Vivo in Liguria e di recente ho avuto la fortuna di poter presentare alla Biblioteca Lercari di Genova il mio libro di fiabe “Il famoso cantastorie dei due golfi” (Campanotto editore). Questa biblioteca ospita la seconda raccolta civica più grande di Genova dopo quella della biblioteca Berio ed è un luogo di cultura importante, attivo, della nostra regione, da conoscere e far conoscere anche all’estero. È ospitata in un edificio storico che risale alla fine del ‘400, la Villa Cattaneo Imperiale, circondata da uno splendido parco nel quartiere di San Fruttuoso. Quest’anno per celebrare l’anniversario dei 100 anni della Lercari sarà organizzato un ricco programma di eventi. Abbiamo rivolto alcune domande alla Dott.a Alberta Dellepiane, bibliotecaria responsabile e la ringraziamo della sua disponibilità.
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C.C.: Ci può parlare della Villa e del Parco che ospitano la biblioteca?
A.D.: Ho il privilegio di lavorare in un luogo speciale, la Villa Cattaneo Imperiale, da circa sei anni, una residenza nobiliare di campagna di grande pregio, quasi una sede museale, risalente alla fine ‘400, che presenta un modello architettonico “pre alessiano” in riferimento alla successiva opera di Galeazzo Alessi, con affreschi della seconda metà del ‘500, come ‘Il ratto delle Sabine’, uno dei capolavori di Luca Cambiaso.
Non solo mi occupo dell’organizzazione e dei servizi di biblioteca, attività strettamente bibliotecaria, a cui tengo molto, ma curo e cerco di valorizzare la parte storico-artistica della Villa e di far conoscerne i tesori ai cittadini genovesi.
La Villa, commissionata dalla nobile e facoltosa famiglia genovese dei Cattaneo ospitò il re di Francia Luigi XII nel 1502, in visita a Genova. Molto interessante è la descrizione di questo evento, tratta dalle cronache del tempo: il re fu accolto con la sua corte, si fece una grande festa organizzata da Lorenzo Cattaneo. Abbiamo report dell’epoca, dove si legge che Luigi XII colpito dalla magnificenza della villa, pare abbia detto che posti così belli in Francia sono riservati solo ai re.
È importante far conoscere questa residenza e ricostruire le fasi storiche delle famiglie che vi hanno abitato, quali i Di Negro e gli Imperiale. Nel 1919 il marchese Cesare Imperiale, l’ultimo residente sino agli anni ‘10, cedette la proprietà al Comune. In ottobre, nel corso delle celebrazioni del centenario, ci sarà un approfondimento anche su questo aspetto, frutto di recenti ricerche.
Vorrei ricordare che quest’anno, per il suo carattere museale, Villa Cattaneo Imperiale è stata inserita nel circuito dei Rolli del 14, 15, 16 maggio. Attraverso la rete (https://youtu.be/i_tBbcdOdHc) si può fare una visita virtuale realizzata grazie alle riprese di due droni sia degli ambienti interni sia del parco storico.
A partire dal mio ufficio quasi tutto il piano nobile è affrescato; ambiente così belli, curati, importanti creano negli utenti un atteggiamento di maggior sensibilità verso il bello e la cultura: i ragazzi sono più attenti, rispettosi in un contesto di grande pregio.
Auspico che i cittadini sfruttino sempre più l’opportunità di frequentare e scoprire questa antica residenza, una testimonianza dell’arte, dell’architettura genovese fra il 400 e il 500, uno spazio pubblico dove si può accedere liberamente, dove sono presenti tre magnifiche sale in cui organizzare iniziative ed eventi e dove scoprire i servizi offerti dalla biblioteca.
C.C.: Abbiamo un grande debito di gratitudine verso il mecenate Gian Luigi Lercari. Può raccontarci qualcosa di lui, così importante per favorire la cultura nella città di Genova?
A.D.: Indicherei tre personaggi importanti nella storia di questa biblioteca: Gian Luigi Lercari, Amedeo Pescio e Giuseppe Piersantelli.
