“Le grand désarroi” degli ebrei di Francia, con Shlomo Malka.

Il 7 gennaio dell’anno scorso, le vittime del supermercato Hyper casher furono uccise a sangue freddo dal fondamentalista islamico Coulibaly per la sola “colpa” di essere ebrei. Pacifica e socialmente ben integrata, la comunità ebraica di Francia è spesso oggetto di violenze ed angherie antisemite. Parla di loro il libro: “Le grand désarroi, enquête sur les juifs de France”, scritto da Salomon e Victor Malka. Una riflessione sul loro smarrimento, sul filo dei tanti, troppi, episodi di criminalità razzista perpetrati contro di loro negli ultimi anni.


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Con i tempi che corrono, valeva la pena di realizzare un’inchiesta in piena regola nella comunità ebraica francese. Due intellettuali lo hanno fatto e il risultato è appena uscito in libreria. La stragrande maggioranza degli ebrei francesi non partirà per Israele e non cambierà il proprio domicilio, nonostante l’attuale serie di episodi antisemiti. Ma non per questo quelle persone e quelle famiglie rinunciano a esprimere il proprio sconcerto, il proprio smarrimento, il proprio sgomento. Tre termini che in francese si possono tradurre con la stessa parola: “désarroi”.

«Le grand désarroi» è appunto il titolo del un volume (pubblicato dalle edizioni parigine Albin Michel) attraverso cui i giornalisti e scrittori Shlomo (Salomon) Malka e Victor Malka condensano i risultati della loro inchiesta nell’ebraismo francese attuale.

Salomon Malka è anche direttore della rivista culturale ebraica «L’Arche», specchio fedele e stimolante delle riflessioni, dei problemi e delle speranze della comunità israelitica francese, concepiti e interpretati in un’ottica europea e globale. Inquietudini sempre ricorrenti, che si manifestano talvolta in atti in apparenza poco significativi. Come un diario scolastico recentemente pubblicato da un’associazione umanitaria, col contributo del giunta comunale parigina, in cui c’è una carta geografica con la scritta «Palestina» al posto di Israele. Va bene (anzi benissimo) battersi per la pace e la giustizia in Medio oriente, ma dietro certe «sviste» (o presunte tali) c’è forse il contrario di una volontà di pace.

«Nel gennaio 2015 – dicono nel loro libro Salomon e Victor Malka – le vittime dell’Hyper casher della Porte de Vincennes non sono state assassinate a causa di quel che avevano fatto – come esercitare la propria libertà d’espressione o garantire l’ordine repubblicano – ma unicamente a causa di quello che erano». Senza nulla togliere all’estrema gravità dell’omicidio dei giornalisti di Charlie hebdo e dei poliziotti massacrati in quell’occasione dai terroristi, è dunque evidente che l’aggressione perpetrata dal fanatico islamico Amedy Coulibaly contro il supermercato di prodotti alimentari «casher» della porte de Vincennes, è un atto in sé terribilmente significativo. Un atto che colpisce persone per il fatto stesso che esse esistono. L’ebreo entra nel mirino dei terroristi assassini solo per il fatto di essere tale.

Benjamin Ansellem, l'insegnante ebreo aggredito da un minore musulmano a Marsiglia.

E’ un nemico perché parla, perché cammina, perché respira. Riflessioni che danno un brivido nella schiena in quest’Europa del XXI secolo; Europa che s’illudeva d’essere lontana mille miglia dalle logiche di quella del Ventesimo. E invece …

Il libro di Salomon e Victor Malka ha il duplice merito di esprimere sia le riflessioni attuali degli ebrei francesi (sempre più attuali, come dimostra appunto la recentissima vicenda dell’aggressione a Marsiglia) sia di censire – impedendo in tal modo che vengano dimenticate – una serie impressionante di vicende di antisemitismo verificatesi negli ultimi tempi in Francia. Accade infatti che l’imbarazzo delle autorità e quello di molti media tendano (talvolta in buona fede e talvolta no) a occultare o a dimenticare troppo in fretta la gravità di certi episodi di antisemitismo.

Ci voleva un libro che ne parlasse, che li rievocasse, che li consegnasse a una memoria duratura. Salomon e Victor Malka si sono assunti la responsabilità di scriverlo e il loro lavoro è tanto più significativo perché il caso francese è emblematico di una realtà europea molto più ampia.

La Francia è l’esempio di un antisemitismo che rinasce purtroppo in Europa e che non può assolutamente essere sottovalutato o banalizzato. Altrimenti coloro che si sentono nel mirino della violenza – solo perché esistono – si porranno sempre più spesso la domanda se partire o restare. Una domanda che scuote oggi le vecchie certezze su cui riposava (nel senso che ci dormiva beatamente sopra) la République française.

Alberto Toscano

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Alberto Toscano
Alberto Toscano est docteur en Sciences politiques à l’Université de Milan, journaliste depuis 1975 et correspondant de la presse italienne à Paris depuis 1986. Ex-président de la Presse étrangère, il est l’un des journalistes étrangers les plus présents sur les chaînes radio-télé françaises. A partir de 1999, il anime à Paris le Club de la presse européenne. Parmi ses livres, ‘Sacrés Italiens’ (Armand Colin, 2014), ‘Gino Bartali, un vélo contre la barbarie nazie', 2018), 'Ti amo Francia : De Léonard de Vinci à Pierre Cardin, ces Italiens qui ont fait la France' (Paris, Armand Colin, 2019), Gli italiani che hanno fatto la Francia (Baldini-Castoldi, Milan, 2020), Mussolini, "Un homme à nous" : La France et la marche sur Rome, Paris (Armand Colin, 2022)

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