Dante e il Cinema. Breve viaggio nei film ispirati ai suoi versi immortali.

Era il 1965 quando la Rai trasmetteva Vita di Dante, sceneggiato televisivo in tre puntate diretto da Vittorio Cottafavi, su sceneggiatura di Giorgio Prosperi: si celebrava così il settecentesimo anniversario della nascita del sommo poeta. Nei panni di Dante un autorevole Giorgio Albertazzi, affiancato da Loretta Goggi giovanissima Beatrice Portinari, dalla presenza « muta e simbolica”. Figurano anche Renzo Palmer, Luigi Vannucchi, attori rivenienti dal teatro, e Riccardo Cucciolla con la sua calda voce narrante.

Siamo ora al settecentesimo anniversario della scomparsa del Sommo poeta, ed è propizio avventurarsi in un breve viaggio nella cinematografia ispirata ai suoi versi immortali. 

Inferno (Bertolini, Padovan et De Liguoro, 1911)

Siamo nel 1911, agli albori del cinema muto: Francesco Bartolini insieme a Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan girano in un bellissimo bianco e nero, L’Inferno, la prima cantica della “Divina Commedia”, su produzione di Milano Films; la fotografia (magistrale per quegli anni – vedi sotto*) affidata ad Emilio Roncarolo con la scenografia di Sandro Properzi. Gli interpreti: Salvatore Papa nei panni di Dante mentre Arturo Pirovano è Virgilio; Giuseppe de Liguoro interpreta più ruoli: Farinata degli Uberti, Pier della Vigna, Ugolino della Gherardesca. Il film gode di adattamenti scenici realizzati con non poche difficoltà, ispirati alle illustrazioni di Gustave Doré. Dante si ritrova smarrito in una selva oscura, e il suo disorientamento viene confortato da Virgilio che lo guiderà, conforterà e proteggerà per tutta la durata della discesa lungo i gironi infernali. Fanno tenerezza i personaggi, che si muovono circospetti e idealizzati. Enunciano una palpabile incertezza verso un divenire insondabile.

L’Inferno della Helios Film

Il film della potente Milano Films ebbe lo stesso anno la concorrenza della più piccola Casa di produzione, la Helios Film che, sfruttando la pubblicità dell’altro film, e forte dello stesso titolo, produsse un Inferno meno colossale e con taluni rimandi erotici per quel tempo, come ad esempio si mostra il seno nudo di Francesca.

Nel 1949 Riccardo Freda gira “Il Conte Ugolino” con Carlo Ninchi. Dante lo scorge nell’Antenora, insieme a Virgilio: si era macchiato di tradimento per non aver eseguito gli ordini di Papa Bonifacio VIII. Il film racconta del complotto che il cardinal Ruggieri organizza ai suoi danni. Così, Ugolino e i suoi figli maschi vengono murati vivi, nonostante la figlia riesca a smascherare il diabolico piano.

Il Conte Ugolino con Carlo Ninchi

Siamo sempre nell’Inferno, i gironi che maggiormente hanno ispirato l’arte, il teatro, la recitazione (pensiamo a Carmelo Bene, Albertazzi, e in ultimo Benigni) e non ultimo il cinema.

La divina commedia (A Divina Comédia) è del 1991, presentato alla Mostra di Venezia da Manoel de Oliveira, il più grande regista portoghese (scomparso nel 2015 a 106 anni) molto attivo e ammirato nel mondo. Il titolo può tradire in quanto, della maestosa opera dantesca, ne riprende lo spirito, in una apparente antitesi tra bene e male, tra santità e peccato. De Oliveira ambienta la narrazione in una casa di cura (quale girone dantesco) nella quale alcuni malati credono di essere personaggi della Fede: Gesù, Lazzaro, Adamo, Maria, persuasi di essere protagonisti di opere immortali di Dostoevskij: Raskol’nikov e Sonja di Delitto e castigo, Ivan e Alëša dei Fratelli Karamazov.

A Divina Comédia de Manoel de Oliveira

Nel 1985 Jean-Luc Godard gira Je vous salue Marie non senza polemiche per una vaga blasfemia, talvolta presente nelle opere dell’autore della nouvelle vague. Il titolo è l’annuncio della maternità a Maria, il 25 marzo, appunto, che coincide con le prime pagine scritte della Divina Commedia.

In un più vasto ambito intellettuale si può inquadrare il 25 Marzo, la data dantesca per eccellenza, nella quale ebbe inizio la scrittura del Capolavoro di tutti i tempi; e che Jorge Luis Borges definì: il più bel libro scritto dagli uomini.
Contaminazioni intellettuali e continue ispirazioni vedono in Dante e nel suo Capolavoro un assoluto naturale, tenuto in costante considerazione perché ineguagliabile.
Così Dante nel Paradiso XXI, 29-31, “…di color d’oro in che raggio traluce / vid’io uno scaleo eretto in suso / tanto, che nel seguiva la mia luce…”

Armando Lostaglio

#Dante700 e W! il #Dantedì seconda edizione



 

Inferno (Bertolini, Padovan et De Liguoro, 1911) – Dailymotion – Film muto – 1 ora

Note en français sur le film (source Wikipedia):

“L’Enfer” (L’Inferno) est un film muet italien de Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro et Adolfo Padovan (it), inspiré de la Divine Comédie, sorti en 1911.
Dirigé par Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro et Adolfo Padovan (it), le film est composé de 54 scènes. Il raconte avec fidélité le premier chant, avec une série de tableaux inspirés d’illustrations de Gustave Doré. Dans la selva oscura Dante rencontre Virgile et avec lui commence un voyage dans les cercles et le Malebolge où ils rencontrent tous les célèbres personnages du poème : Minos, Paolo e Francesca, Farinata degli Uberti, Pierre Des Vignes, Lucifer, etc.
“L’Enfer” (L’Inferno) est le premier film italien à 5 bobines, produit par la Milano Films ; cette dernière souffrit de la concurrence d’une plus petite société de production, nommée Helios Film, qui la même année, sortit en avant-première, un Inferno moins colossal mais connoté érotiquement (par exemple le sein nu de Francesca).
Le film est un chef-d’œuvre du genre costumé pour lequel se distinguèrent les producteurs italiens dans les années 1910 et le premier film européen à grande ambition littéraire et artistique. Les effets spéciaux cinématographiques (en particulier, la surimpression) et théâtraux (entre autres, jeux de cordage des machinistes) ont créé une œuvre réaliste, où pour la première fois s’utilisèrent les légendes écrites de manière cohérente, qui présentaient chaque scène dans ses vers les plus populaires ou avec une phrase explicative en prose. Dans le domaine des droits d’auteur, il est le premier film à obtenir l’inscription d’œuvre protégée. Le film eut un énorme succès.

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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