorenzo a Padula, provincia di Salerno.

Un posto di primo piano, nella nostra Bell’Italia, spetta certamente alla Certosa di Padula. Uno dei complessi monastici più imponenti dell’Italia meridionale e più grandi d’Europa, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Il Convento sorge ai piedi del paese, in provincia di Salerno, in un angolo del Vallo di Diano, cinto dai monti, attraversato da torri fortificate e ritiri benedettini.

Vista d'insieme della Certosa
Vista d’insieme della Certosa

La pianta della certosa è a forma di graticola, strumento di martirio di San Lorenzo, la cui vita è ricordata nei bassorilievi inseriti in una delle porte d’accesso alla Chiesa.

certosa-di-padula.jpg

La costruzione, iniziata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, Conte di Marsico, si protrasse fino ai primi decenni dell’Ottocento, assumendo lo stile sostanzialmente barocco. Nel’600 ebbe il suo periodo di massimo splendore, protetta da Papi e regnanti. L’edificio occupa un’area di 42 mila metri quadrati, di cui 32 mila abitabili, 320 camere, 13 cortili, 500 porte, 550 finestre, 41 fontane e 51 scale; tra le quali la più famosa è l’elegante scala elicoidale costruita da Gaetano Barba nel’700. È composta da trentotto gradini monolitici che, aprendosi a ventaglio, conducono all’antisala della biblioteca.

La famosa scala elicoidale

 

Dal Chiostro grande, oltre 15 mila metri quadrati, formato da 84 archi si passa alla Cappella San Giorgio con affreschi del’700. Oltre all’aspetto e alle dimensioni, il Convento vanta un passato stupefacente.

Nel 1535 ospitò l’imperatore Carlo V; per lui e per il suo seguito i monaci prepararono, nella cucina affrescata e maiolicata con colorate « riggiole », una pantagruelica frittata con mille uova.

Cucina della Certosa di Padula
Cucina della Certosa di Padula

Soppresso dal Governo Napoleonico, che alloggiò nell’edificio ventimila soldati, l’Ordine Certosino risorse con i Borbone e scomparve nuovamente nel 1866. Durante le guerre, la Certosa fu adibita a campo di prigionia. Nell’agosto del 1943 vi s’insediò l’Intendenza della Settima Armata e ad ogni ufficiale del comando fu assegnato come alloggio una cella che prima aveva accolto dei prigionieri inglesi.

All’interno della Chiesa, molto belli il Coro dei Laici e quello dei Padri. Di notevole interesse l’altare maggiore per gli intarsi di madreperla e per gli eleganti mosaici che lo ricoprono.

A destra dell’altare si aprono quattro cappelle intercomunicanti, rifatte nel ‘700, ricche di opere d’arte, soprattutto sculture. Su di esso inoltre si trovano tele che raffigurano momenti della vita di San Lorenzo e di San Brunone. Fornitissima la Biblioteca con testi antichi; alle pareti tele settecentesche di Giovanni Olivieri, raffiguranti scene allegoriche dell’Aurora e della Sapienza. Nella sagrestia, della seconda metà del Seicento, una massiccia porta di legno intagliato.

I padri certosini conducono vita eremitica, attendendo alla preghiera, allo studio ed al lavoro manuale; s’incontrano solo per recitare l’ufficio in coro, per cibarsi ed una volta la settimana per la ricreazione. I frati oltre che per la loro edificante vita, divennero famosi per un rosolio « chartreuse », preparato con maestria e con erbe segrete aromatiche e per un panforte preparato secondo un’antica ricetta.

Certosa deriva dal francese « chartreuse », nome di una montagna nei pressi di Grenoble. L’Italia può vantare altri insigni monasteri, costituiti da una chiesa contornata da celle indipendenti, dotata ciascuna di un piccolo orto-giardino. Ogni cella è composta di due stanzette, un laboratorio ed una legnaia.

Celle indipendenti
Celle indipendenti

Le più celebri da ricordare : quelle di San Martino di Napoli, di Capri, di Chiaravalle, di Collegno, fondata nel 1649; Firenze, eretta da Niccolò Acciaiuoli; di Ferrara, ora grandioso cimitero; di Bologna del 1334. Famose in tutto il mondo, le Certose di Pavia, Parma e Calci.

Quella di Pavia è uno dei complessi monumentali della Lombardia, voluta da Gian Galeazzo Visconti nel 1300. La Certosa di Parma, a circa quattro chilometri dalla città, risale alla fine del 1200, ma è stata molto rimaneggiata nei secoli successivi. Di notevole interesse la chiesa seicentesca, con pregevoli affreschi. Infine la grandiosa Certosa di Calci.

Sorge a poca distanza da Pisa. Fondata nel 1300 nei secoli 600/’700 fu completamente ricostruita. La sontuosa facciata è del 700 e si apre sul gran cortile. All’interno la chiesa barocca, affrescata. Il chiostro, seicentesco, con una fontana al centro e il piccolo chiostro capitolare è del 1400.

Tornando a Padula, il borgo è diviso in due nuclei: medievale e seicentesco. A poca distanza dalla Certosa il Museo archeologico della Lucania occidentale e la Chiesa dell’Annunciata con l’ossario dei Trecento di Pisacane che la spigolatrice aveva visto sbarcare a Sapri. Nel 1967 fu girato il film di Francesco Rosi, « C’era una volta ». Per tema Sophia Loren (fanciulla povera) doveva preparare per il principe (Omar Sharif) una frittata di mille uova…

Per gli appassionati del noir, la tomba di Joe Petrosino.

Ottima la cucina cilentana.

Mario Carillo

(foto del portfolio ©Altritaliani)

Article précédentMaison de l’Italie – Cité universitaire – Evénements de mai 2019
Article suivantYari Selvetella in Missione Poesia con il romanzo Le stanze dell’addio
Mario Carillo
Mario Carillo, iscritto all’ordine dei giornalisti della Campania. Prime esperienze alla Redazione napoletana del Giornale d’Italia di Roma, Agenzia Radiostampa, Agenzia NEA, collaboratore fisso da Napoli per il Secolo XIX di Genova, collaboratore del giornale Il Roma di Napoli, Il Gazzettino, Il Brigante, Albatros magazine, Altritaliani.net di Parigi, responsabile napolinews.org, socio Giornalisti Europei, Argacampania (giornalisti esperti agroalimentare).

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.