Lisistrata di Aristofane a Pompei con la non-scuola di Marco Martinelli

La stagione estiva di Pompeii Theatrum Mundi, giunto all’ottava edizione, quest’anno si è inaugurata con Lisistrata, un invito alla pace. In scena, il 24 e 26 maggio al Teatro Grande di Pompei, 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano, abilmente diretti da Marco Martinelli, celebre drammaturgo e regista emiliano, che ha riproposto liberamente la commedia di Aristofane.

La Lisistrata, rappresentata alle Lenee del 411 a.C., dopo la disfatta ateniese in Sicilia contro Siracusa, descrive un colpo di Stato messo in atto dalle donne Ateniesi e Spartane, appartenenti a due città storicamente nemiche, che si alleano per soppiantare gli uomini alla guida della πόλις. “Se […] noi donne, della Beozia, del Peloponneso, dell’Attica, ci riuniremo qui, allora tutte insieme salveremo la Grecia” (vv. 39-41).

Stanche della guerra tra Sparta e Atene, le donne greche assecondano il piano di Lisistrata, dissolvitrice di eserciti, che propone un’astensione collettiva dai rapporti sessuali con i mariti finché questi non avranno posto fine al conflitto.
Così, mentre ad Atene le donne occupano l’Acropoli, dove è custodito il tesoro dello Stato, per evitare che i mariti si riforniscano di fondi per finanziare la guerra, l’arrivo di un ambasciatore spartano mostra che anche a Sparta la situazione è critica e che gli uomini stanno per arrendersi.
Lisistrata, con un’abile mediazione, mette fine alla guerra. La commedia, tra canti e danze, si conclude con la pace.

LISISTRATA:
Giacché tutto è finito per la meglio,

su, conducete via, Laconi, queste donne,
e voialtri (agli Ateniesi) queste. E stia la moglie
presso il marito, ed il marito presso
la moglie. E poi, per il felice evento,
balli ai Numi intrecciamo; e d’ora innanzi
dal più cadere in colpa ognun si guardi.

Lo spirito femminile si sveglia dal lungo letargo per cancellare odio e distruzione senza ricorrere alle armi: basta far leva sulla sfera della sessualità e l’espediente pone fine alle ostilità. Rivive in questa commedia l’antica licenza delle feste falloforiche.

L’eroe comico si ribella allo stato di degradazione in cui è caduta la vita cittadina ed inventa un’idea fantastica e paradossale per rinnovare la πόλις, passa ad un’altra realtà, costruisce un “mondo alla rovescia” dove le donne comandano e gli uomini accettano la loro supremazia in una riproposizione fantastica dell’antico schema antropologico del “re per un giorno”. I ruoli, nella finzione scenica vengono, infatti, per un attimo rovesciati in una provvisoria sospensione delle leggi del mondo reale che caratterizza i momenti migliori della commedia antica.

Guerra e pace di Atene furono il dramma che occupò l’anima e la mente di Aristofane, guerra e pace sono l’assillo dell’uomo contemporaneo. Ma la commedia parla anche di ribellione, di emancipazione, di sostegno tra opposti schieramenti per un fine comune.

Teatro Grande di Pompei, foto di Adele Tirelli

Un teatro “sperimentale” quello di Aristofane in cui un ruolo fondamentale è rappresentato dal linguaggio, il più delle volte innovativo, sia per la scelta dei termini che delle espressioni. A lui è attribuito un numero elevato di hapax legòmena, così in due versi e in due parole la battagliera Lisistrata racchiude un universo di piccoli gesti, di odori e di occupazioni quotidiane, dando, allo stesso tempo, alle compagne il ritmo di marcia per portare a compimento la propria personale battaglia contro la guerra degli uomini:
“Donne che mi siete alleate correte fuori, voi che sietevenditricidisemenzelegumieortaggialmercato, voi ostessevenditricidiaglioedipane” (vv. 457-458).

*

Gli studenti dell’area vesuviana “sognano di volare” attraverso il teatro

Con i 120 studenti provenienti dai licei e dagli istituti tecnici della provincia vesuviana, Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, dei quali 90 partecipano allo spettacolo, ha preso corpo l’idea del teatro come educazione morale e come legame con il patrimonio culturale di appartenenza.

Foto di Mario Spada

Il progetto, Sogno di volare, nato da un’idea di Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, di cui è Rup la dott.ssa Maria Rispoli, è stato realizzato grazie a un protocollo di intesa con l’Ufficio regionale scolastico della Campania e vede la partecipazione del Liceo “E. Pascal” di Pompei, dell’Istituto Superiore “E. Pantaleo” di Torre del Greco, del Liceo “G. de Chirico” di Torre Annunziata e dell’Istituto Superiore “R. Elia” di Castellammare di Stabia.

A spiegare la valenza dell’iniziativa è proprio il Direttore Gabriel Zuchtriegel, che, nei giorni scorsi, ha asserito: “Il teatro nasce così: cittadini, abitanti della città che si raccontano, mettono in scena storie che parlano del mito, del passato, ma sempre anche della loro vita. Con i ragazzi e le ragazze del territorio stiamo recuperando quel senso e, dopo aver assistito ad alcune prove, posso solo dire che quest’anno sarà uno spettacolo fortissimo, chi vuole capire le origini e la forza del teatro occidentale venga a vedere”. E ha poi aggiunto: È emozionante vedere come un testo classico possa sprigionare la creatività e l’espressività dei giovani di oggi, che vivono in un territorio considerato difficile, e da certi punti di vista lo è. Ma quello che vedrete vi libererà da più di un pregiudizio sui giovani dell’era digitale: quando li vedo recitare mi trasmettono un senso di speranza indescrivibile, e con la tournée che faranno dopo la prima di Pompei questa allegra speranza la porteranno anche in altre città: i ragazzi del territorio sono i migliori ambasciatori di Pompei nel mondo”.

