Settantacinque anni da quel 1945, il 25 Aprile, Festa della Liberazione: una ricorrenza da sempre accompagnata da polemiche politiche, sulla legittima paternità dei valori provenienti dalla Resistenza. Mentre, da qualche decennio, si ripetono gli appelli alla riconciliazione per una rigenerata concordia nazionale.
E dunque, mai come in questo Anniversario, sarebbe utile al Paese che la tragedia vissuta in questi mesi dalle migliaia di “caduti” e dalle loro famiglie, possa contribuire ad una presa di coscienza collettiva (ignorando le inutili dichiarazioni di “parte”) rendendo omaggio a quanti in questi mesi si spendono quotidianamente nelle corsie di ospedale rischiando la propria vita, proprio come fecero quelle persone che allora combatterono per restituirci dignità e democrazia.
In questa luce si inquadra la poesia Questo anniversario d’Aprile di Gabriele De Masi, poeta irpino che compone versi talvolta struggenti, non sempre legati alla contingenza ma lungimiranti, pur con lo sguardo rivolto alle radici. Questi versi, dedicati al 25 Aprile della Liberazione, ricadono in un luogo e in uno spazio per nulla comuni: rievocano oggi la tragedia dei troppi “caduti” in un conflitto senza precedenti – almeno per la generazione nata dopo le guerre – causato da una crudele pandemia.
Ed è proprio la generazione che era presente durante l’ultima guerra mondiale ad aver pagato il prezzo più alto in questa pandemia: i novantenni ultimi testimoni cui va con gratitudine una preghiera cristiana. Loro, ultimo ponte tangibile della Storia. Per noi tutti, il 25 Aprile sia la Liberazione dal tunnel, con l’auspicio di una rinnovata volontà di migliorarci.
Armando Lostaglio
Questo anniversario d’Aprile
Silenzio, buio di bare, camion militari,
sfilano senza accelerare, mesta parata,
soldati in ritirata, esercito in rotta,
funerale di stato, senza bandiere,
né fanno seguito i cari, un fiore ,
la croce, dove andranno, lontano.
Mesta, fredda mezzanotte, tetra.
Sempre nera, la casacca della morte.
Gabriele De Masi
LINK INTERNO: Covid-19. Lutto e ricordo perenne dei ‘caduti’ , une riflessione di Gae Sicari Ruffo.