Lotta alle mafie. Anche la Francia ricorda Falcone e Borsellino.

Anche la Francia ricorda, nel trentennale della loro tragica uccisione, i giudici Falcone e Borsellino e lo fa con una bella ed interessante iniziativa della Facoltà di Droit (Diritto) dell’Università di Parigi Est Créteil (Paris XII).

Parigi a 30 anni dalla morte

All’affollata iniziativa, svoltasi nel locale anfiteatro, hanno partecipato il ministro della giustizia francese Eric Dupond-Moretti; la procuratrice della Repubblica di Palermo Marzia Sabella; il consigliere Antonino Cascio, in sostituzione dell’invitata ambasciatrice d’Italia in Francia Teresa Castaldo, assente per precedenti impegni, accompagnato dal magistrato Roberta Collida, preposta ai collegamenti con la Francia; il vice-presidente del tribunale di Marsiglia Pascal Gand, nonché i docenti Claudia Ghica-Lemarchand dell’UPEC, Silvio Bologna della facoltà di diritto di Palermo  ed i maîtres de conférences Nathan Allix e Clotilde Champeyrache esperta sui rapporti mafia ed economia.

Ad aprire la kermesse è stato il vero artefice di questo convegno, il preside della facoltà, il Prof. Laurent Gamet, che, da uomo di diritto ed amante dell’Italia, teneva particolarmente, nel trentennale di Capaci e via D’Amelio, a ricordare gli eroici ed esemplari magistrati, ma al contempo parlare di loro era anche l’occasione per fare un punto sulla lotta alle mafie.

Ad aprire l’incontro il preside Laurent Gamet

Non è un caso che l’iniziativa si chiamasse: La lotta contro le mafie – in memoria di Falcone e Borsellino. Gamet, nel ringraziare il ministro Dupond-Moretti e tutti gli altri intervenuti della loro presenza, ha voluto delineare i vari temi che il convegno avrebbe trattato, chiarendo come anche per la Francia fosse estremamente importante ricordare questi ultimi trenta anni dalla fine dei due magistrati, essendo il pericolo mafioso forse più silente ma certamente non del tutto sconfitto.

Proprio il ministro e guarda sigilli francese ha chiarito come la sua presenza fosse da considerarsi un segno della vicinanza del governo francese e di tutto il paese all’Italia, nella convinzione che oggi il fenomeno mafioso sia divenuto transnazionale entrando prepotentemente nelle dinamiche della globalizzazione di questo terzo millennio. Da qui la necessità di una lotta congiunta e organizzata tra i vari paesi (tanti) interessati al fenomeno. Ricordando come già da tempo le magistrature e le forze dell’ordine francesi e italiane cooperino, specie nell’ambito della lotta allo spaccio di droga. Il tema diviene, per Dupond-Moretti, allargare l’orizzonte della collaborazione in chiave europea e non solo migliorando anche le sinergie delle forze impegnate nella lotta alle mafie.

Le parole del ministro sono state riprese puntualmente da Antonino Cascio per l’Ambasciata e quindi il governo italiano che ha sottolineato i progressi nelle relazioni franco-italiane nella lotta alla criminalità organizzata e alle associazioni mafiose.

Il discorso del ministro Eric Dupond-Moretti

Nathan Allix, ha discorso sulla memoria e l’esempio che lasciano Falcone e Borsellino, ricostruendo con parole sentite il percorso umano e professionale dei due giudici, sottolineandone tappe e passaggi e come la loro esperienza fosse stata anche frutto di altri luminosi esempi, martiri della violenza mafiosa. Si sono così ricordate anche altre figure, fra le quali quella dei magistrati Rocco Chinnici e Cesare Terranova, il Commissario Boris Giuliano nonché il generale Dalla Chiesa. Temi e protagonisti ricordati anche, nella relazione sulla lotta contro la criminalità mafiosa, da Claudia Ghica-Lemarchand.

Su come l’esperienza italiana nella lotta alle mafie abbia influito anche nell’organizzazione della lotta alla criminalità organizzata e contribuito a rinnovare le pratiche giudiziarie in Francia è stato l’argomento proposto dal vicepresidente del tribunale di Marsiglia Pascal Gand, che ci ha commossi nel ricordare come la sua scelta di abbracciare la magistratura fosse stata anche dovuta dall’esempio di giudici come Falcone e Borsellino.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non furono gli unici magistrati che negli anni ’80, svolsero indagini sulla mafia, così come non furono gli unici magistrati ammazzati dalla mafia, tuttavia, entrambi sono stati gli artefici di una rivoluzione epocale – giudiziaria e soprattutto culturale – che ha segnato la vita democratica del nostro Paese”. Questa è una parte dell’intervento attesissimo della Procuratrice della Repubblica di Palermo Marzia Sabella, il cui accorato e generoso discorso ha fatto breccia in un pubblico già attento e” appassionato ad un tema che raccoglie molto interesse, specie tra i giovani francesi, particolarmente per coloro che sono dediti agli studi giuridici.

