La Milano di Carlo Castellaneta, nella nuova edizione Interlinea del libro ‘Notti e nebbie’, a cinque anni dalla morte dell’autore. Una Milano che propone, come scrive Ermanno Paccagnini nel saggio conclusivo “situazioni del passato che si vedono riproporsi nel presente”. Così Maria Volant ci suggerisce una ‘rilettura’ di questo romanzo noir che narra “il senso di putrefazione morale e corruzione fisica” della Milano della Repubblica di Salò, non dimenticando di ricordarci quanto Milano, cosi nebbiosa e oscura, sia anche stata città aperta e luminosa, ricca di idee e intellettuali illuminati. Una città simbolo.
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Brano tratto da “Notti e nebbie” di Carlo Castellaneta, Ed. Interlinea, 2018.
“Forse cinquanta, cento metri. In fondo al budello di san Carpoforo, all’angolo con via Mercato, il tedesco fa segno che non si passa. Ce ne sono altri, elmetto e fucile a bracciarm, uno a ogni sbocco delle vie laterali. Una retata. Non vedo i camion, però. Un ufficiale attraversa la strada, lancia due colpi di fischietto. Stanno risalendo dal corso Garibaldi, rastrellando casa per casa, l’ortolana è venuta fuori di corsa con la spranga in mano per abbassare la saracinesca, sento ordini gridati in tedesco, dal pontaccio vengono avanti tenendosi per mano una schiera di elmetti, devo mostrare il mio tesserino, domando se c’è stato un attentato, pare di no, è solo un rastrellamento di sorpresa, il cielo comincia a farsi scuro…queste vecchie case, questi cortili di ringhiere nascondono facilmente disertori e ribelli… I tram erano stati fermati all’altezza di piazza del Carmine e la strada sgombra pareva un campo di battaglia...”.
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Siamo nel 1944 nella Milano degli ultimi mesi dell’avventura fascista; ormai racchiusa nel Nord repubblichino di Salò, scandita dai passi marziali dei tedeschi e dalle bande fra loro antagoniste (la Koch, la Muti) che agivano fuori d’ogni legalità che non fosse quella del sopruso eletto a norma, mentre circolavano voci sulla risalita alleata e su infiltrazioni partigiane; una brutalità che Castellaneta vede rispecchiata nella violenza fascista dei primi anni ’70 e di sempre… che, come dice l’autore, “La storia come riferimento politico deve essere solo un supporto. La vicenda è autonoma, storia d’oggi, affascinante anche per i giovani, che solo per un caso è del ‘44”.
Castellaneta ha voluto parlare della “violenza, di questa violenza di oggi, della violenza fascista”.
Una Milano oscura, nebbiosa, infangata e brumosa di uomini e donne persi, stralunati come burattini animaleschi, mossi soltanto dagli istinti. Uomini privi di scrupoli etici, attenti solo al profitto, al benessere effimero. Purtroppo Milano può diventare anche questo: uno scenario di conflitti e di lotte dettate dalla sete di denaro, di privilegi, di scambi ambigui.
Dal 1944 la città ne ha viste… Fino a Tangentopoli e ai processi di “Mani pulite”, malgrado il suo splendore e la sua anima generosa di uomini e donne che lavorano, che credono nell’efficacia del “fare”.
Ma questa città ha un passato di menti elette che costruirono teorie e studi di grande contenuto umanistico, nobili e di grande potenza intellettuale. Essa era lo scrigno del pensiero e della vita degli illuministi lombardi, il salotto buono di Cesare Beccaria, autore del trattato “Dei delitti e delle pene” contro la pena di morte che affascinò Voltaire e Diderot e che, in Toscana, fu applicato per la prima volta nel mondo. Città di Pietro e Alessandro Verri, il primo grande economista e lungimirante funzionario di Stato e magistrato-poeta il secondo. Milano è la città di Alfonso Longo e di tutti i giovani aristocratici della rivista “Il Caffè” all’avanguardia nelle scienze anche legislative e letterarie, innovante e critica. Milano del grande matematico Paolo Frisi, di Giuseppe Gorani, “storico-viaggiatore” e onesto-avventuriero che partecipò alla Rivoluzione francese, di Parini, delle Accademie, dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini, delle nobili signore eleganti e colte come la contessa Belgioioso e la figlia di Cesare Beccaria, madre del Manzoni e di tanti altri illuministi che gettarono, sotto il governo illuminato di Maria Teresa d’Austria, le basi della Milano moderna e dell’Italia inserita nel movimento delle “Lumières” (Illuminismo) a carattere profondamente europeo.
Una città aperta e luminosa, elegante e prospera, con industrie nascenti, ben gestita a livello istituzionale, con riforme efficaci e durature. Di questa Milano siamo debitori del nostro benessere e anche della volontà di costruire un pensiero riformatore che arrivò fino alla Campania e alla Sicilia, unendosi alle proposte e alle riforme che circolavano in Italia, non ancora Stato ma già nazione, in quel tempo “felice”. Dall’ombra alla luce, in un processo che non si può chiamare tempo ma solo speranza nel futuro, rinascita e volontà di riscatto.
Maria Vitali-Volant
Sinossi: ‘Notti e nebbie’, di Carlo Castellaneta
La Milano dell’ultima guerra nella stagione dell’occupazione nazista vista attraverso le vicissitudini di un commissario della polizia politica, tra la passione carnale per le donne e l’attaccamento agli ideali del fascismo ormai in mezzo a una guerra civile. Notti e nebbie, con «un gusto quasi viscontiano per il senso di putrefazione morale e corruzione fisica», è il primo romanzo italiano che ha raccontato il tragico periodo di Salò e della Resistenza con la voce narrante di chi aveva scelto il regime. Il noir di Carlo Castellaneta torna, a cinque anni dalla morte dell’autore, a rappresentare (come scrive Ermanno Paccagnini nel saggio conclusivo) «situazioni del passato che si vedono riproporsi nel presente».
Carlo Castellaneta (Milano 1930-Palmanova 2013) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Iniziò giovanissimo a lavorare, prima in una galleria d’arte poi come correttore di bozze, finché nel 1958 Elio Vittorini lesse il manoscritto di Viaggio col padre e lo volle pubblicare. I romanzi di Castellaneta sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo e tedesco. Giornalista del “Corriere della Sera” e direttore di “Storia illustrata”, è stato anche presidente del Museo teatrale alla Scala. Dal romanzo “Notti e nebbie” è stata tratta l’omonima miniserie televisiva diretta da Marco Tullio Giordana su sceneggiatura dello stesso Castellaneta. Interlinea ha avviato la ripubblicazione delle sue opere a cura di Ermanno Paccagnini.