Foto di Mario Spada

Un’idea, dunque, diventata progetto, come ci spiega la dottoressa Maria Rispoli, “un progetto che ha preso forma e che trae tuttora forza dalle tante persone che ci hanno creduto, che hanno perseverato, e continuano a farlo, una sfida quotidiana che oggi rende orgoglioso tutto il Parco Archeologico di Pompei. Tutto è iniziato da una profonda consapevolezza che ci ha spinto ad andare avanti e a credere che si trattasse molto più di un’intuizione: “Meno male che c’è Pompei” … Gli attori sono pronti, emozionati, si esibiranno in un teatro che continua a vivere dopo 2000 anni. Non è come assistere a uno spettacolo, entrano in scena i nostri ragazzi, i nostri figli, quelli che continueranno a mantenere in vita Pompei, augurandoci che sappiano trarre la forza dalla città antica, a cui, a partire da questo momento, finalmente volgeranno lo sguardo”.

A sostenere economicamente l’edizione di quest’anno è la Fondazione Ray of Light, della popstar Madonna, che ha voluto investire nel progetto dopo aver conosciuto alcuni degli studenti durante una visita a Pompei.

La regia è stata affidata a Marco Martinelli, drammaturgo, pedagogo e fondatore del Teatro delle Albe di Ravenna, che da oltre trent’anni porta il teatro tra gli adolescenti, trasformando il palcoscenico in spazio civico. La sua metodologia, la «non-scuola», abbatte le gerarchie accademiche e restituisce vitalità ai testi classici.  «Dalle macerie della guerra, chiarisce Martinelli, si impone la figura di Lisistrata, una donna che, attraverso l’ingegno e la determinazione, riesce a influenzare le decisioni politiche e sociali, sfidando le convenzioni del suo tempo, una pacifista ante litteram, modernissima, conscia che la pace non possa passare per le armi. A questi piccoli uomini, che fanno a gara per avere, per possedere, Lisistrata intuisce che vada tolto un bisogno primordiale: il sesso. Cosa fare quando la pace si fatica a trovarla? Quando questa sguscia via dalle mani? Se lo chiedeva Aristofane nel V secolo a.C., mentre la guerra del Peloponneso avvampava furiosa, allontanando sempre più lo spiraglio di una tregua. Ce lo chiediamo ancora oggi, con ardore se lo domandano gli adolescenti che incontriamo nei nostri laboratori. Una che non si fa sedurre dal luccichio della sua epoca, che sa di avere un potere e lo utilizza per costruire lì dove gli uomini hanno distrutto».

Foto di Mario Spada

L’invito alla pace e al rispetto della parità di genere attraverso la commedia aristofanea giunge dall’antica Grecia fino a noi, riproposto, vivificato ed interpretato da giovani attori, bravissimi, sapientemente accompagnati da suoni e musica, che hanno attualizzato e messo in scena i sentimenti dell’uomo antico in chiave moderna, con una lingua viva, popolare, spesso vernacolare, ma briosa, mai volgare. Il tutto nel magnifico scenario del Teatro Grande di Pompei che all’imbrunire assume un fascino particolare da cui si può respirare un soffio d’eternità.

Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è tra i più importanti drammaturghi e registi del teatro italiano, e ha vinto ben sette volte il Premio Ubu come drammaturgo, regista, pedagogo. Le sue drammaturgie sono state tradotte, pubblicate e messe in scena in dodici paesi in Europa e nel mondo. Ha sviluppato inoltre negli anni un’esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato altri premi e riconoscimenti a livello internazionale. In Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un progetto dell’allora Teatro Stabile di Napoli, per il quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2020 per Actes Sud (vedi Aristophane dans les banlieues*). Nell’estate 2022 Martinelli ha debuttato a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, ultima anta del progetto La Divina Commedia iniziato nel 2017 e prodotto sempre da Ravenna Festival, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale e nel teatro rivoluzionario di massa di Majakovskij. Per gli spettacoli al Teatro Grande il regista è coadiuvato, già dalla prima edizione, dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.

Lo spettacolo replicherà mercoledì 28 maggio al teatro Dante Alighieri di Ravenna, sabato 4 ottobre al teatro Olimpico di Vicenza, sabato 15 e domenica 16 novembre al Piccolo Teatro di Milano, Studio Melato.

Adele Tirelli
(Castellammare di Stabia)


LINK ESTERNO A CORREDO : Lisistrata, le donne contro la guerra (Rainews.it) con video e breve intervista a Marco Martinelli

LINK INTERNI ALTRITALIANI IN FRANCESE:

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Adele Tirelli
Adele Tirelli è docente di Italiano e Storia negli Istituti Superiori. La sua esperienza professionale copre molti campi: nell'istruzione, nella storia locale, nell'archeologia e nella poesia. Ha collaborato con varie riviste tra le quali "Artepresente", diretta da Raffaele Bussi e Giorgio Agnisola, "Meridione. Sud e Nord del mondo", rivista trimestrale diretta da Guido D'Agostino e "Resistoria", Bollettino dell'Istituto Campano per la storia della Resistenza, edito da La Città del Sole. E' curatrice di mostre di pittura e libri di ricerca sulla storia del Novecento e autrice di numerosi articoli e saggi monografici. E' autrice insieme ad altri e curatrice della pubblicazione del volume "La negazione dell'altro. Percorsi della memoria per non dimenticare", ricognizione sul percorso della Shoah.

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