Quanti passi per fare un governo.

E quanti passi ci vogliono per formare un governo!? Ha iniziato Berlusconi quando ha fatto un passo di lato per consentire alla formazione del contratto Salvini e Di Maio e cosi il primo ha fatto un passo avanti e il PD, che trattava malvolentieri con i grillini, considerati più di sinistra (sic), ha fatto a sua volta un passo in dietro. Mattarella ha chiesto allora di fare dei passi avanti perché il tempo stringe e le incombenze incombono!
Ratti i vincitori hanno presentato al Capo dello Stato una bozza d’accordo. Ma si fa cosi? No!

Ed ecco che dopo aver richiesto all’Europa, di depenalizzare 250 miliardi di debito pubblico, con conseguenti risa delle istituzioni europee ed aver paventato un referendum sull’Euro e spaventato i mercati, i nostri eroi, hanno fatto un passo in dietro, contrordine compagni! Ma no, mi sbaglio quelli erano altri tempi ed altri statisti.
Finalmente i due leader vincitori hanno fatto un passo in dietro e concluso il contratto, rinunciando alla Presidenza del consiglio hanno nominato uno sconosciuto Prof. Conte che sarà il portavoce, pardon il capo del governo.

passiMa ora in questo minuetto di passi, se vogliamo essere più nobili, in questo saltarello di passi se vogliamo invece essere più popolari o populisti, si chiede a Mattarella di fare un passo di lato, e di accettare una cosa che fa a pugni (o meglio a calci) con la nostra Costituzione e la nostra storia Repubblicana. Del resto per il reddito di cittadinanza i grillini già stanno facendo veloci passi in dietro come del resto la Lega con la sua flat tax.
Di Maio leggedro fa passi di danza, nel suo incedere cascano a pioggia dalla sua sorridente bocca i congiuntivi, eppure si comprende lo stesso come da un passo all’altro possa saltare dall’antieuropeismo all’essere l’europeista più convinto di tutti e poi piroettando passa dal PD alla Lega, tanto che fa? Tutto fa brodo, come diceva una pubblicità che sicuramente conosceva anche il suo consigliere Casalino, già creatore di un programma di successo…no, non di governo, il programma di successo era più banalmente il televisivo: “Grande fratello”. Ah questo Orwell, inaugurato dal Berlusca nei suoi venti anni d’oro e ora proseguito dal leggiadro fanciullo.

Salvini fa passi marziali, direi dell’oca, raccogliendo il batti mano dell’amichetta Le Pen e in tanto lo spread sale, la borsa scende e tra un passo avanti, uno di lato e uno in dietro, sul ponte sventola bandiera bianca.

Mattarella fa i passi che puo, potrebbe ne farebbe uno doble, che poi è una finta, oppure farebbe la mossa (che poi è sempre un passo) del cavallo per saltare gli ostacoli, ma in questo sfacelo lui è l’ultima istituzione che ancora resiste ad una cultura del disfacimento istituzionale, che nessuno ha osato scoraggiare e quindi eccoci qui ed un governo bisogna pur farlo, mi chiedo ma come siamo arrivati a questo punto?

balletto

Passo dopo passo il paese, preda delle sue paure, delle sue nevosi, delle sue post-verità, invece di andare avanti è andato in dietro, un generale immenso passo del gambero, e cosi dopo aver sfiorato la modernità, eccoci con la regola del batto 4 (quattro dicembre 2016 e poi 4 marzo 2018), a ritrovarci sovranisti, chiusi nel nostro mondo, sempre più privi d’identità e di futuro, pronti ad essere emarginati dall’Europa, a diventare per gli altri la solita barzelletta. Gli italiani all’estero già immaginano il clima tra qualche mese, quando ritorneranno le ironie o le pacche sulle spalle come a dire: “Coraggio su…è la vostra natura”.

E il cambiamento? E la rivoluzione? Quel genio di Leo Longanesi a proposito disse: “In Italia non si puo’ fare la rivoluzione perché ci conosciamo tutti”.

Mi chiedo ancora: Come siamo arrivati a questo punto? Non è che gli italiani votando hanno fatto un passo falso?

Veleno

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