La risata dell’invisibile, un libro di Pasquale Maffeo

la risata dell'invisibile
Abbazia di San Nilo

È l’abbazia di San Nilo, acquisita dopo il Concilio di Trento al patrimonio del Collegio Caprànica, lo scenario dove Pasquale Maffeo ambienta il suo nuovo romanzo La risata dell’invisibile che le Edizioni di Storia e Letteratura hanno da qualche settimana mandato in libreria. Un luogo di penitenza il monastero, dove agli inizi del Duemila, come sempre avvenuto nel passato, una dozzina di comuni mortali, trovano accoglienza ed ospitalità per scampare ai contagi del mondo e scrollarsi di dosso le croste che li avevano investiti lungo l’arco dell’attraversamento terreno. La possibilità per interrogarsi, narrando il proprio coinvolgimento in trame nefande nelle quali sono stati coinvolti, in uno scenario dove vanno lasciati fuori porta meriti e demeriti, guadagni e perdite, ascese e cadute di ciascuno di loro, assommando solo verità, scavando unicamente nel profondo nell’anima.

A bussare per primo al portone della pia Casa è l’ambasciatore Ottavio de Rinaldis, che dimentico delle cose eterne si era lasciato impigliare nelle trame della realtà che muta e passa: il perché del nascere e del morire, del mistero, dell’incognita dell’essere, un indagare se tutto abbia un non casuale inizio, una non meccanica fine, tutti quesiti che in più occasioni erano affiorati nel protocollo delle sue giornate. A seguire fanno la comparsa Alberica, trent’anni spesi nella scuola, mai interessata alla politica, ma in grado di osservare e meditare, capacità che l’hanno messa in condizione di individuare la trappola che snatura la funzione parlamentare: la democrazia.

recensione

Ad un’incollatura si presenta Leonida, un pubblicitario, inventore di aureole verbali, conoscitore di imbrogli che mettono i manipolatori del potere a girare la ruota nel verso che vogliono, promuovendo l’imbroglio. E poi Elena Zaratova, cantante lirica che abbandonata dalla voce, scopre la geografia della miserabilità, il mondo dei meno fortunati, quei bambini e preadolescenti caduti nell’inferno terrestre, sfruttati in mille modi per un tozzo di pane.

A chiudere la rassegna Kurt Landermann, il vero medico personale di Adolf Hitler, il detective Macrobio, e poi Maura Viani, giornalista d’assalto alle prese con un’inchiesta che riguardava la fine di Enrico Mattei, fino a Baldo, un assassino senza scrupoli, approdato sull’altra riva dell’Atlantico, al servizio della malavita americana.

Uno scenario ben assortito di uomini e donne che, tra accuse ed ammissioni di colpe, materializzano lo sconcertante scenario del mondo contemporaneo che Maffeo non solo rappresenta, ma che sottopone ad un pesante giudizio morale.

recensione libroTutto il male del mondo tra ingiustizie sociali, corruzione e manipolazione delle coscienze, conseguenza della deriva del Potere, vengono stigmatizzate dall’Autore senza sconti di sorta, il quale denuncia senza mediazione che il male sfregia e mutila, e non è una favola, perché l’orco esiste, la cui risata si materializza più volte nello scenario dell’abbazia, nel tentativo di turbare i protagonisti con ogni mezzo attraverso battute beffarde ed azioni eclatanti. Ancora una volta il Maligno ha tentato di arpionare, bloccato dalla recondita fede dell’umano abitatore della Terra che comunque lo si voglia scrutare e raccontare nei suoi tratti, dentro nel profondo dove nessuno può spiarlo, rimane un mistero di bene e di male.

Esce dal romanzo, riflette Giuseppe Langella, prefatore all’opera, un bilancio critico della civiltà contemporanea, dove l’Autore non si abbandona neanche un momento al pessimismo della volontà, additandolo, ad evitare che la persona umana possa essere ignorata asservita e sacrificata ad interessi di chi detiene il monopolio del mondo.

Ennesima grande prova narrativa di Maffeo, tra i più autorevoli pensatori di area cattolica e non solo.

Recensione di Raffaele Bussi

PASQUALE MAFFEO
La risata dell’invisibile
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019, X-114, € 18,00.

Fonte e link : © La Civiltà cattolica con i nostri ringraziamenti per il permesso di pubblicare.

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Raffaele Bussi
Raffaele Bussi è nato a Castellammare di Stabia. Giornalista, scrittore e saggista, collabora con importanti quotidiani e periodici nazionali. Ha collaborato a "Nord e Sud", "Ragionamenti", e successivamente a "Meridione. Sud e Nord del Mondo", rivista fondata e diretta da Guido D'Agostino. E' stato direttore editoriale della rivista "Artepresente". Collabora al portale parigino "Altritaliani" e alla rivista "La Civiltà Cattolica". Ha pubblicato "L'Utopia possibile", Vite di Striscio", "Il fotografo e la Città", "Il Signore in bianco", "Santuari", "Le lune del Tirreno", "I picari di Maffeo" (Premio Capri 2013 per la critica letteraria), "All'ombra dell'isola azzurra", romanzo tradotto in lingua russa per i tipi dell'editore Aleteya, "Ulisse e il cappellaio cieco" (2019). Per Marcianum Press ha pubblicato: "Michele T. (2020, Premio Sele d'Oro Mezzoggiorno), "Chaos" (2021), "L'estasi di Chiara" (2022), "Servi e Satrapi" (2023).

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