Al Festival del Teatro greco di Siracusa I Cavalieri di Aristofane. La lectio di Luciano Canfora.

Chiude con ottima riuscita e grandi aperture la 54esima edizione del ciclo del Dramma classico a Siracusa, ricco di eventi speciali, un vero e proprio Festival del teatro greco a livello internazionale. Il tema di quest’anno : La « scena del potere », tra demagogia e democrazia.

Rappresentazione de I Cavalieri di Aristofane al Teatro greco di Siracusa

Siamo qui per raccontare la grande svolta di questo genere che sta molto a cuore a numerosi appassionati. Si calcola infatti che, nel 2017, si sono registrati ben 140 mila spettatori provenienti da mete anche a volte lontane, nell’incantevole teatro greco che ormai si perfeziona sempre di più ad inquadrare la memoria del passato e ad attualizzare la storia che sembra rivivere nel presente.

C’è stato spazio non solo per le rappresentazioni di Eracle di Euripide, Edipo a Colono di Sofocle (regia di Emma Dante), I Cavalieri, commedia di Aristofane, secondo la formula ormai collaudata dalla tradizione, ma anche  collateralmente  ampi squarci di riflessione in altrettanti incontri, affidati a studiosi ben noti, esperti della materia, che hanno tracciato suggestive linee di giudizio e di commento per meglio far capire l’essenza del teatro classico : Cacciari, Camilleri, Baricco, Canfora, nella cosiddetta “Scena del potere” che ha completato e meglio spiegato la drammaturgia, facendo spettacolo a sè.

I Cavalieri, regia di Giampiero Solari

Soprattutto l’interpretazione dei Cavalieri è stata sorprendentemente nuova ed accostata all’attuale presente dal ben noto filologo Luciano Canfora che ha tenuto il 28 giugno, per invito dell’INDA, Istituto Nazionale del Dramma antico e Fondazione che si occupa degli eventi, con il Direttore Roberto Andò, il Commissario straordinario Pier Francesco Pinelli, un’audizione apposita all’Orecchio di Dionisio, all’interno del Parco archeologico Neapolis, dal titolo : « Capo carismatico o demagogo ? Aristofane contro Cleone », proprio per meglio dire come i classici siano immortali e riescano ad essere attuali, senza forzature di sorta. Lo studioso che, da molti anni a questa parte, parla di democrazia e libertà, non perde occasione per ribadire come una certa casta, dinamica e opportunamente strutturata, detiene le leve del potere ed abusa della parola democrazia, limandone le basi.

In questo caso ha trattato di Aristofane che usò la sua Commedia attica, come arma politica per attaccare gli avversari, i demagoghi, e deriderli, perché sotto l’apparenza di servire gli interessi del popolo, imponevano la loro volontà agli altri.

Nei Cavalieri, non la prima delle undici rimasteci (sembra ne avrebbe composte quaranta), ma la seconda, dopo gli Acarnesi, rappresentata contro Cleone nel 424 prima di Cristo, riportò il primo premio, anche se l’avversario non perse il favore popolare.

Siamo nel periodo della guerra del Peloponneso, quando l’autore non aveva ancora venticinque anni e viveva da libero cittadino i successi e le disfatte della sua Atene, condividendo gli odi e i sospetti dei suoi concittadini, le amicizie e le speranze, la maldicenza e i contrasti, così come oggi magari noi viviamo questo nostro periodo di trapasso di governo, intervenuto dopo un lungo travaglio elettorale.

Luciano Canfora

È qui infatti che con straordinaria chiarezza Canfora si è soffermato ad immaginare la scena con al posto dei protagonisti della commedia : Paflagone, Nicia, Demostene e il Salsicciaio, gli attuali politici Renzi, Di Maio, Berlusconi e Salvini di cui tanto si è detto.

L’accostamento è divenuto esilarante. Paflagone è un servo, divenuto tiranno, grazie alla sua protervia ed è riuscito a piegare il suo padrone Demo ai suoi bisogni, ma incontra il Salsicciaio, più furbo ed agguerrito di lui che, grazie a particolari trovate, riesce a farsi passare, con l’aiuto del coro, per uomo per bene e ad avere la meglio su Paflagone. Gli altri due : Nicia, il riccastro, potrebbe essere Berlusconi e Demostene, generale, amante delle armi, lo stesso Salvini che fa la voce grossa.

In tal senso si comprende bene come il teatro riviva la scena politica con tutta la verve possibile, tra risate e battute, ammiccando a situazioni in sé strane e non certo senza pericolo, un pò come spesso accade nella realtà quotidiana. Canfora, da tempo dedito a spiegare l’attualità dei classici, ha così raggiunto il suo scopo, della loro esemplarità che s’impone subito pubblicamente, mentre va oltre la circostanza presente, ad esprimere l’arte raffinatissima di coniugare la vita con la filosofia.

