«“L’enigma dei fiori” (Viola Editrice, 2022) racconta un’intricata storia che inizia a Roma negli anni ’50 e si sviluppa con il passare del tempo in un susseguirsi di omicidi, difficili da decodificare e interpretare. Un finale a sorpresa porterà il lettore alla scoperta di oscure trame familiari… e non solo…» Un libro divertente che si legge tutto d’un fiato e di cui ci parla Lodovico Luciolli.
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Dal veleno delle vernici a quello dei fiori, ambigui protagonisti dei gialli scritti da Elisabetta Siggia, come nel suo ultimo lavoro: “L’enigma dei fiori”, pubblicato in giugno da Viola Editrice, che segue “Giallo orpimento” del 2021 (vedi QUI) e “Il mistero della dama al verginale” del 2017.
Come nel precedente “Giallo orpimento” dove la vittima è trovata morta, in una stanza buia di Parigi, per le esalazioni venefiche di vernici lasciate da un pittore, così nell’ultimo romanzo della Siggia la vittima è trovata morta nel buio di un casale nel Lazio, questa volta a seguito dei profumi tossici di fiori lasciati dall’assassino/a. Coincidenze tanto imprevedibili quanto lo sono i racconti dell’autrice e gli infidi protagonisti dei suoi romanzi.
Il casale, costruito dal nonno, appartiene a una famiglia benestante che abita in Via Giulia nella Roma degli anni 60, assai bene descritta, nel periodo in cui la capitale, come il Paese, riassapora, dopo la guerra, il benessere del miracolo economico ben rappresentato dalle Olimpiadi del 1960. Ad occuparsene vi sono la domestica e due giardinieri, i padroni benestanti sono: una madre pittrice di quadri a soggetto floreale con figli e tre nipoti, che frequentano più o meno regolarmente il casale. La vittima lì assassinata fa ritenere che il colpevole debba essere uno degli inquilini la cui convivenza è, peraltro, caratterizzata da continui litigi. Sarà una frase trovata scolorendo i fiori sull’ultimo quadro della madre a far scoprire la verità a uno dei figli, dopo aver appreso l’esistenza di fiori velenosi, cercando la casa originaria a Bruxelles del pittore Fernand Khnopff, e nel giardino di cui gli era stato raccomandato di non toccarli.
Come Siggia, pittrice oltreché scrittrice, ha descritto le proprietà tossiche di alcuni colori nel precedente libro, così ora descrive quelle di alcuni fiori e alcune piante: ad esempio “l’aconito” (nel giardino del casale) che, come ricorda l’autrice, era stato definito da Plinio “arsenico vegetale”; la “strychnos nux-vomica” con la stricnica e la “strychnos toxifera” con il curaro; lo “stremonio”, anestetico e allucinogeno; e altri che allora, come quelli nei quadri suoi, o della madre nel romanzo, o di Botticelli o Leonardo o Cezanne o van Gogh o altri pittori da lei ricordati, rispecchiano in definitiva l’ammonimento nei suoi libri sulle apparenze, mentre la leggerezza del suo stile ricorda quelle con cui Conrad ne “Le Corsaire” e Nikija ne “La Bayadère” portano in mano nei rispettivi balletti il cesto dei fiori fatali!
Lodovico Luciolli
SUL LIBRO:
http://www.violaeditrice.it/prodotto/lenigma-dei-fiori/
SULL’AUTRICE:
Elisabetta Siggia si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha lavorato per oltre 28 anni presso il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma come storica dell’arte. Ha scritto libri per bambini sul mondo etrusco e romano, oltre a guide a famosi siti archeologici e racconti per bambini, tutti illustrati da lei. Ha scritto due romanzi: Il mistero della dama al virginale (Viola editrice, 2017) e Giallo orpimento (Viola editrice, 2020). Appassionata di cucina, ha anche pubblicato libri di ricette e di storia della cucina. Ha vissuto lunghi periodi all’estero insieme al marito diplomatico di carriera.
A proposito della passione di Elisabetta Siggia per la cucina, VEDI questo precedente articolo pubblicato su Altritaliani. A Parigi: I libri d’Elisabetta Siggia in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo