“LORO 2”. Capitolo conclusivo del dittico di Sorrentino sul personaggio Berlusconi

Commento a caldo sulla seconda parte del film di Paolo Sorrentino uscito in Italia il 10 maggio.

Con l’uscita nelle sale italiane di questa seconda parte di “Loro” si conclude il dittico che Sorrentino ha dedicato al personaggio Silvio Berlusconi. E’ lui il protagonista assoluto. Tutte le altre figure rappresentate in “Loro 1” diventano marginali. L’idea della storia è quella di immaginare e quindi rappresentare – come è avvenuto per l’enigmatico Andreotti ne “Il Divo”- l’uomo nel privato. Il periodo è quello tra la sconfitta alle elezioni del 2006 e la sua rimonta elettorale nel 2008, quando, per tornare al potere, attuò la strategia di convincere sei senatori a passare tra le fila del suo partito, facendo così cadere il governo Prodi. Si immagina che l’artefice di questo progetto strategico sia stato l’amico Ennio (personaggio ispirato a Ennio Doris banchiere di “Mediolanum” interpretato dallo stesso Servillo, come a dimostrare la piena simbiosi affaristica tra i due). E’ lo stesso Ennio che, per incoraggiare Silvio – all’inizio sfiduciato per la sconfitta elettorale – gli ricorda le grandi cose che ha fatto in passato: imprenditore d’assalto in una Milano tra la fine degli anni Settanta e inizio Ottanta, e poi l’intuizione di puntare sulle televisioni private, il telemarketing, e ancora l’investimento nella stessa banca, quindi l’acquisto della squadra di calcio del Milan, le coppe e infine lo scendere in campo in politica con un’idea, uno slogan (Forza Italia) e i soldi, con lo scopo di salvare tutto il suo patrimonio dai comunisti. Un uomo di successo quindi; ma anche un uomo solo. Perché come fa notare giustamente l’amico banchiere, colui che con le parole vende sogni (il piazzista, ma anche il politico) spesso è un uomo solo. L’appagamento del successo è talmente alto che si punta unicamente a quello; tutto il resto è possesso, potere, brama. L’uomo si potrà circondare di oggetti e di persone (che potranno ammirarlo per quello che ha e può offrire, ma non per quello che è veramente) tuttavia resterà sempre solo.

Sorrentino immagina Berlusconi un uomo ormai anziano, ritoccato chirurgicamente, che ha già toccato il suo apice, un po’patetico, che si circonda di gioventù in una villa che però è troppo grande e spesso vuota. Gli anni inesorabilmente trascorrono, ed anche lui se ne rende conto, ma è la sua indole di eterno ragazzo, di giovane chansonnier che, accompagnato al piano da Confalonieri, cantava sulle navi da crociera e magari conquistava i cuori di molte ragazze e che forse sognava di diventare un giorno un abile imprenditore, quello che è rimasto. E c’è riuscito. La solitudine di un dantesco Ulisse, colui che con la sua astuta abilità si è fatto strada nel mondo. Questa è la conseguenza di molti uomini di potere del passato e del presente che però ambiscono ad essere ricordati nelle pagine della Storia per aver lasciato un segno. Le scene con belle ragazze e “bunga bunga” in villa sono quelle descritte dai fatti di cronaca, ma è la sensazione di patetismo a colpire. Quelle ragazze non c’entrano nulla con quell’uomo, sono solamente un contorno alla ricerca di regali. Berlusconi allieta con il canto le compagnie, racconta barzellette, ma è solamente una persona, a volte imbarazzante, alla perenne ricerca di attenzione.

Se ne è resa perfettamente conto la moglie Veronica (interpretata magnificamente da Elena Sofia Ricci) diventata un mero oggetto d’appartamento, come uno dei suoi tanti trofei esposti in casa. Il momento “clou” del film è il dialogo che si immagina sia avvenuto tra lei e il marito quando Veronica gli annuncia che vuole lasciarlo a causa delle sue frequentazioni con giovani ragazze. Tra loro si percepisce tutta la tensione; c’è un rinfacciarsi di situazioni, di momenti, che varrebbe da sola una pièce teatrale. Due vite diverse le loro: ciò che sono stati, quello che sono diventati e quello che adesso sono. Davvero un magnifico e intenso momento di recitazione che vale tutto il film.

C’è quindi il ritorno al potere nel 2008 con Berlusconi soddisfatto per il conferimento dell’incarico per varare un nuovo governo. E poi nel 2009 avverrà il disastroso terremoto dell’Aquila. Le macerie di alcuni quartieri distrutti fanno da sfondo al finale. Forse c’entra la fede dei terremotati nel recupero da parte dei Vigili del Fuoco di un Cristo morente da una chiesa distrutta. Gente in silenzio stanca (a rappresentare un Paese stanco) disillusa di sperare che le loro sofferenze finiscano; o forse in attesa di un nuovo miracolo (italiano).

“LORO 2”
(Ita/Fr. 2018)
Regia: Paolo Sorrorrentino
Con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen. Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Lorenzo Gioielli, Alice Pagani, Caroline Tillette, Elena Cotta, Mattia Sbragia, Max Tortora, Milvia Marigliano, Roberto Herlitzka.
Genere: Biografico
Durata: 100’.

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Andrea Curcione
Andrea Curcione è nato e risiede a Venezia dal 1964. Laureato in Storia all'Università Ca'Foscari di Venezia, ama i libri, la scrittura, la fotografia e il disegno. Giornalista pubblicista, ha pubblicato alcuni racconti e romanzi noir di ambientazione veneziana. Si occupa soprattutto di critica cinematografica, ma per Altritaliani scrive anche di avvenimenti culturali e mostre di particolare interesse che si inaugurano nella città lagunare.

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