Metti un casco al pedone

Una volta tanto, parliamo di cose allegre come potrebbe essere la Giornata della bicicletta che s’è celebrata in tutta Italia. Usiamo il “potrebbe” perché, come succede spesso, la “Giornata” resta unica e sola, l’indomani sulle strade si riversa di nuovo la urlante e fetida marea di quattro-ruote. E se tutto va bene, di tornarci in bicicletta se ne parla di nuovo fra un anno, e sempre solo per un giorno.

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Le statistiche dichiarano Udine la città dove la bicicletta regna quasi
sovrana con il 39,8% di spostamenti, seguita da Ferrara con il 38,2% e da Torino con il 19%. Milano si ferma al 18,7%, Firenze al 13,6%, Roma al 5%, Napoli è fuori statistica perché in bicicletta ci si va solo su un paio di chilometri di lungomare solo la domenica e solo dalle 9 alle 13. Però in occasione della giornata della bicicletta è apparso un elegante manifesto che annuncia una pista ciclabile di 20 chilometri lungo il mare. Annuncio che si ripete a intervalli di anni, da almeno quattro decenni: c’è infatti da inventare il modo di proteggere la pista con adeguate barriere e ostacoli che ne impediscano l’uso alle due ruote motorizzate, con relativa strage di chi procede a forza di pedalate. Problema per ora insolubile, a meno di non voler far infilare i ciclisti in un grosso e lunghissimo tubo di acciaio…

Dalle foto e dai documentari Tv s’è notato che la gran parte dei fortunati che possono andare in bicicletta obbedisce al recente obbligo di mettere il casco, misura con la quale si spera di ridurre la strage continua sulle strade: le vittime preferite dei pirati motorizzati sono infatti i ciclisti e i pedoni, ma questi ultimi in misura molto maggiore: nelle città ne muoiono due al giorno, il funebre primato ce l’hanno Milano e Napoli, città.

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In Italia sono oltre 650 l’anno i pedoni uccisi, in gran parte sulle
strisce pedonali. A Napoli gli adepti del Collegio Patafisico – gruppo di intellettuali e artisti ispirati dall’Ubu Roy di Alfred Jarry e alla suprema scienza delle soluzioni immaginarie chiamata Patafisica – hanno lanciato una campagna per l’obbligo del casco ai pedoni.
Non è giusto, dichiarano, che se un motociclista investe un pedone, il primo avendo il casco si salva, il secondo invece muore. E il casco indossato dal pedone potrebbe anche essere opportunamente usato per rendere più efficace la minaccia di un “colpo di testa” agli automobilisti che non si fermano sulle strisce.

Eleonora Puntillo

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