Matera 2019 Capitale europea della Cultura. Ecco ci siamo e ci saremo!

Ci siamo. Ci saremo, per amore e per appartenenza. Istituzioni nazionali e locali: tutto è pronto, sotto il segno dell’open show del 19: diretta Rai ore 19 del 19 gennaio; ma già da tempo libri e mostre, film e documentari, giornali e attori gravitano su un’unica scena per celebrare la festa europea di Matera Capitale. Prende il via la grande Celebrazione, la prima nel Mezzogiorno e gemella con la città bulgara di Plovdiv.

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Il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aprono le manifestazioni alla presenza di migliaia di accreditati, con immagini diffuse nel mondo; ben 135 i giornalisti provenienti da diversi paesi europei.

Tantissimi gli eventi suddivisi in 48 settimane di kermesse. L’investimento complessivo è di 48 milioni di euro dal momento della candidatura, finanziati con fondi regionali, nazionali ma anche privati. Ammontano a 27 i Paesi europei coinvolti e l’80% del programma è caratterizzato da produzioni originali.

La città si trasforma in un’immensa festa con la presenza di 54 bande musicali, europee e lucane, che attraverseranno piazze e quartieri. I duemila musicisti in serata arriveranno sugli storici Sassi con la loro musica.

Il 20 gennaio, invece, ogni banda lucana presente ne ospiterà una straniera nel proprio comune, per un ulteriore coinvolgimento popolare. I prossimi 21, 22 e 23 gennaio sarà nelle sale il docufilm di Francesco Invernizzi “Mathera”. Questo è solo l’esordio.

Per seguire le varie manifestazioni è pronto il “Passaporto 2019” che permetterà di assistere a tutte le iniziative e di acquisire la cittadinanza temporanea. Le tematiche fondanti della proposta culturale sono: “Radici e percorsi”, “Continuità e rotture”, “Futuro remoto”, “Utopie e distopie” “Riflessioni e connessioni”.

matera capitale cultura 2019

Nel corso del 2019 ogni giorno sarà caratterizzato da cinque diverse attività con mostre, incontri, spettacoli, escursioni particolari e originali. Un grande racconto della storia dell’umanità. Dal 9 febbraio in Casa Cava (straordinario recupero ipogeo di una antica discarica) si terrà una serie di lezioni di Storia sulle migrazioni. Quattro mostre racconteranno invece Matera e la Basilicata: “Ars Excavandi” (dal 19 gennaio), “Rinascimento visto da sud” (19 aprile 2019); “La poetica dei numeri primi” (21 giugno); “Stratigrafie. Osservatorio dell’Antropocene” (6 settembre). A queste corrispondono oltre sessanta progetti originali, mentre nel programma sono previsti percorsi urbani collegati alle cinque tematiche, tante come le installazioni pubbliche che faranno altrettanti artisti internazionali. Intanto ogni Comune della Basilicata sarà “Capitale per un giorno” con iniziative peculiari dei propri territori.

Intenso ed articolato, dunque, il panorama che di giorno in giorno vedrà Matera e l’intera Basilicata al centro delle attenzioni del mondo della Cultura e non soltanto. La sfida è aperta, anzi la scommessa, perché un’occasione così – si sente ripetere da tempo – non capiterà più: la prossima volta in Italia cadrà solo fra alcuni lustri. Le attese sono molte anche perché il successo di una Capitale Europea non si misura soltanto su quanto accade nell’anno, magari sfoggiando presenze e provenienze di turisti (che già dalla proclamazione della tutela Unesco di 25 anni or sono affollano la città), quanto nella verifica se il Titolo contribuisce a misurare in maniera concreta le coordinate di sviluppo ed evoluzione della città e dell’intera regione. Ecco perché la definizione completa è Matera-Basilicata 2019.

Aver conquistato il Titolo è solo il primo passo, la città lo meritava, certo, non ha eguali per la sua storia che proviene dal paleolitico e rimarrà abitata e fruita fino all’età moderna, con le complicanze urbane ed antropologiche che questo ha comportato. Alla più antica Età della Pietra corrispondono i ritrovamenti di diversi oggetti, alcuni dei quali custoditi nel Museo Nazionale Ridola, che attestano la presenza di gruppi di cacciatori nel territorio materano. Nel Neolitico il territorio di Matera è già un sito di rilievo, come conferma la presenza di numerosi villaggi trincerati. I rioni Sassi sono dunque il luogo simbolo di una continuità urbana plurimillenaria, e che solo nel secolo scorso si è interrotta con lo spopolamento imposto dalla Legge speciale del 1952, seguita dalla denuncia di Togliatti del 1948 e dello stesso De Gasperi che la firmò. La città passerà quindi da vergogna nazionale (il “caso Matera” a partire da Adriano Olivetti studiato da antropologi ed architetti) ad emblema moderno di rinascita e consolidamento di un tessuto sociale che potrà fare della cultura e del suo indotto il suo punto di forza.

A tutto questo hanno contribuito il cinema (sono tanti i film girati in città da registi di fama internazionale, uno su tutti il kolossal “La Passione di Cristo” di Mel Gibson) ma anche in passato l’arte fotografica di Henry Cartier Bresson, e la letteratura con l’attenzione mondiale del “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi che ne farà il manifesto volto ad una presa di coscienza collettiva. Il film che meglio ragguaglierà il disagio demo-antropologico della Città dei Sassi rimane “Gli anni ruggenti” di Luigi Zampa (1962) prima che Matera diventasse, due anni dopo, la Gerusalemme di Pier Paolo Pasolini per il suo “Vangelo secondo Matteo”.

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Matera oggi, laboratorio fra l’arcaico e il futuro. La prova è ambiziosa ed esaltante, che dovrà coinvolgere i territori ed evitare che si resti relegati a questa autorevole annualità. I buoni propositi talvolta possono non bastare perché i ritardi oggettivi sono palesi, dalle infrastrutture ai collegamenti delle aree interne; i tassi di occupazione rimangono inferiori rispetto alle medie nazionali ed europee. E il forte invecchiamento della popolazione regionale e lo spopolamento di risorse giovanili pur altamente scolarizzate, che scelgono di andare altrove al nord come nelle città europee, depauperano lo scenario dei futuri attori del progresso civile ed economico di questa regione. Regione che, nella serata inaugurale del 19, viene rappresentata da una Presidente facente funzioni proveniente dalla Toscana, mentre al vertice della Fondazione Matera 2019 vi è una professionalità (di rilievo, certo) di Torino. Ai cronisti non sfuggirà, al di là di inutili retoriche, con l’analisi più generale di un Sud trascurato salvo che nei brevi ambiti elettorali.

L’auspicio di una rinascita riposta in Matera 2019 sta anche nel guardare l’abbagliante “straziante bellezza” di questa città, che va ben oltre le tesi contingenti e la cui forza ha attraversato i millenni. Saprà ora scrivere anche la storia del futuro.

Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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