VENEZIA 72: un’anteprima del programma del Festival.

Nel corso della recente conferenza – stampa di presentazione del programma delle varie sezioni in concorso e non della 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si terrà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre prossimi, si è disvelato il fil rouge che lega le molte pellicole e le ‘chicche’.

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Quattro i film italiani in concorso – uno in più rispetto al ‘solito’, ma Barbera, da ormai 4 anni direttore artistico di Venezia, non grida all’entusiasmo: “…Se è vero che la produzione italiana è aumentata quantitativamente di recente, così non si può altrettanto affermare che la qualità ne abbia tratto gran giovamento – ha asserito ….”.

Brucia ancora, obbiettivamente, la ‘sconfitta di Cannes’, dove tre fra le nostre stelle più luminose, Garrone, Moretti e Sorrentino, non han portato via che ‘premiucci’ secondari, non certo d’effetto, anche se poi il botteghino li ha ampiamente, seppur non completamente ‘riabilitati’.

Le pellicole italiane, dunque, son quattro: Marco Bellocchio con il suo ultimo Sangue del mio sangue, Luca Guadagnino con A Bigger Splash, che tra gli interpreti include Tilda Swinton, già protagonista del pesante e un po’ snob e blasé Io sono l’Amore, sempre presentato a Venezia nel 2010; il napoletano Giuseppe M. Gaudino ( che ebbe il suo successo d’esordio alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro del 2000) con Per Amor Vostro, Piero Messina (assistente alla regia di Paolo Sorrentino per il suo splendido ed insuperato This Must Be the Place e, in sèguito, La grande bellezza) con il suo film-opera prima L’attesa, interpretato dalla ormai icona francese Juliette Binoche.

Fuori concorso ci sarà Gianfranco Pannone col documentario L’esercito più piccolo del mondo, Franco Maresco con il documentario Gli uomini di questa città io non li conosco e il film postumo di Claudio Caligari, Non essere cattivo, mentre in concorso, nella sezione Orizzonti, sarà presente Italian gangster di Renato De Maria e Pecore in erba di Alberto Caviglia.

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Aleksandr Sokurov dirige Francofonia, ambientato all'interno del museo del Louvre

Grandi nomi internazionali per il Concorso: Jerzy Skolimowski (il suo Essential Killing fu a Venezia nel 2010, con grandi polemiche sul protagonista, l’attore Vincent Gallo) con 11 Minutes e il già presunto vincitore in pectore, il ‘mostro sacro’ russo Aleksandr Sokurov (Leone d’Oro con il suo incomparabile Faust, nel 2011) che porta al Lido Francofonia.

Dodici anni dopo lo splendido Arca russa – parte della tetralogia della sua Opera Magna – girato come un unico piano-sequenza nelle sale dell’Ermitage di Pietroburgo, Sokurov torna a girare in un museo che, stavolta, è il Louvre – ma la lingua di corte degli czar era il francese, da non dimenticare!.

Attesa anche per Remember di Atom Egoyan, con l’inossidabile ed immenso Christopher Plummer (classe 1929) e Bruno Ganz, ma pure per The Danish Girl di Tom Hooper ( The King’s Speech – Il discorso del re, pluri-Oscar come miglior film straniero del 2011) ed il film d’animazione Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson.

Sicuramente qualcosa di davvero valido – come sempre – sarà da aspettarsi dal cinema francese, sempre al top e sempre meno valutato: si vedrà Marguerite di Xavier Giannoli (Superstar) con Catherine Frot, ottima attrice e caratterista, e L’Hermine di Christian Vincent col sempre più bravo Fabrice Luchini.
Ci sarà un solo film orientale in concorso, il documentario cinese Behemoth di Zhao Liang e l’imperscrutabile Amos Gitai che con Rabin, the Last Day proporrà il film più lungo del Concorso (153 minuti).

Per il programma e le date di tutti i film in concorso si rimanda al sito ufficiale della Biennale di Venezia: http://www.labiennale.org/it/Home.html

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Orson Welles girando Il mercante di Venezia

Ma un cenno importante merita il genio immortale di Orson Welles, nel centenario della nascita, e ai suoi capolavori ‘veneziani’ di ispirazione shakespeariana eccezionalmente recuperati e restaurati – Il mercante di Venezia, del 1969, film considerato perduto e Otello, del 1951 – cui è dedicata la serata di pre-apertura in Sala Darsena di martedì 1° settembre della Mostra.

Una couple davvero straordinaria, un omaggio imperdibile ad uno dei geni in assoluto della storia del cinema, mai considerato ‘abbastanza’ dal pubblico e dalla critica eppure inventor di stili ed inquadrature tuttora insuperate, copiate, ma, in fondo, mai ‘comprese’ appieno.

Grande fu sempre la fatica e la sofferenza del portare a compimento le sue opere e le due succitate furon proprio tra le più problematiche in questo senso, e per mancanza di mezzi e per incomprensione dei produttori; spesso, specie per l’Otello, girato a Malta, in condizione ‘eroiche’, Welles usò risorse proprie per onorare l’opera del Bardo che lui tanto amava e di cui pure, il prossimo anno, si celebrerà il 400enario della morte, dunque una sorta di omaggio ‘a latere’ anche a Shakespeare.

Il magnifico programma del 1° settembre in Sala Darsena, con inizio alle ore 20.30, prevede:


l’esecuzione dal vivo, a cura dell’Orchestra Classica di Alessandria, della partitura originale inedita de Il mercante di Venezia

, di Angelo Francesco Lavagnino (1909-1987), grande compositore di colonne sonore cinematografiche tra gli anni Cinquanta e Settanta – anche per il ferrarese Folco Quilici, tra gli altri – ed autore delle musiche di molti dei film di Welles tratti da Shakespeare. La partitura, originariamente scritta per il film incompiuto, ora è stata appositamente trascritta dall’unica esecuzione registrata all’epoca e mai eseguita in pubblico prima d’ora.

Già nel 1960 Orson Welles dichiarò: “Il ruolo che davvero sogno di interpretare è l’Ebreo di Shakespeare. Io sono cristiano (non che la cosa importi), ma ho sempre sentito una certa affinità verso Shylock e vorrei raccontare questo mio sentimento al pubblico”;
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la proiezione della versione lunga, restaurata dal CSC – Cineteca Nazionale di Roma, di Otello (96’). Si tratta della versione italiana del film, con i dialoghi a cura di Gian Gaspare Napolitano supervisionati dallo stesso Welles che doveva essere presentata a Venezia nel settembre 1951, ma che poi ritirò all’ultimo momento dal concorso, annunciando che la copia non era pronta. Una nuova versione, più corta ma in inglese, fu presentata al Festival di Cannes nel maggio 1952, vincendo il Grand Prix. Oggi quella rara versione italiana, finalmente, arriva al Lido.

Sarà inoltre allestita al Lido, sempre durante la Mostra del Cinema, la singolare esposizione Shakespeare & Sigari. 12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles, a cura di Bianca Lavagnino e Sergio Toffetti.

Si tratta di 12 tavolette di legno – il retro delle scatole dei sigari preferiti da Orson Welles – che, come facevano gli Impressionisti, prendendo appunti e schizzi sui loro minuscoli taccuini neri, lo stesso Welles aveva dipinto a olio negli anni ’60 con una serie di personaggi shakespeariani: Macbeth, Otello, Falstaff, Shylock…

Maria Cristina Nascosi Sandri

Da Ferrara

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