Viva la Franca. Il secolo lieve della Signorina Snob, di Aldo Dalla Vecchia

A Franca Valeri, “tesoro nazionale italiano”, 100 anni di auguri, il 31 luglio!! In occasione del suo centesimo compleanno, il libro, fresco di stampa, di Aldo Dalla Vecchia (Graphe.it edizioni) ripercorrere la sua carriera irripetibile in molti ambiti diversi: radio e teatro, cinema e televisione, opera lirica e letteratura, rimanendo sempre unica e inimitabile. Ecco a voi la recensione di Armando Lostaglio.

Il #DavidSpeciale2020 va a #FrancaValeri, che ha rivoluzionato la comicità e l’immagine femminile dal secondo dopoguerra. Il riconoscimento le è stato assegnato durante la cerimonia del 8 maggio su Rai1

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Ciao Cretinetti, Franca Valeri, Milano”. È questo l’epitaffio con il quale la Franca salutò a suo modo (sul Corriere della Sera) la dipartita di Alberto Sordi, nel febbraio del 2003. La battuta del Cretinettiormai un cult, da lei coniato – è tratto dal capolavoro di Dino RisiIl vedovo” del 1959 che li vede protagonisti impareggiabili. Entrambi quest’anno sono centenari, entrambi con moto proprio hanno scritto e decantato le pagine più belle ed amare del secolo scorso. Di Sordi si è magnificato lo scorso giugno la sua nascita; il centenario della brillante Franca Valeri si celebra il 31 luglio.

Franca Valeri con Alberto Sordi in una scena del film Il Vedovo di Dino Risi (1959)

Lei è con noi, candidamente, con quella verve satirica che caratterizza da sempre la sua straordinaria arte: donna di spettacolo a tutto campo, attrice e sceneggiatrice in teatro e nel cinema, scrittrice, appassionata di opera lirica cui si è dedicata anche alla regia; caratterista in televisione (quella cui val sempre la pena elogiare), inventrice di personaggi di satira del costume come della politica, riletti con eleganza mutevole e mai volgare. Venature tuttora rintracciabili in attrici come Sabina Guzzanti (se ne sente allieva), nella compianta Anna Marchesini, e vagamente in Virginia Raffaele.

Franca Valeri 100 compleanni

E per celebrare il centenario della Franca, (all’anagrafe Franca Maria Norsa) diva senza tempo, “tesoro nazionale”, sarebbe importante che le massime Istituzioni se ne ricordassero. Lo ha fatto Aldo Dalla Vecchia che, per i tipi di Graphe.it, ha appena dato alle stampe Viva la Franca – Il secolo lieve della Signorina Snob. Un pamphlet che chi è innamorato di arte, chi fa della cultura un momento essenziale di conoscenza, non può fare a meno di leggere. Nella sua scorrevolezza, ricca di note e citazioni anche da altri testi a lei dedicati, l’autore ci conduce nei meandri della vita artistica della Valeri, delle sue caparbie incursioni in un mondo che vedeva non solo nel divismo il massimo della sua rappresentazione, ma sapeva pure cogliere l’intelligenza, la satira, i graffi garbati di una signora perbene, che è emersa e si è imposta fin dalle sue prime apparizioni.

Il teatro, certo, è stato il suo plasma. Il suo esordio milanese è nel 1947 con il personaggio di Lea Lebowitz, una ebrea innamorata del rabbino. Più tardi entrerà a far parte della compagnia del Teatro dei Gobbi, dove esordirà nel 1949. La sua biografia ci lascia scoprire nell’albero genealogico la presenza di un’attrice vissuta nel XVIII secolo, di nome Fanny Norsa. Un dna che profuma di arte scenica. E pure di origine ebrea, assoggettata alle famigerate leggi razziali, cui scampò per forza del destino: quel turpe incidente della storia ci avrebbero privato, sciaguratamente, di uno dei massimi ingegni della scena e della cultura.

Il libro di Dalla Vecchia, come in un racconto per immagini, si introduce con un verso eloquente di Alberto Arbasino che dice: In fondo a noi basta dire “la Franca” ed è tutta una cosa di ghiottonerie e delizie, che viene in mente subito.

