Venezia 76. Impressioni e qualche gossip sui Leoni 2019.

Qualche pensiero da The Day after sulla 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, anno di grazia 2019.

Varie ed a vario  titolo le note polemiche….più o meno a margine di questa edizione che, a detta del Presidente della Biennale, Paolo Baratta, è stata una delle più ricche e frequentate, specie – se Dio vuole – da giovani muniti di ….zainetti e biciclette.

Tempo di Cinefestival certo, ma, speriamo, tempo di ripresa per un cinema che abbia a durare tutto l’anno, e viva sì di glamour, ma anche di buoni testi visivi che possano divenire, perché, no? come ha già indicato qualche ‘buon politico’, materia di studio e di education (all’inglese!) nelle scuole.

The glamourous e molto atteso Brad Pitt per il film Ad Astra

Prima fra tutte, a proposito di quelle polemiche di cui si diceva più sopra, da rammentare – per ‘coerenza?’ – quella da parte della presidente della giuria, l’argentina Lucrecia Martel, che già dal primo giorno aveva ‘calorosamente’ dichiarato di non partecipare alla prémiere del film “J’ACCUSE” di Roman Polanski (lui ancora…sotto accusa, da decenni, negli Stati Uniti, per stupro di una ragazzina quasi quattordicenne che l’ha ‘perdonato’ da un pezzo!) che narra del famoso ‘caso Dreyfus’, cavallo di battaglia socio-letterario dello scrittore e giornalista francese Emile Zola, grazie al suo straordinario testo omonimo.

Ma, alla fine, la Martel ha assistito alla proiezione ed ha, come per gli altri premi, avuto il compito di nominare, seppur freddamente, il vincitore del GRAN PREMIO DELLA GIURIA, caso? destino? proprio il film di Polanski.

Emmanuelle Seigner ritira il Gran Premio della Giuria assegnato a suo marito, Roman Polanski, per « J’accuse ».

Ma altrettanto freddamente, lui assente, la moglie, l’attrice Emmanuelle Seigner ha ritirato il Premio (in compagnia di Luca Barbareschi che indossava, un po’ per solidarietà, un po’ per ironia, il kippah, il classico copricapo maschile ebraico da indossare nelle occasioni più di rilievo), ed ha ringraziato molto sinteticamente la giuria, riportando le – molto scarse – parole del marito, Roman Polanski, che:
« … tiene a ringraziare gli attori e l’équipe ».

La Coppa Volpi per la migliore attrice l’ha finalmente meritata la grande Ariane Ascaride per il film GLORIA MUNDI, l’ultimo lavoro del marito, regista e produttore, oltreché attore, Robert Guédiguian (Francia, Italia), sbaragliando stelle di prima grandezza, tra cui Meryl Streep e Scarlett Johansson.

Gloria Mundi e il suo cast – Ascaride, Darroussin, Guediguian e Gérard Meylan

« La Coppa è ‘personale’ nella mia mano – ha detto Ariane – Son la nipote di un grande italiano che tanti anni fa s’imbarcò con la famiglia su una nave, arrivando, a Marsiglia, la città dove io son nata. Questo premio mi dà la possibilità di ritrovare le mie radici. Son figlia di stranieri e son francese, ma ho 2/3 culture ed è importantissimo possederle tutte e tenerle strette nel proprio cuore (…). Questo premio è per tutti quelli che ‘dormono’ nel Mediterraneo… ».

La Coppa Volpi al maschile  è andata all’italiano Luca Marinelli, classe 1984, attor giovane che ama cimentarsi in ruoli sempre più efficaci e diversi.
Lo si ricorda nella sua interpretazione di Lo chiamavano Jeeg Robot del 2015, diretto e prodotto da Gabriele Mainetti, che gli valse un David di Donatello come miglior attore non protagonista
Il riconoscimento, a Venezia 76, è per il suo ruolo da protagonista in “MARTIN EDEN” del regista Pietro Marcello che ha tratto, a suo stesso dire, un liberissimo adattamento, dal classico libro omonimo di Jack London.

La Coppa Volpi al maschile all’italiano Luca Marinelli protagonista in Martin Eden

« Non sarò breve – ha detto commosso Marinelli alla premiazione – Così prima che vi accorgiate dell’errore che avete commesso, attribuendomi la Volpi, inizierò con il ringraziare tutti, ma, soprattutto Napoli che s’è donata, cuore ed anima, a questo film. E poi il regista e la mia famiglia, mia moglie ed i miei figli che mi sopportano e mi supportano (…). Devo questo premio anche a Jack London, che ha creato la figura di Martin Eden, un marinaio che pur esce da un altro tipo di cultura marinara, anglo-irlandese-statunitense che nulla ha a che spartire con quella italiana, napoletana, sicuramente più avventuriera (…). E dedico questo premio a coloro che ora sono in mare a salvare vite umane in fuga e che ci evitano di fare una figura pessima con il prossimo. Viva l’umanità e viva l’amore ».

Un’altra nota polemica è scattata al ritiro del PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA, attribuito a: LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA di Franco Maresco (Italia), con protagonista la grande fotografa Letizia Battaglia. Il produttore Rean Mazzone, portando il ringraziamento del regista, mai arrivato alla Mostra, ha dedicato a lui gli applausi, dichiarando:
« Spero che poi riusciate a vedere il film nelle sale: pure io dico no a ogni tipo di censura« .

Il film del regista palermitano Maresco vince il premio della giuria. Maresco e la fotografa Letizia Battaglia sul set del film – Foto Ansa

E last but not least il Leone d’Oro al miglior film è andato inaspettatamente a detta dei più, ma non è poi così…vero, al plurinominato, ad ogni possibile occasione – in questi giorni di festival – JOKER di Todd Phillips (USA). Forse l’aspettativa era più rivolta al protagonista, un davvero egregio Joaquin Phoenix, interprete quasi metafisico di un personaggio di solito più in ombra che ha saputo nascondere non benissimo, certo, un certo disappunto. Ma il premio è comunque ‘corale’.

Joaquin Phoenix sotto il trucco da Joker, film Leone d’oro

Infatti il regista ha asserito – in realtà con una piccola nota polemica, quasi subliminale, nei confronti della presidente della giuria – con la statuetta tra le mani:
« Eclettico questo gruppo di giurati che ringrazio. Dedico al cast ed all’équipe tecnica che tanto han lavorato questo Leone d’Oro. Ringrazio Bradley Cooper, il mio leone dietro le quinte (il produttore del film, n.d.r.) e la mia famiglia, i miei veri leoni e, infine, Phoenix, senza il quale il film non si sarebbe potuto girare. È il ‘mio’ coraggioso leone, ed il suo talento è stato ed è davvero meraviglioso ».

  Maria Cristina Nascosi Sandri

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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