È la realtà? Non m’interessa!

Gli italiani hanno dimostrato di essere più forti della realtà. Visti i risultati governativi degli ultimi anni, che per amor di patria non ripeto, ci si sarebbe aspettati alle urne conferma con ringraziamento, perlomeno dell’attuale, come si dice pomposamente, quadro politico.
E invece no! Le forze governative, pur avendo salvato il paese dal fallimento ed averlo riportato sui binari della crescita, sono uscite con le ossa rotte e a vincere sono stati i populisti (ormai possiamo chiamarli con fierezza cosi). Gli analisti politici che spesso sono bravi solo a leggere i fatti e non a prevederli, ci hanno spiegato che anche se la realtà era così, il popolo era rancoroso e quindi ha votato cosà.

La fine della realtà è stata salutata da certi italiani elettori, probabilmente con un sospiro di sollievo, anche perché la realtà include un senso di autorità e chi la espone rischia di essere autorevole (una vergogna, di questi tempi). Lo scienziato Burioni, che temo da ora sarà bandito dalle televisioni, indefesso difensore dell’utilità dei vaccini, ha osato sostenere che la Scienza non è democratica, e che non è possibile mettere ai voti la indiscutibilità di un dato scientifico. Lui è un esperto ed è pure autorevole. Il punto è che i miei compatrioti, in buona parte non amano le autorità e tanto meno gli esperti, specie se raccontano una realtà che non piace o che peggio si scontra con gli interessi particolari di ciascuno.
Insomma, non conta più il dato matematico, scientifico, il riscontro statistico (si parla di scienza delle statistiche, ricordiamocelo), ma quella che, comunemente e sobriamente, è chiamata post-verità, sto a dire che quello che io percepisco come realtà, conta più della realtà stessa.

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Conciossiacosaché, d’ora in poi, ogni cosa è opinabile. I fatti lo dimostrano. Ci sono certi papà, belli robusti, che contestano le valutazioni che i professori riservano ai figli: “Sig. Tizio, ho messo quattro a suo figlio perché non studia mai e guarda sempre il telefonino senza ascoltare le spiegazioni in classe”. E il papà furente: “Professore, ma come si permette! Mio figlio è intelligente! Non a caso è figlio a me! Lei gli dà quattro e io le do quattro schiaffi!

Naturalmente, cosa volete farci, se non c’è realtà, non c’è nemmeno l’autorità che la rappresenta e quindi, il povero insegnante si tiene gli schiaffi e la scuola va avanti: “The show must go on”, meglio chiarire (viste le attuali scuole, dove bocciare è ritenuto un crimine) che vuol dire: “Lo spettacolo continua”.
Per tanti nostri elettori non ci sono specialisti che tengano . Si mette l’obbligo della vaccinazione? “Orrore, questa è un’imposizione per favorire le case farmaceutiche, ci rifiutiamo o se preferite all’iscrizione a scuola dichiareremo il falso…tanto la realtà è opinabile”. Cosi dichiarano quelli che a questo punto non credono più all’autorità terza della scienza.

Una nota commedia di Peppino De Filippo, commediografo napoletano, fratello del più noto Eduardo, si chiamava: “Non è vero ma ci credo”, oggi è vero il contrario: “E’ vero ma non ci credo.
Cosi facendo gli italiani si liberano anche di un fardello che da sempre gli dà un fastidio enorme, sta a dire che si liberano della responsabilità. Se uno picchia una donna potrà dire che quegli occhi tumefatti, le labbra gonfie, il naso rotto, non sono dovuti a lui, ma alle sue mani e che è tutto da dimostrare, ma la realtà è indimostrabile, che lui abbia voluto quell’effetto.

Si potrà negare il risultato di ogni evento. Il pallone era in rete? Ma ora non lo è più! Chi mi dice che gli eventuali filmati che mostrano la palla in rete non siano artefatti?
In una scuola di Lucca, alcuni ragazzi hanno villaneggiato, offeso, umiliato, un professore che, evidentemente persa ogni autorevolezza in un paese abituato ad svillaneggiare anche le più alte cariche dello stato, per vergogna non ha denunciato l’accaduto. Naturalmente, i ragazzi sono stati poi, scoperto il misfatto, perché da loro diffuso su Facebook, appena appena sospesi, mentre andrebbero espulsi da tutte le scuole della Repubblica. Ma questa è la realtà di oggi. La realtà o post-verità?

BurioniÈ cosi, gli italiani per natura non sono responsabili. C’è sempre un complotto alle spalle, una famelica combriccola che carpisce e muove la nostra innocenza. Le Brigate Rosse? Non erano loro, c’era un grande vecchio, qualcuno arrivo’ finanche ad accusare La Malfa. Si sono salvate le banche dal fallimento? Non è per salvare i risparmiatori e quei poveri fessi che lavorano dietro gli sportelli, ma è per salvare la finanza internazionale, quei maledetti squali che hanno gli sghei.
Sale lo spread e crollano le borse? È per impedire che si formi il governo, non è perché i candidati alla formazione dicono baggianate tali da far inorridire i risparmiatori ed investitori facendoli fuggire a gambe levate su piazze più felici, no! è colpa della solita combriccola di oscuri personaggi.

Già, come se dietro la borsa, i mercati, i buoni del tesoro, vi fossero non comuni mortali che investono i loro, più o meno ricchi, risparmi ma una congrega crudele di Paperoni assassini con tanto di cilindro in testa pronti a condizionare il destino politico del nostro amato Paese.
Il complottismo è un tratto italiano come l’essere dei Don Giovanni, non ne possiamo fare a meno. Ah..! Vi fosse ancora Alberto Sordi, come racconterebbe bene al cinema gli italiani di oggi che aggiungono difetti a difetti, dimenticando che questo è il Bel Paese e che con le loro meschinerie, i loro rancori, spesso anche infondati, le loro piccole e grandi invidie e le diffidenze, rischiano di ridurlo al Brutto Paese dove il no suona…sempre.

Veleno

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