Viene alla luce nella Sala delle Asse, al Castello Sforzesco di Milano, a piano terra del torrione nord orientale, detto il torrione del Falconiere (una antica torre poi detta dei Moroni, ideata per occasioni di rappresentanza), un disegno a carboncino che è del grande Leonardo (1452-1519), risalente al 1498, anno in cui Ludovico il Moro gli commissionò la decorazione dell’ambiente che poi non fu completata in quanto Milano fu invasa dall’esercito francese.
Si tratta di un disegno monocromo che si estendeva sotto molteplici altri strati di pittura a calce molto dura (ben 13), già intuito anni fa dall’architetto Beltrami e dallo storico tedesco Paul Muller-Valde. La sala fu destinata a scuderia durante le dominazioni successive al Moro. È un disegno preparatorio per gli allievi di Leonardo e rappresenta sedici piante di gelso, simbolo dell’illustre committente, che s’intrecciano a corde dorate nel pergolato della volta. Viene restaurato a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e affidato ad Anna Brunetto specializzata nella tecnologia laser che usa per rimuovere la pittura a calce. Lei parla di una grande emozione nel trovarsi difronte ai tratti del Maestro.
Pietro Marani, membro della commissione restauro della Sala delle Asse, dice che è una scenografia che si allarga in uno spazio più ampio rispetto ai canoni quattrocenteschi della pittura e dà luogo ad un paesaggio ideale e sereno in cui domina la natura. Questa è presente non solo nel paesaggio lineare e ben definito, ma pure nei particolari di un sottobosco con alberelli, foglie e piccoli fusti che occupavano almeno due campate.
VEDI ALTRE FOTO DI MILANO.REPUBBLICA.IT QUI
Quest’anno si celebrano i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci ed un’apertura straordinaria della Sala delle Asse con i disegni ritrovati avverrà per il pubblico il 16 maggio e sarà evidentemente l’avvio delle celebrazioni che si terranno in tutta Europa, Italia e Francia in testa, in suo onore.
È già in atto agli Uffizi la mostra che anticipa le celebrazioni ed il Codice Leicester acquistato per trenta milioni di dollari da Bill Gates nel 1994 e conservato negli Stati Uniti. Tutti i manoscritti e i disegni originali di Leonardo sono leggibili su internet all’indirizzo: www.leonardodigitale.com, promosso dal museo statale di Vinci (Fi) contenente oltre seimila pagine appartenenti agli originali. Grazie al progetto e-Leo, promosso dalla UE, per la prima volta è stato realizzato un programma software d’avanguardia che consente di leggere e decifrare gli appunti di Leonardo. La biblioteca leonardiana di Vinci è forse l’unica a possedere tutta l’opera del genio, pubblicata a partire dalla prima edizione del 1651.
Il progetto e-Leo, che sarà presentato ufficialmente sabato 12 maggio, facilita la difficoltà di comprendere la grafia dei manoscritti che sono pieni di note e minuscoli disegni dove figura e testo s’intrecciano confusamente senza un vero e proprio ordine, rimanendo incomprensibili ai più. C’è un indice semantico ed un glossario che permettono di agevolare la ricerca dei testi e la comprensione dei termini desueti o antichi.
Si ricorda che dopo la morte di Leonardo la sua eredità passò all’allievo prediletto Francesco Melzi che la conservò gelosamente fino alla morte nel 1570. Da quell’anno i disegni e i manoscritti (oltre 5000) passarono da una biblioteca ad un’altra per poi essere finalmente divisi e sistemati in codici diversi che sono: Codice Arundei, Atlantico, Trivulziano, Sul volo degli uccelli, Codice Ashburnham, dell’Istituto di Francia, Forster, Laicester, Fogli di Windsor, Codici di Madrid.
Si ritiene che l’avvenimento della ricorrenza non passerà inosservato. Già si stanno preparando in molti perché la figura di Leonardo affascina ed attrae.
La sua impronta del pollice rinvenuta in un’opera datata 1509-1510, in uno dei disegni anatomici che rappresenta il sistema cardiovascolare e gli organi d’una donna, sarà esposta alla Queen’s Gallery di Buckingham Palace, a Londra.
Gae Sicari Ruffo