Uno sguardo sul Palmarès del Festival Terra di Cinema 2018

Si è concluso il 25 marzo, dopo 10 giorni di appassionanti proiezioni, il festival Terra di Cinema, tradizionale appuntamento a Tremblay en France con il cinema italiano d’oggi.

Il festival, giunto alla sua 18sima edizione, ha visto come sempre un’alta partecipazione di pubblico composto da connazionali e francesi appassionati di cultura italiana. Nell’edizione 2018 sono state presentate  un bel numero di opere interessanti, tra le quali spiccano quelle vincitrici del premio del pubblico per la migliore fiction, vinto ex-aequo da Francesco Bruni per il film TUTTO QUELLO CHE VUOI e da Andrea Magnani per EASY.

Tutto quello che vuoi è una bella commedia, che ci riporta a spasso nel passato. Alessandro accompagna per lavoro Giorgio, anziano poeta dimenticato, nelle sue passeggiate pomeridiane. Dalla sua mente un po’ smarrita e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del passato che dà inizio ad una vera e propria caccia al tesoro. Tutto quello che vuoi « si muove certamente lungo una traccia di pericoli e di conoscenza. Sembrerebbe una evoluzione narrativa stimolante, orientata positivamente verso il cambiamento e la crescita. Il ‘sapere’ del vecchio si espande nella poesia e arriva in modo impercettibile al giovane. Bello, encomiabile, auspicabile. Sembra però che la brusca marcia indietro di Alessandro (la ‘pace’ con  il padre) percorra un sentiero alquanto brusco e non del tutto credibile, abitato da improvvisi trasalimenti e pacificazioni. Si, è vero che i giovani non conoscono né storia né geografia, non rispettano età e buone maniere, ma appunto vanno affrontati secondo una certa logica dei caratteri » (cosi da Il Cinematografo). Il film ha anche vinto 2 Nastri d’argento nel 2017 (Migliore sceneggiatura a Francesco Bruni e Nastro d’argento speciale a Giuliano Montaldo).

Easy d'Andrea MagnaniUna commedia è anche l’altro film vincitore del premio del pubblico a Tremblay, Easy. Isidoro, detto Easy, è un ex-pilota di successo di go-kart che ha dovuto lasciare le gare a causa dell’eccessivo peso accumulato, e che ora vive con la madre, trascorrendo le sue giornate in uno stato di depressione cronica. Un giorno, l’astuto fratello Filo, imprenditore edile, gli chiede un favore : deve trasportare una bara con il corpo di un muratore ucraino morto in un suo cantiere fino al confine con l’Ungheria. Filo sceglie proprio suo fratello, nonostante la sua catatonia, perché pensa che sia l’unico a poter guidare il carro funebre abbastanza veloce da far giungere la salma in patria prima che possano essere svolte indagini atte a incriminarlo; inoltre il suo piano prevede che, una volta giunto al confine, convinca Easy a proseguire fino al villaggio di provenienza del defunto, nei Carpazi. Easy inizia così il suo viaggio, costellato di disavventure dovute principalmente all’intontimento causatogli dagli psicofarmaci che assume.

Nella categoria « documentari », grande successo ha avuto il film di Anna Marzano AU-DELA DE L’UN, vincitore del premio della giuria. Questo film (frutto di una collaborazione tra Francia, italia e Germania), ha fatto parte dei film selezionati per l’International Competition for First Films dell’ultimo Festival du Cinéma du réel. Attraverso una selezione di brani musicali, filmati e libri, « Beyond One » apre una conversazione che si interseca con la violenza domestica e il dolore degli ideali o delle circostanze.  Anna Marzano ha descritto cosi’ il suo film : « Pas un film sur la famille, le couple, la communauté ou le polyamour. Plutôt les traces d’un acte d’existence. Une conversation où l’essai et la poésie s’entrelacent, parcourant la zone floue où nos êtres solitaires se lient, et où l’ambiguïté de notre vie intime et relationnelle commence. » (tratto dal flyer del Festival du Cinéma du réel).

Film au delà de l'un

Nella sezione cortometraggi, il premio 2018 è stato attribuito a Daniele Greco per IL GIORNO DEL MURO.
In un borgo di montagna nel cuore della Sicilia, la festa del Santo è l’occasione per offrire i frutti della terra e rivivere, nella ripetizione di gesti atavici, un rito dalle origini antiche, che mescola miti religiosi a costumi tribali. Questo film ha riscosso molto successo in Francia, ottenendo le prix de la création 2017 alle Rencontres du film documentaire Traces de vies.

Terra di Cinema è stata l’occasione di vedere (hors-compétition) anche altri che hanno avuto un discreto successo al botteghino in Italia e all’estero, come l’ormai affermato Call Me By Your Name di Luca Guadagnino (in concorso agli Oscar 2018) ma anche il meno famoso L’Ordine delle cose, con Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston e Olivier Rabourdin. Mi soffermo in maniera particolare su questo film di Sergio Segre, dove Corrado, un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l’immigrazione irregolare, viene inviato in Libia per gestire i viaggi illegali verso l’Italia. La missione di Corrado è molto intricata, la Libia del dopo Gheddafi (ucciso nel 2011 durante la missione della Nato) è attraversata da profonde tensioni interne, mettere insieme la realtà libica con gli interessi italiani ed europei sembra impossibile. Corrado, insieme a colleghi italiani e francesi, si muove tra stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. La sua tensione è alta, ma lo diventa ancor di più quando infrange una delle principali regole di autodifesa di chi lavora al contrasto dell’immigrazione : mai conoscere nessun migrante, considerarli solo numeri. L’incontro con una migrante somala, Swada, che vuole fuggire dalla detenzione libica e attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa, sconvolgerà le certezze del protagonista. L’introspezione di Corrado lascia spazio alla riflessione intorno ad una domanda importante : come tenere insieme le regole dello Stato e l’istinto umano di aiutare qualcuno in difficoltà ? Il film ha ottenuto il Premio Speciale per i Diritti Umani, menzione Speciale – 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2017

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Fabrizio Botta
Fabrizio Botta, Piemontese d'origine e Francese d'adozione, si e' stabilito nella "Ville Lumière" dopo aver ottenuto un Dottorato all'Université Pierre et Marie Curie. Dopo aver lavorato per 10 anni come ricercatore nel campo ambientale, da qualche anno si occupa di valutazione del rischio all'Istituto Superiore di Sanità Francese. Appassionato di viaggi, di geopolitica e di fotografia (https://www.instagram.com/_fabrizio_botta_photographer/), dal 2015 collabora con Altritaliani per la sezione cinema.