Dal 23 ottobre 1921 la biblioteca è intitolata a Gian Luigi Lercari, il prossimo ottobre ricorre il centenario. Stiamo organizzando mostre, incontri, visite guidate, e altro per celebrare questa ricorrenza, particolarmente da settembre in poi.
La biblioteca in realtà era nata nel 1915 come biblioteca popolare Aurelio Saffi, sempre su iniziativa del Lercari, che donò in varie riprese gran parte delle sue collezioni librarie. Era uomo animato da spirito liberale, un filantropo. Veniva dal mondo del commercio: dirigeva una ditta tessuti, poi di carte da gioco; credeva nella funzione del libro, della cultura per elevare il popolo; in un periodo in cui il tasso di analfabetismo era molto alto, favorì le classi che avevano meno possibilità di fruire dell’istruzione. Impegnato in progetti di cooperazione, attivo in molte associazioni filantropiche, in banche, cooperative, carceri, anche se non era uomo di studio, amava i libri, e in uno di questi atti di donazione si legge che “lui desiderava offrire [i suoi libri] agli abitanti di S. Fruttuoso, soprattutto ai giovani, in modo da nutrire l’ingegno…”. Dopo una prima donazione di 3576 volumi, nel 1920 il Lercari fece un’ulteriore definitiva donazione di 15.000 libri e 23 scaffali, a condizione che il Comune di Genova individuasse la prestigiosa Villa Cattaneo Imperiale quale nuova sede. Sarebbe diventato il polo bibliotecario del levante cittadino, per favorire in particolare la popolosa zona di S. Fruttuoso, mentre la biblioteca Berio avrebbe servito il territorio di centro ponente.
Nel corso delle celebrazioni del centenario il ritratto del Lercari ritornerà dai musei civici, verrà nuovamente affisso nella Sala Cambiaso, dove originariamente si trovava insieme alle sue raccolte.
Giuseppe Piersantelli fu il fondatore del sistema bibliotecario urbano degli anni ‘60, sino al pensionamento nel ’72. Ha modernizzato il mondo delle biblioteche genovesi realizzando un nuovo modello di centro informativo e formativo a servizio del cittadino, dopo aver individuato una politica comune al sistema delle biblioteche, come ad esempio il taglio più moderno dello ‘scaffale aperto’. Infatti prima di questa innovazione i libri non erano accessibili al pubblico, ma conservati in scaffalature chiuse a chiavi o in magazzini, mentre ormai da molti anni i lettori possono scegliere direttamente il volume a scaffale. Ha lavorato sia alla biblioteca Berio come alla biblioteca Lercari. Nel periodo post bellico la biblioteca Berio è stata chiusa sino al 1956, a causa dei bombardamenti subiti, in quel periodo la Lercari è stata il riferimento cittadino più importante. Il Piersantelli ha avuto il compito di ricostruire e rifondare la biblioteca Berio. Oltre ad essere stato un grande innovatore lo ricordiamo per essersi occupato della storia delle biblioteche genovesi
Altra figura importante, Amedeo Pescio, primo bibliotecario assegnato alla nostra biblioteca Lercari negli anni ‘20 sino al 1947, quando è andato in pensione. Pescio ne viene dal giornalismo, ha lavorato per diverse testate, compreso il Secolo XIX, di cui fu capo redattore delle pagine culturali, affiancando a questo impegno il ruolo di bibliotecario, che ha continuato l’opera di Lercari nell’accrescere le collezioni librarie con donazioni di pregio. Nelle raccolte risalenti agli anni della fondazione sono presenti notevoli fondi ottocenteschi, riviste rare e volumi su tematiche di storia locale e su teatro, spettacolo, libretti d’opera, musica, mondo delle arti; una specializzazione recente è il fondo specialistico sul cinema, altra peculiarità della nostra biblioteca. Importante lascito dell’opera di Pescio è il suo notevole archivio, ora allo studio di una ricercatrice, costituito da più di 400 contenitori con stampe, scritti, cartoline, lettere ecc., una miniera inesauribile di testimonianze del mondo culturale genovese della prima metà del ‘900.
