“Malacqua” di Nicola Pugliese

La storia editoriale di un mitico romanzo del secondo Novecento su Napoli, finalmente in ristampa dall’Editore Tullio Pironti. Un evento molto atteso che ci racconta in anteprima la nostra Marina Bisogno. Questo piccolo capolavoro è stato accostato a Cent’anni di solitudine di Márquez e alla grande tradizione del Novecento europeo (Joyce, Kafka).

I librofili di Napoli (e non solo) attendevano da anni questa notizia, ed ora che è quasi realtà, sussultano di gioia e trepidazione. A maggio sarà di nuovo in commercio “Malacqua” di Nicola Pugliese, giornalista e scrittore milanese, ma vissuto nel capoluogo partenopeo per tutta la vita. A ripubblicare il romanzo sarà Pironti. Certo, detto così non pare niente di eclatante. In realtà la bellezza delle pagine di Pugliese ha tagliato il fiato a parecchi che, per anni, si sono accostati alle bancarelle e alle librerie antiche dei decumani per scovare una copia del romanzo. La prima (ed unica fino alla prossima primavera) risale al 1977. Fu Einaudi a pubblicare il testo: Calvino, difatti, restò impressionato dall’espressività dell’autore.

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Il romanzo va a ruba. Il racconto di quattro giorni di pioggia consecutivi annaffia i lettori, li affoga di bellezza e mistero: i chiaroscuri dei luoghi risalgono dal fango e si radicano negli occhi. Napoli, Napoli. C’è solo Napoli nella mente e tra le mani. La lingua, sinuosa e cadenzata, rincorre un mistero noto a stento a chi ci vive in quella città. Pugliese conquista tutti, ammalia il pubblico, ma scappa. Proprio quando la gente avrebbe voluto bere le sue parole, lui si ritira a vita privata ad Avella, un paesino nell’avellinese. Nel 2008 esce “La nave nera” (Compagnia dei trovatori). Tuttavia c’è chi recrimina la mancata ripubblicazione del primo lavoro. Oggi che Pugliese non c’è più (ci ha lasciati l’anno scorso), Tullio Pironti compirà il miracolo letterario. Con un comunicato stampa il fortunato editore ha dichiarato che Pugliese, prima di morire, ha scritto che doveva essere proprio Pironti a ripubblicare il romanzo. Così Armando Pugliese, fratello dello scrittore, ha contattato l’editore e gli ha parlato.

Raggiunto via email, Pironti ha commentato per noi questo progetto editoriale:

“È per me motivo di vanto e soddisfazione poter annoverare questo titolo nel mio catalogo. Confesso che ancora oggi mi domando come sia stato possibile, come sia accaduto che Nicola Pugliese abbia chiesto a suo fratello Armando e a sua figlia Alessandra di affidarmi la riedizione del suo splendido romanzo, rifiutando grandi editori che volevano ristampare la sua opera. Quale mistero si lega a questa sua decisione? È un mese ormai che continuo a pensarci. Posso provare ad azzardare una mia ipotesi a riguardo, facendo presente tuttavia che è solo una mia idea: “Malacqua”, uscito negli anni Settanta, si esaurì in breve tempo, come è noto. Credo che Nicola, violentando il suo orgoglio, chiese a Einaudi di ristamparlo; ristampa che, come pure è noto, non ci è mai stata. Da qui, posso presumere, la sua delusione verso la grande editoria e la sua decisione di ripubblicare con me”.

Nicola Pugliese

Dal comunicato della casa editrice:

Stando ai fatti, “Malacqua” è la cronaca di quattro giorni di pioggia nella città di Napoli. Il maltempo non provoca soltanto crolli e frane. Nell’incertezza ostile della pioggia, ecco moltiplicarsi eventi inusitati, prendere corpo presagi e neri ammonimenti. Le «voci» misteriose di Castel dell’Ovo, l’enigma di tre bambole, il mare di via Caracciolo che insegue gli scugnizzi nei «bassi», le monetine da cinque lire che suonano: la paura crea l’attesa di un Accadimento straordinario. Quale sarà quest’evento assurdo, irragionevole, capace di frantumare le prospettive stesse della vita?

È Napoli la vera protagonista di “Malacqua”. Per le antiche strade, i quattro giorni di pioggia alimentano una suspence da libro «giallo», applicata alle ragioni dell’esistenza.
“Malacqua” è stato accostato a “Cent’anni di solitudine” di Márquez e alla grande tradizione del Novecento europeo (Joyce, Kafka), muovendosi tra la lingua di D’Arrigo e un «doloroso» autobiografismo tipicamente gaddiano.

A MAGGIO IN TUTTE LE LIBRERIE

Marina Bisogno

CASA EDITRICE Tullio Pironti

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Marina Bisogno
Cresciuta nella libreria di mio nonno, ho maturato una familiarità con i libri e le parole. Oggi leggo per ispirarmi e scrivo per esprimermi, entrambi i gesti fanno parte del mio modo di essere. Ho studiato Giurisprudenza a Napoli, ho fatto lavori diversi ma tutti afferenti il mondo delle idee, del diritto, dell’economia e della cultura. Ho la tessera di pubblicista (come mezza Italia), ho provato a vivere di giornalismo culturale ma non ci sono riuscita, in alcuni casi non me l’hanno permesso. Collaboro con due riviste, 'L’indipendente' e 'Cattedrale magazine'.

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