Il Cenacolo, appena e temporaneamente riaperto, uno dei massimi capolavori di Leonardo continua (e continuerà per sempre) a far parlare di sé….
Sembra un assioma e, in effetti, lo è.
In un modo o nell’altro quest’opera del massimo genio della storia d’Italia e, potremmo dire, planetaria, che ha rischiato la distruzione e la scomparsa così tante volte, è ancora qui a raccontarci la sua nascita, la sua storia, il suo continuo divenire, la sua fragile immortalità, anche grazie a Pinin Brambilla Barcilon, sua restauratrice maxima ed ultima, in ordine di tempo, mancata 2 mesi fa.
«Era stata un’esperienza dura: psicologicamente e fisicamente. Un privilegio vincolato ad una disciplina ferrea, severa. Ho lavorato sulla superficie per ritrovare la materia originale, scaglia per scaglia, frammento per frammento. Per ventidue anni». Così Pinin Brambilla Barcilon, ricamatrice d’Arte (cfr. Altritaliani, 7 gennaio 2021) aveva ‘affabulato’ del suo immane lavoro di restauro al Cenacolo di Leonardo, nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, a Milano.
Un lavoro che l’aveva presa, mente e corpo per più di 20 anni, dal 1977 a 52 anni ai 74: era, infatti, il 1999 quando lo finì.
L’apertura, ovviamente contingentata, sarà fino al 21 febbraio, per il momento date le incertezze sull’evolversi della situazione.
“Nel corso dei prossimi mesi – ha affermato Emanuela Daffra, la Direttrice dei Musei Statali Lombardi, il Cenacolo sarà oggetto di diversi, significativi interventi condotti sia con fondi del Mibact, sia grazie al sostegno di soggetti privati.
Innanzitutto un intensificato controllo dello ‘stato di salute’ del capolavoro di Leonardo. Dal 1999, anno di conclusione dell’intervento ultra-ventennale condotto dalla Brambilla, ci si è posti l’obiettivo di prevenire i danni che potrebbero condurre ad un ennesimo intervento. Aggiornando, man mano che si evolvono, le tecnologie di controllo e diagnosi sul dipinto. Oltre a monitorare la qualità dell’aria nel Refettorio (l’eterno problema!) e gli aspetti statici della parete dell’Ultima Cena, abbiamo avviato nuove indagini diagnostiche per verificare l’effettivo, attuale stato della superficie dipinta. Già a partire dal prossimo mese, grazie al supporto del Rotary Club Milano Sempione, la Cena sarà sottoposta ad una campagna di indagini multi spettrali a cura di Annette Keller. Queste indagini, che rileveranno la eventuale presenza di tracce non percepibili con la luce presenti sul dipinto di Leonardo, andranno ad integrarsi con quelle già in corso ad opera del CNR e dell’ICR”.
Il refettorio però non è solo Leonardo. Di fronte alla Cena, schiacciata dal confronto, sta la coeva CROCIFISSIONE di Donato MONTORFANO.
La spolveratura totale della parete realizzata durante le recenti settimane di chiusura ha evidenziato necessità conservative non gravi ma urgenti e permesso di apprezzare le qualità dell’opera, tutt’altro che banali.
Nei mesi centrali di quest’anno sarà avviato il restauro di questo grande affresco, consentendo al pubblico di osservare l’intervento in corso, anche da una prospettiva ravvicinata.
Il restauro della Crocifissione di Donato Montorfano e dei dipinti murali del refettorio di Santa Maria delle Grazie è integralmente finanziato dal Mibact.
A partire dall’autunno il Cenacolo risplenderà di luce nuova. Grazie ad una sponsorizzazione tecnica de I Guzzini ed al progetto di Massimo Iarussi, il refettorio sarà dotato di una nuova illuminazione, ancora più efficace di quella attuale. Si prevede di abbattere ulteriormente la quota di lux che si può rivelare controproducente per la conservazione dell’opera di Leonardo e nel contempo di migliorare l’esperienza del visitatore, facendo comprendere meglio la complessità dell’ambiente e quelle che erano le sue funzioni in origine. Le decorazioni presenti saranno esaltate con discrezione in un percorso dove la luce diventerà filo conduttore del racconto
“Tengo poi anche a sottolineare – conclude la Daffra – che entro quest’anno il Cenacolo sarà anche più green.
Una scelta della direzione del museo che ho personalmente molto sostenuto perché credo che un monumento simbolo com’è il Cenacolo debba contribuire a fare comprendere che anche i musei sono coinvolti nella salvaguardia dell’ambiente e del nostro pianeta”. In collaborazione con il Politecnico di Milano, nelle persone dei professori Joppolo e Ferrari, il Museo del Cenacolo rinnova il sistema impiantistico con una centrale termica e produzione di energia a pompa di calore, abbassando le emissioni e ottimizzando la produzione di energia. Anche questo progetto sarà realizzato con fondi Mibact.
E come dire: La Bellezza salverà il Mondo.
di Maria Cristina Nascosi Sandri
(info: www.musei.lombardia.beniculturali.it)