C.C.: Da quanto tempo dirige questa biblioteca civica? Ho letto che viene definita l’ultima bibliotecaria. Cosa c’è di vero in questa affermazione?
A.D.: Sono venuta alla Lercari definitivamente nel 2015, dopo aver lavorato alla biblioteca Berio, la principale del sistema genovese, per 25 anni. L’affermazione, a cui Lei fa riferimento, deriva da un articolo volutamente provocatorio uscito su un quotidiano nel dicembre 2020, circa la ‘perduta’ figura del bibliotecario, professionalità per cui il Comune non ha più bandito concorsi. Questo è un problema comune a molte altre realtà italiane, dove la figura di bibliotecario nell’ente pubblico è poco riconosciuta e valorizzata come professione specialistica, in cui sono necessarie competenze e formazione adeguate. La principale criticità è che ormai da anni non c’è alcun ricambio ai pensionamenti, col rischio di perdere un patrimonio di competenze e di professionalità e di svuotare le biblioteche pubbliche della loro indispensabile funzione di luoghi di crescita culturale, di scambio di conoscenze, di incontro e di socialità per i cittadini. A maggior ragione questo discorso è importante in questa fase storica in cui dobbiamo essere ancor più preparati ad affrontare quella che viene definita la rivoluzione digitale, stare al passo coi tempi, promuovere servizi innovativi, riaffermare il ruolo delle biblioteche nel campo dell’informazione e della promozione della lettura; occorrono forze nuove con competenze specialistiche, speriamo che venga percepita questa necessità.
C.C.: Quale la Vostra utenza tipo?
A.D.: La biblioteca pubblica per sua natura si rivolge a tutti: varie fasce d’età, provenienza culturale, linguistica, con particolare attenzione alle categorie più fragili, quali anziani, persone con disabilità, persone straniere. Nella nostra tipologia di pubblico prevalgono i pensionati, cittadini che hanno più tempo a disposizione, spesso grandi lettori che sono la categoria più presente nei gruppi, negli incontri di formazione, nelle conferenze. In periodo pre-Covid abbiamo accolto molte scolaresche, per visite guidate, laboratori ed incontri di lettura, naturalmente speriamo di riprendere da settembre. Gli studenti universitari hanno già ripreso a frequentare assiduamente, anche se per loro la biblioteca rappresenta più un luogo di studio e di incontro che di servizi. Occorre impegnarsi al massimo per offrire a tutti, in particolare alle categorie più svantaggiate, servizi adeguati ai tempi, avere un ruolo educativo nell’orientamento e nella selezione dell’informazione di qualità fornendo servizi di formazione sul mondo digitale, sull’accesso alle biblioteche digitali. Tutto questo fa parte dell’impegno da parte delle biblioteche pubbliche di contrastare quello che viene definito “digital divide”, il divario digitale che riguarda le categorie più svantaggiate.
Alcuni appuntamenti previsti nel mese di ottobre 2021, nell’ambito delle celebrazioni “BIBLIOTECA LERCARI: I MIEI PRIMI 100 ANNI”:
- 7 ottobre ore 16 – Presentazione del volume di T. Totis “Guida alla conoscenza delle piante del parco di Villa Imperiale Cattaneo in Genova-Terralba” e della tesi su Villa Imperiale dal punto di vista dell’architettura dei giardini di S. Caristi.
- 14 ottobre ore 16 – Presentazione Atti Convegno “Il ruolo di Villa Imperiale di Terralba nello sviluppo culturale della città” 2013.
- Villa Imperiale: 100 anni di immagini : esposizione di fotografie, quadri e documenti risalenti alla prima metà del Novecento.
- Sabato 23 ottobre 2021 – Cerimonia di rievocazione dell’inaugurazione della Biblioteca Lercari avvenuta il 23 ottobre 1921 e ricollocazione in Sala Cambiaso del ritratto di Lercari, di A. Pellicciotti e “Trattenimento in Villa” ore 16,00-18,30, evento/festa a cura del Gruppo rievocazione storica “I Gatteschi”.
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Clara Crovetto