La quarta edizione del percorso di avvicinamento al settimo centenario di Dante 2021 si terrà a Ravenna dal 10 al 12 settembre (www.dante2021.it), organizzata dalla direzione scientifica dell’Accademia della Crusca con il sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio ravennate.
Sarà commemorato il filologo e critico Cesare Segre, accademico della Crusca da poco scomparso, a cui questa stessa rivista ha dedicato una memoria (26 marzo 2014: La scomparsa di Cesare Segre, filologo pioniere della lingua e della letteratura italiana
http://www.altritaliani.net/spip.php?page=article&id_article=1833)
L’attrice Patrizia Zappa Mulas proporrà un monologo ironico dal titolo: Non sono una santa, ma ti aspetto in Paradiso, dedicato a Cunizza da Romano, personaggio che Dante incontra nel cielo di Venere nel IX del Paradiso.
L’ironia fa leva sul passato di Cunizza, spirito amante, che multum exarsit in amore carnale (commento di Pietro Alighieri), prima di pentirsi e rivolgersi alla contemplazione dell’amore divino. L’episodio potrebbe sembrare in contrasto con la robusta struttura morale della Commedia, se non sapessimo che, a dire del poeta fiorentino, il traviamento della giovinezza, come per altro pure il proprio sotto la metafora della selva oscura, può essere perdonato se intervengono un sincero pentimento e una devota dedizione al sommo Bene. Cristo disse infatti della peccatrice (Luca 7, 36-8,3 ): Le sono perdonati i suoi molti peccati perché ha molto amato.
D’altronde non solo nella Divina Commedia trova posto a tinte forti l’amore umano (c.V Inferno:Francesca da Rimini), ma è soprattutto celebrato quello divino che tutto può. In Esso dentro il grande circuito celeste (Empireo) tutte le singole entità individuali del gran mare dell’essere sono come assorbite e realizzate. La donna, sia essa angelicata come Beatrice, che terrena, vagamente evanescente come Pia de’ Tolomei (Purgatorio, c.V) o “vergin sorella” come Piccarda Donati, sorella di Forese (Paradiso, c. III), è la mediatrice di questo sentimento così universalmente diffuso. La più parte delle opere del grande poeta che precedono la Commedia, la Vita nova, Le Rime, Il Convivio, come si sa, sono all’insegna dell’amore e tracciano un lento e meditato percorso per liberare quello terreno dalle scorie della sensualità ed arrivare a Dio dalla terra verso il Cielo.
La canzone (LXXXI delle Rime): Amor che nella mente mi ragiona può definirsi la chiave di questo itinerario, una sorta di summa del pensiero del fiorentino a cui lo stesso filologo Cesare Segre aveva dato molta rilevanza. Per questo è stata scelta quasi come emblema di questa quarta edizione.
L’amore umano, come nell’altra canzone delle Rime: Tre donne intorno al cor mi son venute, dovrebbe accompagnarsi alla giustizia, alla gentilezza ed alla carità per essere apprezzato da Dio. Ed è proprio questo il punto della profonda differenza che intercorre tra il pensiero di Dante e il nostro tempo, in cui violenza, inganno, ingiustizia, egoismo inquinano e soffocano il sentimento dell’amore.
Dante rimane il maestro che sa distinguere il bene dal male, mentre nella nostra realtà questi due elementi sono confusi e deviati. Egli sale all’Empireo, noi restiamo nella selva oscura.
Egli è poeta d’amore perché riconosce che questo sentimento, se bene indirizzato, può riscattare tutte le colpe del mondo.
Altri momenti importanti del prossimo incontro a Ravenna vedranno Paolo Poli, lettore di canti danteschi, Roberto Vecchioni, Valerio Magrelli e Ranieri Polese.
Il programma completo dell’edizione 2014
Gaetanina Sicari Ruffo