Lo spettro di… un artista chiamato Banksy

È di pochi giorni fa la notizia che la polizia francese ha arrestato sei persone per il furto dell’opera realizzata da Banksy per commemorare le vittime del Bataclan di Parigi ed appena ritrovata in Abruzzo in un casale di campagna dai carabinieri della compagnia di Alba Adriatica (Teramo).

Lo stesso procuratore distrettuale dell’Aquila Michele Renzo aveva dichiarato:
« Il ritrovamento è stato possibile a seguito di indagini condotte dalla Procura distrettuale in collaborazione con gli organi di polizia e con la magistratura francese ».

L’opera rubata di Banksy al Bataclan – Parigi: La ragazza in lutto

Si parla della porta dell’uscita di sicurezza del Bataclan, il locale di Parigi tra i luoghi colpiti dagli attentati terroristici del 13 novembre 2015, quando un commando di terroristi irruppe uccidendo 90 persone che assistevano a un concerto degli Eagles of Death Metal, sulla quale lo street artist  più misterioso dell’universo aveva realizzato uno dei suoi stencils, omaggio etico-artistico, come è nelle sue ‘corde’, alle vittime.

Gli arresti sono dunque avvenuti grazie alla polizia di Parigi, nei dipartimenti dell’Isère, dell’Alta Savoia, del Var, del Rodano e del Puy-de-Dôme. L’identità dei fermati non è stata rivelata ma la polizia ha specificato che solo su due persone ricade l’accusa di aver organizzato e messo in atto il furto, mentre per gli altri quattro, l’ipotesi di reato è occultamento di refurtiva.

Realizzata nel giugno del 2018, nel corso di un soggiorno di Banksy nella Capitale francese durante il quale l’artista aveva disseminato pure altri suoi lavori, la porta del Bataclan raffigurante l’opera era stata rubata il 26 gennaio 2019 da un gruppo di persone con i volti nascosti, ripresi anche dalle telecamere di sicurezza, con l’ausilio di una smerigliatrice angolare. Il furto aveva destato molto scalpore, anche  e soprattutto per l’oltraggio al messaggio ed all’omaggio di commemorazione.

« L’opera di Banksy (raffigurante una donna in lutto, n.d.r.), simbolo di raccoglimento e che apparteneva a tutti: residenti, parigini, cittadini del mondo, è stata rubata – aveva asserito con profonda indignazione il teatro parigino. « L’artista – aveva aggiunto – ha offerto quest’opera sulla porta dell’uscita di sicurezza del Bataclan in uno slancio di omaggio e di sostegno. L’essenza stessa dell’arte urbana è di dare vita ad un’opera d’arte in un ambiente particolare e siamo convinti che essa avrebbe avuto un senso solo in questo posto. È per questa ragione che avevamo deciso di lasciarla, libera, nella strada, accessibile a tutti« .

La piccola bambina di Banksy

Ed è un momento davvero magico, ora per il misterioso Banksy.

Molte mostre si son aperte e/o stan per aprirsi nel suo nome, una di queste da un mese è a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, cornice d’eccellenza per un artista (molto particuliér) di altrettanta eccellenza.

Ma prima di dire è corretto avvisare – come recita l’annuncio ufficiale che:
L’artista conosciuto come Banksy non è in alcun modo coinvolto in questa mostra. Il materiale per questa esposizione proviene interamente da collezioni private. Per quanto riguarda l’artista, il suo ufficio è stato informato.
Tutte le icone, infatti, provengono da collezioni private, lui non partecipa mai.

A ‘parlare’, al posto dell’artista inglese che nessuno ha mai visto e di cui nessuno conosce il volto, sono le sue opere. Opere di inaudita potenza etica, evocativa e tematica, veri capolavori grafici di sintesi, anche spirituale, spesso in un rigorosissimo b/n.

E questo è più o meno ciò che accade per  tutte le esposizioni che lo ‘riguardano’.

Davvero imponente l’evento ferrarese che riunisce oltre 100 opere ed oggetti originali dell’artista britannico, in un percorso espositivo che esplica abbondantemente e con chiarezza la sua intera produzione.
Curata da Stefano Antonelli, Gianluca Marziani ed Acoris Andipa, ideata e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale, in collaborazione con Ferrara Arte l’esposizione durerà fino al 27 settembre prossimo.

Originario di Bristol, nato, presumibilmente, intorno al 1974, inquadrato nei confini generici della street art, Banksy rappresenta il più grande artista globale del nuovo millennio, esemplare caso di popolarità per un autore vivente dai tempi di Andy Warhol.

Di lui ha subìto molto l’influenza, ma una ascendenza davvero di rilievo è, a nostro avviso, riscontrabile nei confronti di Stanley Kubrick, da quel grande genio visionario che era.
Banksy ha, molto probabilmente ereditato, studiandolo, analizzandolo, la sua matrice fotografica, poi cinematografica, anche se non solo.
Autore perfetto per il nostro tempo, la sua essenziale impronta etica pure gli viene, in parte, dal grande Stanley.

Banksy svela un’opera in omaggio a George Floyd

I suoi graffiti mettono in discussione i temi, le urgenze della società – come fece il regista, fino alla fine.

Una delle opere in mostra, NAPALM, sembra un omaggio ad uno dei suoi capolavori,  Shining: molti ricorderanno l’apparizione iconica di Mickey Mouse nel corridoio dell’Overlook Hotel che ‘appare’, sinistra luccicanza, al bimbo.

Banksy vi ritrae tre personaggi: Mickey Mouse e Ronald McDonald che tengono per mano una bambina; lei è Phan Thi Tim Phuc (9 anni), immortalata l’ 8 giugno 1972 da Nick Ut nella fotografia vincitrice del premio Pulitzer, durante i bombardamenti in Vietnam in guerra contro gli Stati Uniti: una foto dalla simbologia semplicemente agghiacciante.

Nick Ut bombardamenti in Vietnam premio Pulitzer

E come Stanley le sue opere stencils  anche le più ‘semplici’ posseggono un’autentica forza dissacrante, anche quelle minimali, come le copertine degli lp che ha elaborato, negli anni.

Il momento magico dello street artist continuerà in Italia, a settembre, quando si aprirà una mostra nella capitale, BANKSY A VISUAL PROTEST, dall’8 dello stesso mese all’11 aprile 2021.

Anche qui presenti oltre 90 opere, in un percorso espositivo rigoroso, a raccontare, ancora una volta, e ad approfondire, il suo straordinario ed inusitato mondo.

Ed anche qui una sede meravigliosa, un contesto artistico storico di grandissimo livello come il rinascimentale Palazzo dei Diamanti di Ferrara; anche qui – prezioso contenitore – l’interno dell’architettura cinquecentesca del Chiostro del Bramante, a Roma.

Maria Cristina Nascosi Sandri, da Ferrara

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Video en français de France Télévisions: Mais qui est Banksy ? Qui se cache derrière le street-artiste le plus célèbre au monde ?

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Un artista chiamato Banksy
30 maggio 2020 – 27 settembre 2020
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
Aperto tutti i giorni 11-21

Video da Ferrara
Informazioni e prenotazioni
www.palazzodiamanti.it

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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