In questo periodo dell’anno, in piena estate, dal 16 luglio al ferragosto, il nome della Vergine Maria viene scandito forse più che a maggio, mese da sempre a Lei dedicato. Almeno nell’area nord della Basilicata. Il mese Mariano inizia sul sacro Monte del Carmine di Avigliano, 16 luglio, coinvolgendo migliaia di fedeli, di quella che viene definita la Nazione Aviglianese, con la miriade di frazioni e di borghi che attorniano il Monte: la Madonna guarda da lassù dopo aver scalato in processione il sentiero e riposta nella stupenda cappella.
Effige dopo effige, la Madonna rivolge il suo sacro sorriso come nel dipinto con Bambino celebrato a Rionero la prima decade di agosto. Anche in questa comunità a migliaia i pellegrini, i fedeli, il popolo che non fa distinzione alcuna, si riversa nella due giorni di processioni portando a spalla il sacro Volto nel Celestiale mantello: volenterosi che la invocano in un verso silenzioso di fatica, di espiazione e di fede. Il giro si conclude fra gli anziani della Casa di Riposo Virgo Carmeli, a Lei dedicata, lì, nella attigua chiesa di S. Antonio Abate, che molti secoli fa segnava il confine delle dominazioni franco-spagnole. E’ il 15 agosto che la Vergine trova il culmine di celebrazioni nel santuario di Pierno – Comune di San Fele, che diede i natali a San Giustino De Jacobis (1800-1860) – laddove il regista Luigi Di Gianni realizzò importanti documentari oltre mezzo secolo fa, in un neorealismo struggente, di antropologia visiva cui era maestro.
L’Assunta in Cielo a Pierno, nel verde che promana la montagna di quiete mistica, la tradizione narra che la chiesa sia sorta nel 1139 per iniziativa di San Guglielmo da Vercelli, illuminato dal ritrovamento di una statua lignea della Madonna proprio sul monte Pierno. Canti verso la cima del monte, come per remota tradizione, da Sant’Efrem il Siro (306-373), ballate spirituali: “Eccita le tue melodie, mia cetra, in lode di Maria Vergine, esalta e canta la storia, piena di meraviglia…”
E’ dunque in estate, fra il Vulture e il Carmine che il nome di Maria sia cantato con più fede, talvolta confutato in sagre e perniciose nottate dei cosiddetti cantanti che di devozione narrano ben poco, effetto preminente di secolarizzazione e poco altro. Luminarie e casse armoniche, banchetti interminabili. Ma forse anche questo ci vuole, se si incunea in una eufonia dello spirito.
*Nell’immagine in evidenza la Chiesa Madre di Rionero.
Armando Lostaglio