I Cavalieri Aristofane Siracusa

La commedia, naturalmente è stata di grande successo e di alto gradimento pubblico, rappresentata dal 29 giugno al 9 luglio con la regia di Giampiero Solari e un cast di valenti attori : Giovanni Esposito nella parte dell’intraprendente servo Demostene al fianco dello scattante Sergio Mancinelli, Nicia; Francesco Pannofino che presta voce e corpo robusti al Salsicciaio, antagonista del Paflagone, affidato alla melliflua petulanza di Gigio Alberti; Antonio Catania, Demo più astuto che grullo e infine, il musicista Roy Paci nel ruolo del Corifeo.

Come si può intuire i valori trasmessi da questo tipo di teatro servono a ribadire il forte realismo che ne informa la struttura ed a rafforzare la visione etica di un’universale coscienza umana che non teme di scoprire la verità e ad essa aderire.

L’INDA ha coinvolto come sempre i giovani studenti delle scuole che sono stati numerosissimi spettatori, molti partecipi alla 24esima edizione, anche nello scenario dell’altro grande teatro greco, di Akrai, a Palazzolo Acreide.

I titoli delle rappresentazioni classiche che andranno in scena l’anno prossimo sono già stati annunciati. La stagione 2019 ruoterà attorno al tema “Donne e guerra”. Saranno due tragedie di Euripide, “Le Troiane” ed “Elena” e la commedia di Aristofane “Lisistrata” le tre nuove produzioni inserite dalla Fondazione Inda nel calendario del 55° Festival al Teatro greco di Siracusa.

Gae Sicari Ruffo

Sito del Festival del Teatro greco di Sicarusa e dell’INDA

Riassunto ufficiale della commedia :

I Cavalieri di Aristofane

Traduzione di Olimpia Imperio come fu per quella delle Rane della scorsa edizione siracusana (recensione Altritaliani)

Il gigantismo del tiranno o dell’eroe trova il suo grottesco rovescio nel demagogo della commedia, che di quella ‘tragica’ grandezza rappresenta, in maniera provocatoria e ‘demagogica’, lo svilimento e la degradazione. E il demagogo per antonomasia della commedia ateniese è Cleone. Capo del partito democratico, subentrato a Pericle nella leadership della Città, bersaglio privilegiato della satira politica aristofanea degli anni Venti del V secolo. Cleone è il protagonista dei « Cavalieri », la fortunata commedia rappresentata nel teatro ateniese di Dioniso alle Lenee del 424 a.C. Essa garantì a un Aristofane ancora giovane il primo premio. Mai, sino a oggi, è stata prevista nella programmazione siracusana dell’INDA.

Questo sarà appunto il terzo dramma in scena nella stagione 2018, nel quale protagonisti sono il vecchio e rimbambito Demo, allegoria del popolo ateniese, e un servo di casa, Paflagone, controfigura di Cleone, uomo rozzo ma astuto e potente, che con l’adulazione e i raggiri si è guadagnato i favori del padrone. A sorpresa, grazie alle trame di altri due servi (a loro volta probabili controfigure dei due strateghi ateniesi Nicia e Demostene), stanchi di essere tiranneggiati dai voleri di un Demo ormai totalmente asservito al servo-demagogo, ma grazie anche al decisivo supporto fornito dal coro di Cavalieri (nemici giurati della democrazia ateniese), con tragicomico rovesciamento Paflagone-Cleone cadrà in disgrazia. Espulso anch’egli come un capro espiatorio ai margini della città e condannato a… vendere salsicce, verrà soppiantato, da un politico a dir poco ‘improvvisato’ : un Salsicciaio, terzo componente di un esilarante terzetto, soggetto non meno spregevole, e se possibile, ancor più ignorante e arrogante dell’altro ! Chi è, in questa vicenda, il tiranno ? Chi l’eroe ? Sarà la storia, quella antica e quella attuale, a rispondere.

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Gaetanina Sicari Ruffo
Gae(tanina) Sicari Ruffo è purtroppo venuta a mancare nel 2021. Viveva a Reggio Calabria. Già docente di Italiano, Latino e Storia, svolgeva attività giornalistica, collaborando con diverse riviste, tra cui Altritaliani di Parigi, Calabria sconosciuta e l’associazione Nuovo Umanesimo, movimento culturale calabrese. Si occupava di critica letteraria, storica e d’arte. Ha pubblicato i saggi Attualità della Filosofia di D.A. Cardone, in Utopia e Rivoluzione in Calabria (Pellegrini, 1992); La morte di Dio nella cultura del Novecento, in Il Santo e la Santità (Gangemi, 1993); La Congiura di Tommaso Campanella, in Quaderni di Nuovo Umanesimo (1995); Il Novecento nel segno della crisi, in Silarus (1996); Le donne e la memoria (Città del Sole Edizioni, 2006, Premio Omaggio alla Cultura di Villa San Giovanni); Il voto alle donne (Mond&Editori, 2009, Premio Internazionale Selezione Anguillara Sabazia). Suoi anche i testi narrativi Là dove l’ombra muore (racconti Premio Internazionale Nuove Lettere, 2010); Sotto le stelle (lulu.com, 2011); La fabbrica dei sogni (Biroccio, 2013); la raccolta di poesia Ascoltando il mare (Pungitopo, 2015).

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