Lucia Bosé, l’antidiva italiana dai capelli turchini è scomparsa oggi.

« Non mi piace guardarmi alle spalle.
Ho vissuto momenti deliziosi ed ho anche sofferto
molto, però entrambe, allegria e tristezza, le prendo per buone.
In fondo le risa ed il pianto di quei giorni
han formato la persona che sono oggi ».

Lucia Bosé, classe 1931 milanese, vedova del mitico torero Luis Miguel Dominguín, madre di Miguel Bosé, Paola e Lucía Dominguín, è morta oggi a Segovia all’età di 89 anni a causa di una polmonite da coronavirus.

« Ya está en el mejor de los sitios – Lei è già nel migliore dei posti” – così lo ha annunciato con melanconica tristezza su Instagram il figlio, Miguel Bosé.

Era stata ‘scovata’ per caso, come nelle migliori ‘abitudini’ attoriali, da Luchino Visconti nella famosa pasticceria Galli di Milano, dove a 15 anni lavorava come apprendista che le aveva preannunciato un futuro da ‘animale cinematografico’…

E così fu, in parte.

Quel lavoro, aveva confidato nelle varie interviste, mi aveva conquistato, ma solo a metà.

Un trampolino di lancio, per lei che veniva da una famiglia dalle tradizioni molto severe fu il vincere, nel 1947, il concorso di Miss Italia, sbaragliando super maggiorate – in quel dopoguerra così di…moda – come Gianna Maria Canale, Gina Lollobrigida (classificate rispettivamente seconda e terza), Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago. Ebbe così inizio quel ‘lavoro a metà’ con il debutto sul grande schermo nel ’50, con Non c’è pace tra gli ulivi, un film del periodo neorealista di Giuseppe De Santis, ottimo collaboratore alla sceneggiatura tra gli accreditati per Ossessione, uno dei primi capolavori di Luchino Visconti. Ma l’inizio ufficiale è con Michelangelo Antonioni, con cui ebbe una relazione, che la volle come protagonista, insieme con un magnifico Massimo Girotti – lo stesso di Ossessione – per il suo lungometraggio di esordio, Cronaca di un amore, nel 1950, e sul set la schiaffeggiò solennemente: “…e fece bene a darmelo – aveva ammesso in un’intervista, molti anni più tardi. Poi Michelangelo la ri-volle, tre anni dopo, sempre nelle vesti sofisticate di protagonista, per La signora senza camelie cui seguì la sua partecipazione a Gli sbandati di Francesco Maselli, menzione d’onore alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. 

Lucia Bosé a Ferrara, Cronaca di un amore di Antonioni

Fu poi la volta di Luciano Emmer e le sue pellicole Parigi è sempre Parigi, del 1951 e Le ragazze di piazza di Spagna, del 1952 ed una serie di film girati con Walter Chiari, con cui visse un lungo fidanzamento prima di convolare a giuste (e turbolente) nozze con il torero spagnolo Dominguín che la condurrà, dopo il 1955, ad un ritiro temporaneo dalle scene.

Da quel matrimonio, durato poco più di un decennio, nasceranno Miguel, Lucia e Paola. Dopo il divorzio Lucia torna, in parte, sulle scene.

Ho poi voluto vivere la mia vita, che mi piace moltissimo, specie la mia solitudine, che adoro” – aveva confessato e le visse, tra mondanità e politica, anche!!

Era stata amica persino di Ernest Hemingway e di Pablo Picasso.

Così lavorò tra Spagna, la sua seconda patria e dove è rimasta fino all’ultimo, Francia e Italia. Tra i suoi registi Buñuel, Cocteau, Federico Fellini (Satyricon), i Fratelli Taviani (Sotto il segno dello scorpione), Marguerite Duras (Nathalie Granger), Francesco Rosi (Cronaca di una morte annunciata), Roberto Faenza (I viceré), Ferzan Ozpetek (Harem Suaré).

Circa vent’anni fa, questa fata dai capelli turchini, post-litteram e fuori dal tempo e dalle righe, che era divenuta anche fotografa, aveva realizzato un suo antico sogno, l’apertura di un museo, il primo, dedicato agli angeli del mondo, nella cittadina di Turégano, vicino a Segovia. L’istituzione, ad oggi, conserva più di ottanta opere di artisti contemporanei di diversi Paesi, oltre a varie sculture ‘angeliche’.

L’ultima apparizione in Italia della Bosé è stata lo scorso autunno alla Festa del Cinema di Roma dove l’attrice venne come ospite per presentare la sua biografia scritta da Roberto Liberatori per i tipi delle Edizioni Sabinae – lo stesso autore di quella di Massimo Girotti, partner di Lucia in Cronaca di un amore, come già detto, non a caso…

di Maria Cristina Nascosi Sandri

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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