Sculture in legno medioevali nella penisola sorrentino-amalfitana.

La Campania è una regione ricchissima di sculture in legno d’età medioevale; forse persino più dell’Abruzzo. Il libro che qui vi segnaliamo è un’interessante ricognizione nel campo dell’arte di Pierluigi Leone de Castris legata al campo delle sculture in legno medioevali in penisola sorrentino-amalfitana, corredata da 148 illustrazioni a colori. Il volume è stato pubblicato dalla Nicola Longobardi Editore con la prefazione di don Pasquale Vanacore, delegato per i Beni culturali dell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare.

Otto i capitoli attraverso i quali si snoda la ricerca, la quale parte dallo studio delle sculture lignee in Campania agli inizi del Trecento per protrarsi alle testimonianze della costiera amalfitana, a quelle della penisola sorrentina fino alle questioni inerenti fino ai capolavori degli inizi del Quattrocento.

Immagini legate soprattutto ai Crocefissi, alle Madonne ed i rapporti con la cultura gotica europea di tale periodo. Il presente lavoro amplia una precedente ricerca dello stesso de Castris Arte di corte nella Napoli angioina, opera che rappresenta una pietra miliare soprattutto per chi è interessato a seguire i percorsi dell’arte di un’epoca particolarmente felice per il Mezzogiorno d’Italia.

Crocifisso ligneo proveniente dal Monastero di San Nicola de Miri Gragnano

Le sculture analizzate nell’opera, riferisce il prefatore, sono soprattutto oggetti sacri e per comprenderle integralmente non basta studiarle solo dal punto di vista tecnico, ma capire lo scopo per cui esse furono realizzate, e cioè quello di sostenere la preghiera dei fedeli, che si materializzano nelle immagini di Cristo, della Madonna e dei Santi, attraverso un manufatto che pur non possedendo la misticità di un dipinto, soddisfano l’umano bisogno di osservare e toccare con mano il “Divino”.

Ecco perché il reale valore di queste immagini va ben oltre quello artistico e storico, perché sono l’espressione viva di un contenuto di preghiere di intere generazioni di fedeli, testimonianza perenna dell’avvicinarsi dell’uomo alla fede, patrimonio per chi crede, ma soprattutto per chi, pur arrovellandosi nel dubbio, è parte integrante nella divina credenza.

Un censimento puntuale e preciso di tutte queste sculture non è mai stato fatto, ma è stato valutato che il numero sia prossimo al centinaio, un numero molto alto che colloca la Campania fra le regioni italiane più ricche di questo genere di prodotti. Il fatto poi che la produzione di sculture medioevale in legno in questo territorio sia un fenomeno meno noto rispetto ad altre regioni, quali Umbria e Toscana, deriva dal relativo disinteresse degli studi recenti per questo tipo di manufatti.

Recensione di Raffaele Bussi

 
IL LIBRO:
DI PIERLUIGI LEONE DE CASTRIS
SCULTURE IN LEGNO MEDIOEVALI NELLA PENISOLA SORRENTINO-AMALFITANA
Castellammare di Stabia, Nicola Longobardi Editore
Anno 2019, Euro 30,00 – 148 illustrazioni a colori
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DESCRIZIONE:
« La Campania è una regione ricchissima di sculture in legno d’età medioevale; forse persino più dell’Abruzzo – la cui produzione di statue lignee intagliate è per altro molto meglio nota e studiata – e per certo assai più di tutte le altre regioni (…) La ricerca che qui si propone non è certo la risposta a queste lacune; piuttosto un’altra tappa di questo percorso. Si è scelto di lavorare su un territorio abbastanza circoscritto, non su tutta la regione, e nemmeno su Napoli – che fra tutti i centri è quello più indagato -, ma invece su un’area molto vicina a Napoli e insieme a Salerno, che è ancora molto ricca – lo vedremo – di sculture in legno e che sin qui non è stata però ancora indagata come invece meriterebbe, l’area della Costiera, sia nel suo versante sorrentino, sia in quello amalfitano (…). Le sculture in legno intagliato e dipinto – sebbene nel recente passato e ancor oggi talora trascurate nel loro valore storico e culturale per la loro conclamata e prevalente natura di simulacri della devozione – possono contribuire, insieme con le architetture, i dipinti, le oreficerie o le sculture in pietra o in marmo, a restituirci questo spaccato così lacunoso e però così ricco di vita religiosa, sociale, e allo stesso tempo di vita artistica e produttiva, che dové animare i centri della Costiera in età sveva ed angioina. Lo scopo dei capitoli che seguono è quello di recuperarne – luogo per luogo – gli esempi ancora esistenti e di ricostruirne i caratteri ed eventualmente i legami reciproci dentro il quadro più complessivo della scultura lignea campana e meridionale. »

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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