Pedro Almodóvar, Leone d’oro alla carriera a Venezia 76.

Grande cinéphile e grande regista spagnolo, Pedro Almodóvar è quest’anno il Leone d’oro alla carriera alla 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Il prestigioso e mitico premio gli è stato consegnato in apertura di cine-festival.
Nella foto è ritratto a Cannes 2019, con una delle sue attrici-feticcio, Penelope Cruz ed il suo alter ego specie nell’ultimo film, Dolor y Gloria, – come Mastroianni lo era per Fellini – Antonio Banderas.

Almodovar compensa così la ‘delusione’ della mancata Palma sulla Croisette.
Ma felice di questo più che giusto riconoscimento arrivato, lui ancora relativamente giovane, ha ammesso di “… esser molto emozionato e onorato per il ‘regalo’ di questo Leone d’oro. Bellissimi ricordi mi legano alla Mostra del Cinema di Venezia. Il mio debutto internazionale ebbe luogo lì, nel 1983, con L’indiscreto fascino del peccato. Era la prima volta che uno dei miei film usciva dalla Spagna. E’ stato il mio battesimo internazionale ed è stata una meravigliosa esperienza, come lo è stata il mio ritorno con Donne sull’orlo di una crisi di nervi nel 1988. Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”.

Battute ironiche piene di commozione da parte di un cineasta davvero a tutto tondo: grande conoscitore e cultore del cinema di tutti i tempi, il re della cultura cinematografica della movida, non perde occasione per omaggiare, in tutte le sue pellicole, i grandi classici che l’hanno preceduto, da Manckiewicz a Capra, da Fellini ad Antonioni.
E le sue attrici-feticcio, Carmen Maura, Victoria Abril – oltre alla Cruz – son la divina rappresentazione del suo amore sempre dichiarato per le Donne in generale, le grandi Attrici e Dive del passato e, soprattutto, sua madre, cui lo legava un sentimento solo paragonabile, forse, a quello che legava Pasolini all’adorata madre Susanna.
Anche Barbera ha sottolineato questo suo tratto peculiare, dicendo, tra l’altro:
“…da non dimenticare che Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante”.

Poi Almodóvar ha voluto parlare ancora, affrontando le molte questioni che riguardano il suo cinema, le sue influenze, la sua cifra stilistica.

Partendo dagli elementi autobiografici del nuovo film Dolor y Gloria, il regista si è soffermato sul tema del desiderio che percorre la sua intera produzione e che ha costituito fin dall’infanzia uno dei motivi di fascinazione verso il cinema. Tra le fonti di ispirazioni più importanti Almodóvar ha elencato molti autori del cinema italiano, definendolo “il migliore al mondo fino agli anni Settanta”. Per quanto riguarda il cinema spagnolo, Almodóvar ha raccontato come gli anni Sessanta rappresentino per lui la stagione più interessante della produzione cinematografica iberica. Alcune pellicole della sua rassegna come Peppermint Frappé (Frappé alla menta) del 1967 di Carlos Saura e El Verdugo (La ballata del boia) del 1969 di Luis García Berlanga sono per Almodóvar “veri gioielli sconosciuti al di fuori della Spagna”.

I film di Almodóvar hanno veramente saputo celebrare l’identità femminile come elemento “generatore di idee, sentimenti, verità, bellezza e rifugio”.

M. Cristina Nascosi Sandri

P.S.: I lettori interessati possono scaricare la dichiarazione ufficiale di Pedro Almodóvar, un documento mandatoci dall’Ufficio stampa della Biennale del Cinema di Venezia: CS Dichiarazione di Pedro Almodóvar

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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