I suoi tre massimi personaggi rimangono nell’immaginario collettivo: la Signorina Snob, Cesira la manicure e la Signora Cecioni. Il telefono di Franca diventa l’oggetto di culto di quelle generazioni, ansiose di comunicare, e la televisione ne catechizza il ruolo sociale. Una tv di magnifici eroi che questo libro evidenzia: Gino Bramieri, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Paolo Panelli e Bice Valori, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Delia Scala e Modugno, le provocanti gemelle Kessler, Lauretta Masiero e Raffaele Pisu, Walter Chiari e Mina fino a Gabriella Ferri e alla Carrà; diretti da un regista impareggiabile come Antonello Falqui. Gli sceneggiati televisivi che esordiranno nel 1954 con Osteria della Posta di Goldoni, e quindi Eduardo. I Carosello della sera, veri e propri cortometraggi, cui si cimentarono attoroni come Dario Fo e Vittorio Gassman, Tino Scotti ed Ernesto Calindri, registi come i Fratelli Taviani, Luciano Emmer, Ermanno Olmi e Sergio Leone. Insomma una tv che forgiava talenti. E la Franca, con la sua ironia amplificata da geni come Vittorio Caprioli (il marito) e Luciano Salce, campeggiava anche sul grande schermo.

Franca Valeri, la signorina snob

A partire da Luci del varietà di Fellini e Lattuada, Il Vedovo (citato), Il segno di Venere (al fianco della prorompente Sophia Loren), Parigi o cara (che impressionò a Venezia il cineasta francese René Clair). Persino con la parodia bertolucciana di “Ultimo tango a Zagarol” con Franco Franchi, che tanto divertì Robert De Niro. Ma il suo cinema finirà negli anni ’80. E pure la televisione, cui apprezzerà l’estro di tre giovani come Gloria De Antoni, Oreste De Fornari e Daniele Luttazzi (purtroppo messi troppo presto in quarantena) che le – a suo dire – ricordano l’esperienza dei Gobbi. Tuttavia, perdureranno tutte in un unicum di prove ben riuscite riuscite per Franca. Il teatro e la scrittura rimarranno riscontri tangibili sia da intellettuale che di attrice.

Ci piace chiudere questo breve percorso con Franca, mediante questo verso indicativo del suo pregio:
La maleducazione è arrivata molto in alto. La nostra freddezza li ha lasciati lavorare. Adesso la ribellione spetta a noi. Non si era mai visto nella storia: la rivoluzione degli educati…” È un testamento limpido e lungimirante, scritto da una acuta osservatrice dei tic nostrani, in uno dei suoi libri (una quindicina) più amati: “Bugiarda no, reticente” (Einaudi, 2010) come la qualificava sua madre. Uno scatto di indignazione occorrerebbe, da parte di persone educate, avvezze al rispetto delle regole, o almeno tendenti ad esse.

Ennesima lezione: dobbiamo molto a Franca Valeri. Lei ci ha donato molto. Buon centenario, lunga vita a Franca.

Armando Lostaglio

Adriana Asti e Franca Valeri, insieme al regista lucano Rocco Talucci alla Festa del Cinema

Il libro:
Aldo Dalla Vecchia
VIVA LA FRANCA
Il secolo lieve della Signorina Snob
Graphe.it edizioni
In libreria il 26 giugno
Pagine 80, prezzo 8,00 euro

Scheda del libro sul sito dell’editore

ALDO DALLA VECCHIA (Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da oltre trent’anni. Ha firmato programmi come Target e Verissimo, e ha collaborato con Corriere della Sera e TV Sorrisi e Canzoni. È il coordinatore editoriale di Mistero Magazine. Tra i suoi libri ricordiamo il romanzo Rosa Malcontenta, il giallo Amerigo Asnicar giornalista e la raccolta di interviste Specchio segreto. Con la Graphe.it edizioni ha pubblicato Mina per neofiti e Vasco l’investigacane.

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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