Un nuovo nome s’è aggiunto nel giardino dei Giusti di Gerusalemme: Gino Bartali. Un nome tanto noto nello sport quanto silenzioso è stato il suo contributo nell’aiutare centinaia di ebrei a sfuggire alla loro sorte di perseguitati. In occasione del Giorno della Memoria sarà presentato a Firenze (il 27) e poi a Milano (il 28) l’ottimo libro di Alberto Toscano, ex presidente della stampa estera di Parigi, “Gino Bartali, una bici contro il fascismo” già recensito su Altritaliani e non appena uscito in versione italiana (Baldini-Castoldi ed.).
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Nella ricorrenza della commemorazione delle vittime della Shoah sarà ricordato il contributo offerto dal noto ciclista Gino Bartali, tre volte vincitore del giro d’Italia e due del Tour de France, senza contare i successi alla Milano-Sanremo ed al Giro di Lombardia. La sua storia si è arricchita di particolari che per lunghi anni ha tenuto segreti, convinto che il bene si fa senza dichiararlo per non comprometterne i risultati.
Così nel 1943, quando aveva 29 anni ed era già noto, collaborò con l’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa e il rabbino Nathan Cassuto al servizio di una rete clandestina di salvataggio degli Ebrei perseguitari, la Delasem, salvandone circa ottocento. Il suo aiuto consisteva nel nascondere, nella bicicletta che usava per allenarsi, documenti falsi che sarebbero poi dati agli ebrei perseguitati dai nazisti per cambiare identità. Li nascondeva abilmente nel telaio sotto la sella e nel manubrio della sua bicicletta e non fu mai scoperto. Accadde durante la seconda guerra mondiale che era venuta ad interrompere i suoi allenamenti che però non cessarono. Anzi divennero vere e proprie staffette specie tra Firenze e Assisi, Camaiore, Genova, Viareggio, con lo scopo ancora più nobile di salvare vite umane. Il suo carattere rude e un po’ scontroso non gli consentì mai di vantarsi di questa sua buona azione e mai avremmo immaginato la carica di altruismo e generosità ch’egli da convinto credente nascondeva, per dedicarsi tutto allo sport.
Il 2 maggio 2018 Israele gli ha conferito la cittadinanza onoraria e lo ha annoverato tra i Giusti che sono uomini e donne di religione non ebraica che hanno aiutato gli ebrei durante le persecuzioni naziste, mettendo a rischio la loro vita senza pretendere niente in cambio.
Così il figlio di Gino, Andrea, ha fatto una ricerca accurata insieme alla figlia Gioia per raccogliere tutte le testimonianze e i documenti ed ha pubblicato un libro di tutta la vicenda: Gino Bartali, mio papà, uscito da Tea, collana Teadue. La nipote Gioia ha raccontato ai microfoni di SKY, mercoledì 2 maggio scorso, la storia del nonno. A quasi dieci anni dalla morte, avvenuta nel 2000, il campione del ciclismo italiano diviene un eroe della tragica lotta contro il nazifascismo, così come altri dello sport: Dolinar, tennista di Zagabria, Martin Uber, calciatore cecoslovacco, Danielus Zilevicius della nazionale lituana.
L’altro figlio di Gino, Luigi, ha dichiarato che era molto credente ed ha fatto 45 gite fino ad Assisi e dintorni, commentando così: “Se mi dovessero fermare non devo dire bugie, quindi non ditemi cosa devo trasportare. Lo faccio volentieri”. Ai nazisti che incontrava diceva: “Allenamento. Non mi posso fermare”.
Intanto man mano che la notizia si è diffusa altri libri vengono alla ribalta con il suo nome: Colpi di pedale. La straordinaria storia di Gino Bartali di Paolo Reineri con un’intervista di Vincenzo Nibali.
Scritto da Alberto Toscano, giornalista italiano che vive e lavora a Parigi dal 1986 (è stato presidente della stampa estera, si occupa di programmi politici e culturali e collabora a questo stesso giornale on-line), l’ottimo libro: Gino Bartali, una bici contro il fascismo edito da Baldini-Castoldi – Data di uscita: 24/01/2019. Il libro sarà presentato il 27 gennaio 2019, alle ore 18, a Firenze, nella sala delle ex Leopoldine, in piazza Tasso, vicino al circolo nazionale che organizza la corsa ciclistica Firenze-Viareggio. Sembra che ci saranno il cardinale Giuseppe Betori, Daniela Misul, presidente della comunità ebraica e Irzedin rappresentante della comunità islamica. Il 28 gennaio, alle ore 18, la presentazione si svolgerà a Milano, alla Feltrinelli-Piazza Duomo, via U. Foscolo 1/3. Dialogheranno con l’autore Piergaetano Marchetti e Gianni Mura.
Mille diavoli in corpo di Paolo Alberoti è edito da Giunti editore, mentre la biografia: Bartali e la Shoah è pubblicata dalla Assemblea della Regione toscana. Ancora: La strada del coraggio. Gino Bartali, eroe silenzioso di Aili Mconnon (2013).
Persino il teatro gli apre le sue porte: è stato allestito e presentato, per conto del festival Milano off, Centro giovani Cantiere 26 di Arc, una performance sull’argomento e Ubaldo Pantani, trasformista e attore, ha messo in scena: Bartali, il campione e l’eroe per la Modigliani produzione, regia di Pablo Solari.
Ormai tutti riconoscono in lui un grande coraggio ed una straordinaria carica di adesione umana. La Repubblica italiana gli ha dedicato una medaglia d’oro ed egli ora è Giusto tra i Giusti delle Nazioni.
Gae Sicari Ruffo