La Sabella, nella sua ricostruzione delle inchieste dei due magistrati, ha ricordato, come già altri avevano fatto, il maxiprocesso di Palermo avviato il 10 febbraio 1986 contro: “Abbate Giovanni+706”, composto di ottomila pagine con cui si rinviavano a giudizio 475 imputati. Tutto questo era il frutto del lavoro dei due giudici, peraltro, al tempo esiliati con le loro famiglie, per misura di sicurezza, nell’ex carcere dell’isola dell’Asinara in Sardegna. La Sabella ha ricordato come quei magistrati fossero consapevoli che quel processo, fosse per loro la condanna a morte e tuttavia il loro impegno e senso dello Stato portò a ben 19 ergastoli e a pene detentive per gli altri fino ad un complessivo di 2.665 anni di reclusione. Eppure il fatto che vi siano stati un 25% di assoluzione non deve ridimensionare la portata di quel processo, perché da allora in poi i rapporti di forza tra mafia e Stato sono cambiati profondamente. La cosa si evidenzia, è stato ancora ricordato dalla Sabella, nella circostanza che da trenta anni appunto, non assistiamo più alle quotidiane mattanze mafiose che avevano caratterizzato i decenni precedenti.

La procuratrice della Repubblica di Palermo Marzia Sabella

La Procuratrice, con passione, come gli altri intervenuti, ha tuttavia ricordato la necessità di non abbassare mai la guardia sulle mafie che oggi, come già detto non sono più un fenomeno siciliano e locale. Così anche Clotilde Champeyrache che nel suo rapporto tra economia e mafia ha ricordato le sempre più stringenti relazioni tra le evoluzioni economiche e le azioni mafiose, citando inquietanti esempi provenienti dall’Emilia Romagna e dal nord Italia dove non sono stati infrequenti i casi di imprese colluse con le mafie che facevano affari e riciclavano così denaro sporco. Come detto, il fenomeno va ben oltre i nostri confini coinvolgendo non solo la Francia ma gran parte del pianeta.

L’ultimo intervento del Prof. Silvio Bologna di Palermo si è soffermato sulle peculiarità di Cosa Nostra (la mafia siciliana), sulla sua struttura piramidale che la rende diversa da altre mafie oggi note, e sulla necessità di proseguire la battaglia culturale, promossa nel nome delle vittime delle mafie a partire da Falcone e Borsellino, perché la lotta non è solo quella della magistratura e delle forze dell’ordine ma deve coinvolgere tutte le istituzioni partendo dalle scuole e le Università baluardi di cultura democratica contro la ideologia mafiosa che permea ancora le aree più depresse delle società occidentali.

Il saluto e il ringraziamento conclusivo del Preside Laurent Gamet, perfetto padrone di casa, ha completato una giornata importante non solo per la conoscenza e lo studio di fenomeni complessi come le mafie ma anche rappresentato un vivo momento di solidarietà in chiave europea contro uno dei fenomeni più pericolosi anche in questo terzo millennio

Nicola Guarino

Article précédentUn Addio a Irene Papas dalla Basilicata
Article suivantRencontre à la Libreria avec Philippe Vilain – La malédiction de la Madone
Nicola Guarino
Nicola Guarino, nato ad Avellino nel 1958, ma sin dall’infanzia ha vissuto a Napoli. Giornalista, già collaboratore de L'Unità e della rivista Nord/Sud, avvocato, direttore di festival cinematografici ed esperto di linguaggio cinematografico. Oggi insegna alla Sorbona presso la facoltà di lingua e letteratura, fa parte del dipartimento di filologia romanza presso l'Università di Parigi 12 a Créteil. Attualmente vive a Parigi. E’ socio fondatore di Altritaliani.

LAISSER UN COMMENTAIRE

S'il vous plaît entrez votre commentaire!
S'il vous plaît entrez votre nom ici

La modération des commentaires est activée. Votre commentaire peut prendre un certain temps avant d’apparaître.