Desaparecido in do maggiore, la storia romanzata del musicista Rodolfo Zanni

E’ uscito in Italia il romanzo: “Desaparecido in do maggiore” dove tra Argentina e Italia si va sulle tracce di un geniale musicista che fu paragonato a Mozart, che scomparve, in circostanze misteriose, negli anni venti. Un’enigmatico racconto che sembra senza tempo sull’arte che salva dalle difficoltà esistenziali della vita.

Una storia diversa da quella di tanti altri emigranti italiani, la storia di Rodolfo Zanni, il ‘Mozart argentino’, morto a soli 26 anni, nel 1927, dopo essere stato consacrato musicista di prima grandezza in una leggendaria serata in onore del presidente della Repubblica al Teatro Colon di Buenos Aires. Una storia lontana nel tempo e nello spazio, ma cosi’ tanto vicina da spingere il Professor Giuseppe Zanni, avvocato internazionale, a mettersi sulle tracce di questo suo antenato, e sottrarlo cosi all’oblio della storia. In questa sua impresa è stato aiutato da Elio Forcella, regista e autore teatrale.

Le prime soffici pagine del libro hanno un solo protagonista: uno spartito sperduto. Due uomini (Mario e Giulio), partono alla ricerca di questo spartito introvabile, aiutati da amici argentini, che contribuiranno a districare questa ingarbugliata matassa. Rodolfo Zanni, musicista prodigio, pianista e direttore d’orchestra, è davvero morto per una violenta polmonite? oppure è stato ucciso? Era omosessuale e questa potrebbe essere stata la causa della sua fine? oppure qualcuno vuole farlo credere agli improvvisati detective? Partiti da una storia vera, gli autori giungono a conclusioni inaspettate, come in ogni giallo che si rispetti.

Uno dei personaggi principali è il quarantenne Mario che si fa trasportare dall’anziano Giulio in questo viaggio nel tempo. Questo personaggio potrebbe essere un “giovane” qualunque della nostra generazione, la cui bussola gira all’impazzata senza mostrare il nord, tra un lavoro insignificante e incontri sentimentalmente poveri. Il fragile coraggio di Mario, è saldamente alimentato dall’amicizia con una coppia matura, sensibile e ancora innamorata. Il personaggio di Giulio, come quello della moglie Ginevra, è nel complesso molto positivo. Il loro rapporto con il « giovane » Mario, è un bell’esempio di amicizia e amore intergenerazionale, una guida nel buio di questa fase della vita, dove un vuoto interiore diventa voragine in un contesto di cavernicola insoddisfazione.

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Anche i genitori di Rodolfo Zanni sono presenti sulla scena di questa opera. Traspare un amore duro ma reale, che alla fine trascina le persone nel vortice della follia. La figura della madre di Rodolfo, rinchiusa in un sanatorio per l’amore non corrisposto del padre, ricorda per certi versi la figura della Mezzogiorno nel film Vincere.

A livello stilistico, dopo qualche sussulto iniziale, il ritmo del testo si sviluppa molto
piacevolmente, rilassando ed intrigando il lettore molto rapidamente. La tensione, a partire dal viaggio di Mario a Londra, non scende più e a tratti spinge il lettore a divorare queste belle pagine. Le descrizioni dei vari luoghi dove Rodolfo è vissuto, si è esibito e ha sofferto, sono molto accurate senza scadere in un eccesso di barocco viscontiniano.

Questo libro è in riassunto la storia di un uomo al quale madre natura ha dato il genio e forse ha tolto l’adolescenza. Una corta ma intensa vita, umana e intrigante. Il personaggio di Rodolfo Zanni sembra una figura senza tempo, un uomo di forti principi morali, nel quale (come per tutte le persone talentuose) le ardue difficoltà della vita privata lo hanno spinto a rifugiarsi tra le braccia dell’arte. La scelta della farfalla è molto poetica e piena di significati.

A modo suo, Rodolfo è stato una farfalla, una farfalla che volava tra le note della vita e tra i sospiri ammirevoli del suo pubblico, che forse ha spiccato il volo troppo presto senza avere le ali abbastanza robuste per affrontare le tempestose cime che la vita ci riserva.

DESAPARECIDO IN DO MAGGIORE (Zecchini Editore, pp.280, 19 euro)

Per maggiori informazioni:

http://youtu.be/2uXqTEbFXAU

Fabrizio Botta

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Fabrizio Botta
Fabrizio Botta, Piemontese d'origine e Francese d'adozione, si e' stabilito nella "Ville Lumière" dopo aver ottenuto un Dottorato all'Université Pierre et Marie Curie. Dopo aver lavorato per 10 anni come ricercatore nel campo ambientale, da qualche anno si occupa di valutazione del rischio all'Istituto Superiore di Sanità Francese. Appassionato di viaggi, di geopolitica e di fotografia (https://www.instagram.com/_fabrizio_botta_photographer/), dal 2015 collabora con Altritaliani per la sezione cinema.

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