A Venezia, presso il gioiellino della Casa dei Tre Oci che si affaccia sul canale della Giudecca alla fermata delle Zitelle, già dimora dell’artista Mario De Maria (Marius Pictor, Bologna 1852-1924) è stata presentata la prima retrospettiva fotografica dedicata ad uno dei più noti fotografi veneziani che hanno dato lustro alla regione, all’Italia e al mondo intero: Fulvio Roiter (1926-2016).
La mostra, promossa dalla Fondazione Venezia in partenariato con la Città di Venezia e curata da Denis Curti – direttore artistico degli eventi in quella meravigliosa sede – si è resa possibile grazie al contributo della vedova di Roiter, la fotoreporter belga Lou Lembo. La signora ha messo a disposizione 200 fotografie, per la maggior parte vintage, per sostenere il ricordo di questo grande fotografo e per dimostrare tutta l’ampiezza e l’internazionalità del suo lavoro.
La mostra è suddivisa in 9 sezioni, nelle quali viene espresso uno specifico periodo della vita e dello stile di Roiter.
E’un percorso che inizia dalle origini, quasi per caso, della sua passione per la fotografia, nel 1947, in piena stagione neorealista, dopo essersi diplomato, per compiacere il padre, come perito chimico. Le prime foto in bianco e nero (del quale, in seguito, diverrà un maestro per competenza tecnica) dovute alle sue escursioni fuori dalla città natale, Meolo, e poi il suo primo viaggio, in Sicilia, nel 1953, terra che gli offrì quegli spunti fotografici che gli valsero la pubblicazione sulla rivista “Camera”. Quegli scatti, ed altri pubblicati su varie riviste, lo posero nel 1954 all’attenzione di un editore francese.
Tuttavia a lui, essendo veneziano, vennero subito richieste delle immagini dedicate a Venezia, che però ancora non aveva fotografato; bluffando con l’editore, raccontò di avere a casa molti scatti. Da ciò iniziò il suo primo lavoro dedicato alla città lagunare e quindi il suo primo libro di fotografie in bianco e nero, “Venise à fleur d’eau”, che vendette migliaia di copie. In seguito, nel 1956, Roiter vinse la seconda edizione del premio Nadar con un volume di foto, sempre in bianco e nero, dedicate all’Umbria dal titolo “Ombrie, Terre de Saint-François”. Tuttavia la sua consacrazione sulla scena internazionale l’ottenne con gli scatti a colori sulla sua Venezia. Il libro “Essere Venezia” del 1977, verrà stampato in quattro lingue con una tiratura di circa un milione di copie, un best-seller unico per l’editoria fotografica.
Durante la sua carriera, Roiter ha pubblicato circa un centinaio di volumi di fotografia, compiendo numerosi viaggi in ogni parte del mondo. Unico suo dispiacere è stato quello di non essere riuscito a realizzare un reportage sulla Cina.
Le 9 sezioni ripercorrono la carriera artistica di Roiter e sono: L’armonia del racconto; Tra stupore e meraviglia: l’Italia a colori; Venezia in bianco e nero: un autoritratto; L’altra Venezia: L’infinita bellezza: Oltre la realtà; Oltre i confini; Omaggio alla natura; L’uomo senza desideri.
Roiter, con le sue immagini, ha sempre colto l’essenzialità e la semplicità offerta dai panorami esplorati unita alla spontaneità dei soggetti inquadrati. Il tutto grazie ad una padronanza della macchina fotografica e ad un occhio pronto a cogliere ogni prospettiva estetica e ogni ombra che potesse fare da contrasto alla luce. Tutto questo ha reso possibile un’originalità dei suoi elementi descritti: da Piazza San Marco imbiancata dalla prima neve del mattino, oppure con l’acqua alta e con la nebbia, con le sue celebri maschere di carnevale.
E ancora ad esempio, dagli spunti offerti dalla bellezza della natura ai riflessi dei muri abbaglianti di un paese spagnolo, dai volti dei bambini e delle donne africane in Costa d’Avorio, in Messico, Brasile, in Amazzonia. La mostra è arricchita anche da videoproiezioni (interviste allo stesso Roiter che racconta la sua carriera artistica) ingrandimenti spettacolari e una ventina dei suoi libri originali, spesso corredati da contributi critici di tanti autori che hanno apprezzato e scritto sul suo lavoro: Andrea Zanzotto, Alberto Moravia ed Enzo Biagi, per citarne alcuni.
Il tutto a testimoniare la passione di un fotografo che ha iniziato, per gioco e soprattutto per una forte curiosità (il motivo principale e indispensabile che, secondo Roiter, dovrebbe muovere ogni fotografo) a esplorare un mondo, sia quello della fotografia, sia quello reale, che lo ha portato al successo internazionale.
Andrea Curcione
FULVIO ROITER
FOTOGRAFIE 1948-2007
Venezia, Casa dei Tre Oci
Dal 16 marzo al 26 agosto 2018.
Info: http://www.treoci.org