Cari “Altritaliani” vicini e lontani. Auguri 2023, riflettendo.

Cari “Altritaliani” vicini e lontani,

Il 2022 (che a tanti tra noi appare forse appena cominciato) è già finito. È un anno che ha progressivamente allontanato dalle nostre vite quotidiane gli echi e gli effetti della pandemia, del Covid-19, e invece avvicinato (spaventosamente avvicinato alle vite di tutti) quelli della guerra, tornata sul suolo europeo con l’invasione russa in Ucraina. Il 2022 ha anche portato la continuità politica per la Francia (con la rielezione, ad aprile, di Emanuel Macron all’Elysée, in un sistema scopertosi tripolare per la prima volta nella storia della V Repubblica) e invece una discontinuità in parte prevista, ma clamorosa, per l’Italia (caduta del governo Draghi, vittoria elettorale, a settembre, della destra e formazione del governo di Giorgia Meloni).

Ora anche questo anno, pieno di urla e furore, si conclude.

A Capodanno, i nostri stati d’animo oscillano spesso tra due opposti. Da un lato, c’è la tentazione di snobbare la ricorrenza, magari rifacendosi alla famosa (e ormai decisamente abusata) citazione di Antonio Gramsci: “Odio il Capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un Capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi”. O al Woody Allen che nel film “Whatever works” invita a non contare troppo sul futuro ma affidarsi al caso, alla fortuna, per sgraffignare una qualunque felicità, “purché funzioni”: “Quanto odio i festeggiamenti di Capodanno. Tutti vogliono disperatamente divertirsi cercando di festeggiare in qualche misera maniera. Festeggiare che cosa?”.

Ma dall’altro lato abbiamo pure bisogno di dare una forma al tempo che passa, e a quello che si apre davanti a noi. Dobbiamo pure illuderci un po’, sorridere, far finta di credere all’attraversamento di una specie di frontiera magica, che ci porta dal vecchio verso il nuovo.

L’anno che sta arrivando (cantava Lucio Dalla) tra un anno passerà: in attesa di scoprire cosa ci porterà, tanti cari auguri a tutti gli Altritaliani vicini e lontani.

Maurizio Puppo per Altritaliani

Con questa bella riflessione di Maurizio Puppo, vogliamo anche cogliere l’occasione per ringraziare il sempre più numeroso pubblico dei nostri lettori e in particolare, tutti i nostri amici e collaboratori (vecchi e nuovi) che con i loro preziosi contributi garantiscono la vita del sito. Davvero grazie a tutti e allora Buon anno, Buon 2023.

La Redazione

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Maurizio Puppo
Maurizio Puppo, nato a Genova nel 1965, dal 2001 vive a Parigi, dove ha due figlie. Laureato in Lettere, lavora come dirigente d’azienda e dal 2016 è stato presidente del Circolo del Partito Democratico e dell'Associazione Democratici Parigi. Ha pubblicato libri di narrativa ("Un poeta in fabbrica"), storia dello sport ("Bandiere blucerchiate", "Il grande Torino" con altri autori, etc.) e curato libri di poesia per Newton Compton, Fratelli Frilli Editori, Absolutely Free, Liberodiscrivere Edizioni. E' editorialista di questo portale dal 2013 (Le pillole di Puppo).

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