Ferrara e i primi racconti di Giorgio Bassani (“Una città di pianura”) presentati all’IIC Parigi

Jeudi 26 septembre à 19h | Giorgio Bassani : naissance d’une écriture. Présentation du livre inédit en traduction française « Une ville de plaine », collection Cahiers de l’Hôtel de Galliffet | littérature | à l’Institut culturel italien, 50 rue de Varenne.

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Ferrara, la città di pianura di Giorgio Bassani, patrimonio mondiale UNESCO dal 1999, è un’altra di quelle città italiane di poche centinaia di migliaia di abitanti, che per la loro storia e il molto che ne è rimasto come monumenti e ricordi meritano sempre d’essere maggiormente note anche all’estero. Le guerre tra il Papato e la Repubblica di Venezia per contendersi anche questa città ne dimostrano l’importanza già nei XIII e XIV secoli, finché dal XV gli Estensi ne fecero un esempio d’urbanistica con le nuove strade e i palazzi rinascimentali, un esempio artistico che ci hanno lasciato (tra gli altri) Della Francesca, Mantegna, Tiziano, Bellini. Già allora, l’integrazione degli ebrei negli sviluppi economici e culturali era stata rilevante, anche dopo la creazione del ghetto, e le contese con il Papato che nel XVI secolo s’era riappropriato della città (è allora che Lucrezia Borgia sposa Alfonso d’Este), la quale è stata poi contesa, nei secoli XVIII e XIX, dalle truppe napoleoniche e dagli austriaci finché nel 1859 è stata integrata al Regno (molte opere artistiche erano intanto andate al seguito degli Estensi, e a Roma quelle portatevi dal Papato).

Se Ferrara è stata risparmiata dalla prima guerra mondiale, non lo fu nelle conseguenze politiche ed economiche che hanno incrementato i conflitti tra le classi contadine e operaie e la borghesia possidente, poi alleatasi in gran parte al fascismo, che successivamente, con le leggi razziali, ha colpito la convivenza con gli ebrei.

Nel 1940 Giorgio Bassani (24enne) è costretto, da queste leggi, a ricorrere allo pseudonimo di Giacomo Marchi per pubblicare «Una città di pianura», ossia la selezione dei suoi racconti giovanili («Omaggio», «Un concerto», «Rondò», «Storia di Debora» e «Ancora dei poveri amanti») tradotti ora in francese nella collezione curata da Paolo Grossi  «Cahiers de l’Hôtel de Galliffet» (sede dell’Istituto Italiano di Cultura), da lui presentati lì il 26 settembre insieme a Marcello Azzi e Paola Bassani (della Fondazione del padre) e (tra gli altri) Dominique Fernandez, Maurizio Serra dell’Académie Française, e Angela Siciliano dell’Università di Parma e della Sorbonne-Nouvelle. La quale contribuisce allo studio di Bassani non solo con i suoi scritti, ma anche con la preparazione di una giornata di studi (mercoledì 27 novembre 2024) dedicata ai rapporti dello scrittore con la Francia, sia per quanto riguarda il suo sottofondo proustiano, sia per quanto riguarda le sue relazioni successive con questo Paese (https://www.fondazionegiorgiobassani.it/nello-specchio-transalpino-bassani-e-la-francia/).

In «Una città di pianura» si vedono già gli elementi che caratterizzano l’autore nel descrivere l’ambiente sociale, con le luci e le ombre diverse che saranno ancora più marcate nelle sue opere del dopoguerra : le «Cinque storie ferraresi» del 1956 (premio Strega), «Gli occhiali d’oro» del 1958 (con l’omosessualità come emarginazione sociale, da cui il film di Montaldo del 1987 con Philippe Noiret), «Il giardino dei Finzi Contini» del 1962 (emarginazione ebraica anticipata da quella sociale tra i protagonisti, che De Sica nel film del 1970 ha un po’ risparmiato a favore della versione romanzata), «L’airone» del 1968 (fallimento introspettivo del protagonista conseguente anche alla situazione sociale creata ed ereditata dalla 2a guerra mondiale) ; il tutto infine raccolto ne «Il romanzo di Ferrara» nel 1974, come voluto da Bassani proprio perché in questa città con gli splendori del passato sono possibili le trame che rispecchiano le evoluzioni dei diversi periodi.

Paola Bassani

Ma Bassani rappresenta non soltanto la città con le sue opere, ma l’ambiente culturale di questa, tale per cui le persone che ne escono danno poi un contributo ben rilevante negli ambienti in cui successivamente lavorano. È stato così con Bassani alla rivista «Botteghe Oscure» da quando era stata fondata nel 1948 da Marguerite Caetani, e finquando Bassani vi difese la pubblicazione da «Feltrinelli» de «Il gattopardo» nel 58 (un anno dopo la morte dell’autore Tommasi di Lampedusa, e due anni prima della chiusura della rivista). È stato inoltre così con Bassani Presidente di «Italia Nostra» dal 1965 al 1980 (la raccolta dei suoi interventi di allora, tuttora validi come monito, è stata pubblicata da « Feltrinelli » nel 2018 con l’introduzione della figlia Paola). Ed è stato infine così che Bassani è stato richiesto : dalla presidenza della giuria della mostra del cinema a Venezia nel 66 alle lezioni negli USA, mentre a Parigi aumentava la sua notorietà con la pubblicazione delle sue opere tradotte, fino al punto di ricevere nel ’71 anche la Légion d’Honneur.

A 24 anni dalla sua scomparsa, Bassani merita dunque d’essere ricordato anche a Parigi per le sue opere iniziali, che rievocano la città ove riposa dopo averla esemplarmente descritta a tutti.

Lodovico Luciolli



Institut culturel italien, 26 septembre 2024, 19h

Une ville de plaine : naissance d’une écriture

Présentation de : Giorgio Bassani, Une ville de plaine
Introduction d’Angela Siciliano. Traduit de l’italien par Vincent d’Orlando
Collection « Cahiers de l’Hôtel de Galliffet »

Publié en 1940 sous un faux nom en raison des lois raciales, Una città di pianura est le premier livre de Giorgio Bassani. Jusque-là inédit en France, il permet de découvrir un univers littéraire en gestation : l’auteur explore un territoire à la fois géographique – Ferrare et ses environs – et sociologique, celui d’une bourgeoisie provinciale inquiète et velléitaire, prisonnière de rituels fatigués, de conventions et de règles obtuses. Ce sont déjà les lieux et les thèmes qui seront développés plus tard dans les chefs-d’œuvre de sa maturité, des Lunettes d’or au Jardin des Finzi-Contini.

Avec la participation de Marcello Azzi (Fondation Giorgio Bassani),
Vincent d’Orlando (Université de Caen Normandie),
Dominique Fernandez (Académie française),
Maurizio Serra (Académie française),
Angela Siciliano (Université Paris Sorbonne).

Le débat sera modéré par Paolo Grossi (Cahiers de l’Hôtel de Galliffet)
Événement organisé avec le soutien de la Fondation Giorgio Bassani

Réservation obligatoire ICI

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Lodovico Luciolli
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