La nostra Napoli… per sempre.

Credenziali: Io non sono napoletano ma ho vissuto da giovane a Napoli e poi l’ho lasciata emigrando in Canada.  Forse vi è la necessità del distacco per capire Napoli. Ha scritto Raffaele La Capria: “Si stabiliscono sempre rapporti ambigui con la propria città. E se questa città è Napoli è quasi impossibile dare risposte non ambigue alle più precise domande.” A ciò io aggiungo: ma quando il distacco da Napoli è definitivo, c’è il rischio dell’idealizzazione perché emerge il paradiso perduto.

Sono parte inscindibile dell’essenza di Napoli il viaggio e la nostalgia; nostalgia di una città inimitabile (neppure il caffè è lo stesso al di fuori di Napoli, forse a causa dell’acqua o dell’aria…). Napoli è il luogo dell’origine e della partenza e dell’arrivo. Da Napoli partivano gli emigranti.Partono i bastimenti per terre assai luntane (…)/ Lontano da Napoli non si può stare”, “Torna a Surriento”, “A cartulina ’e Napule”, “Lacreme napulitane”: le canzoni napoletane dedicate alla partenza e al rimpianto sono innumerevoli.

Nelle società tradizionali il rapporto tra l’uomo e i luoghi non era solo fisico e materiale, ma era un rapporto fortemente “simbolico, religioso, psicologico. Caratterizzato da suggestioni, credenze culti, riti.” (R. Chimirri). Le cittadine antiche, le capitali, anche se i tempi sono cambiati, continuano ad avere questa dimensione, come dire, metafisica, anche se ridotta rispetto al passato. I cambiamenti operati dalla modernità, con la rapida diminuzione dello spazio occupato dal sacro, e con la prosaicità e la banalizzazione delle cose e dei luoghi ad opera dei canoni dell’efficienza e della praticità, non sono tuttavia riusciti ad aver ragione completamente delle città antiche, delle grandi capitali, su cui il passato ha impresso i suoi ricordi. Che si pensi a Parigi, Istanbul, Atene, Dublino, Alessandria… In America del Nord questa dimensione è quasi del tutto assente. Per la mancanza di un lungo passato e a causa di una mentalità pratica, mercantilistica, efficientistica.

Tra tutte, vi è una città che più di ogni altra è rimasta nel passato. Questa città è appunto Napoli. La Napoli di oggi, capoluogo di regione, ha nostalgia della passata grandezza di Napoli capitale di un Regno. E già nel pronunciare “regno” si evoca una realtà che non è solo storica. Napoli è il simbolo del nostro Mezzogiorno, rappresenta l’intero nostro Sud. Un Sud – i neoborbonici ci dicono – che è stato tradito dai nordici invasori, ma è doveroso aggiungere: tradito anche dalle élite locali politiche ed economiche.

Dall’esterno, da lontano, dal Nord Italia per intenderci, Napoli è giudicata come una città che fa tutt’uno con i napoletani, città quindi che di quest’ultimi ha i limiti, i difetti, i vizi.
Per tutti noi che l’amiamo, questa Partenope-Neapolis-Napoli città-mondo, dotata di una sua propria civiltà e cultura, di una sua propria lingua, e quasi corpo mitico che tutto assorbe e trasforma assumendo le dimensioni di un essere caro, una creatura mitico-storica profondamente amata, meriterebbe molto di più di quanto gli esseri in carne ed ossa, che di Napoli da sempre si avvantaggiano, si rifiutano egoisticamente di darle. Napoli è stata tradita e continua ad essere tradita dai politici, dai governi, dalla Storia. E anche dai suoi cittadini. Proprio come un essere vivente…

Solo nelle canzoni si è riusciti a renderle il tributo ch’essa merita, ad esempio in “Chist’è ’o paese d’ ’o sole”, dove la strofa “Questo è il paese del sole! Questo è il paese del mare! Questo è il paese dove tutte le parole sono dolci o sono amare, sono sempre parole d’amore” si riferisce non alle parole che i napoletani pronunciano e che non sono sempre parole d’amore – tutt’altro – ma alle parole che la città misteriosamente pronuncia a noi che sappiamo ascoltarla e la rimpiangiamo.

E queste parole sono sempre parole d’amore. Proprio come dice la canzone…

Claudio Antonelli

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Claudio Antonelli
Claudio Antonelli (cognome originario: Antonaz) è nato a Pisino (Istria), ha trascorso la giovinezza a Napoli, oggi vive a Montréal (Québec, Canada). Bibliotecario, docente, ricercatore, giornalista-scrittore, è in possesso di diverse lauree in Italia e in Canada. Osservatore attento e appassionato dei legami che intercorrono tra la terra di appartenenza e l’identità dell’individuo e dei gruppi, è autore di innumerevoli articoli e di diversi libri sulle comunità di espatriati, sul multiculturalismo, sul mosaico canadese, sul mito dell’America, su Elio Vittorini, sulla lingua italiana, sulla fedeltà alle origini e la realtà dei Giuliano-Dalmati in Canada, sull’identità e l’appartenenza...

1 COMMENTAIRE

  1. Napoli: « un posto al sole » e di colore, al di là di quelle realtà che non possiamo ignorare e che, come altrove, possono e devono essere combattute…
    È forse la città che più ti sembra di conoscere anche se non ci sei mai stato.a, proprio perché la sua anima sta soprattutto nelle canzoni che sappiamo, ma anche perché possiamo leggere articoli gradevoli come questo, che ad esse ci rimandano.

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