L’Italia torna ad investire nella Cultura: approvato il decreto-legge del governo Letta.

Buone notizie sul fronte dei Beni Culturali. Però c’è voluto lo scandalo mondiale per i crolli di antiche strutture e l’abbandono evidente, la protesta internazionale, la ripugnanza espressa su tutti i media possibili, l’indignazione urlata in molte lingue nelle file di turisti lasciati ad arrostire al sole davanti all’unico sportello di biglietteria oppure bloccati dall’ennesima “assemblea sindacale” che di sindacale non ha proprio nulla. E c’è voluto addirittura l’ultimatum dell’Unesco, 30 giugno scorso, che ha minacciato di retrocedere il sito nella lista nera dei monumenti a rischio dopo la promozione a “patrimonio dell’Umanità” del 1997.

Stiamo parlando di Pompei, proprio del sito archeologico, della città morta più viva e visitata del mondo (circa tre milioni di ingressi l’anno), sepolta e conservata dalla montagna di cenere pomici lapillo e fango precipitata dai fianchi del Vesuvio dopo una tremenda esplosione. Niente lava, nessuna colata del liquido fuoco che non ci avrebbe fatto trovare un bel nulla, in quel terribile 24 agosto del 79 dopo Cristo, primo anno di Tito imperatore.

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E stiamo parlando del decreto-legge sulla cultura con il quale il governo italiano presieduto da Enrico Letta segna finalmente una inversione di tendenza dopo gli scandalosi anni berlusconiani nei quali il ministro dell’economia Tremonti (Lega Nord) si permise di dire che “con la cultura non si mangia” (effettivamente la Lega Nord di Bossi e poi di Maroni ha ampiamente dimostrato che con la Cultura ha ben poco a che vedere).

Il decreto (che il parlamento dovrà convertire in legge entro tre mesi) stabilisce che Pompei ed Ercolano avranno una Soprintendenza speciale autonoma, e che per gestire i 105 milioni di euro (aumentabili anche con donazioni private italiane e straniere) destinati ai tanto attesi restauro e valorizzazione.

Nel decreto c’è anche l’autonomia per un altro grandioso monumento, meno antico ma pure frequentatissimo, la settecentesca reggia di Caserta, voluta dal primo re Borbone di Napoli, don Carlos (poi Carlo III re di Spagna, avo dell’attuale sovrano Juan Carlos).

Il ministro Massimo Bray

Il ministro Massimo Bray ha fatto notare che è la prima volta dopo 30 anni che un governo italiano fa una legge sui Beni Culturali (c’è da vergognarsi…!), ed ha annunciato che dal 2014 l’introito dei biglietti in tutti i Musei italiani resteranno ai Musei stessi (e qui ci vuole un altro “finalmente, era ora!”), mentre da dieci anni se ne appropriavano le Finanze statali.

Con la Cultura, arriva anche occupazione: per inventariare e digitalizzare Beni Culturali in tutta Italia si comincia con 500 giovani laureati di Puglia, Campania, Calabria e Sicilia che avranno un contratto per 12 mesi, un piano che progressivamente sarà esteso in tutta Italia.

Eleonora Puntillo

da Napoli

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