Da parecchio tempo avevamo voglia di farvi conoscere su Altritaliani questo poeta del paesaggio e della luce che è Fabio Colussi, pittore attivo a Trieste, le cui vedute marine dell’Adriatico hanno molto fascino. Ed ecco che la mostra “Venezia e Oltre” che si svolge ora nella sua città ce ne dà l’occasione. Ringraziamo la curatrice dell’evento, Marianna Accerboni, per il materiale che ci ha mandato.
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La luce di Trieste è protagonista della quarantina di oli su tavola e su tela che compongono la personale del pittore triestino Fabio Colussi, curata da Marianna Accerboni e visitabile fino al 15 gennaio 2024 alla Sala Xenia della Comunità Greco-Orientale del capoluogo giuliano: una luce particolare e unica, quella di Trieste, che aveva ammaliato il grande architetto di fama internazionale, di origini ebraico-triestina, Richard Rogers e condeterminato le mise en scène di Giorgio Strehler, regista di fama mondiale, nato e cresciuto a Barcola, – sobborgo di Trieste lambito dal mare -, che ha rinnovato il teatro europeo del secondo Novecento attraverso la luce.
Una valenza luministica che Colussi, chiamato il pittore dell’Adriatico,- scrive Accerboni – sa cogliere e interpretare con grande sensibilità e maestria, ricostruendo con delicata e calibrata vena lirica e ripetute, sapienti velature, il fascino di Trieste e di Venezia e del loro mare. La medesima, sottile inclinazione neoromantica, intrecciata a una personale vena cromatica e a una grande abilità tecnica, caratterizza le sue vedute. Così l’artista sa descrivere gli incantati tramonti e le albe che sorgono nel golfo di Trieste e catturare l’ineffabile e magica luce della Serenissima e la pace della laguna, consegnandoci un angolo di mondo, in cui poter sognare ancora.
Memore di una vena neoclassica, che appartiene culturalmente a Trieste, dov’è nato nel 1957, l’artista prosegue in modo del tutto personale l’antica tradizione di pittori e vedutisti attivi a Venezia nel ‘700 quali Francesco Guardi e Canaletto, vicino al primo per ispirazione poetica e al secondo per l’interpretazione più razionale dei luoghi. Ma, agli esordi ha guardato anche ad altri artisti, in questo caso giuliani, come Giuseppe Barison, Giovanni Zangrando, Ugo Flumiani e Guido Grimani, tutti in un modo o nell’altro legati alla grande tradizione pittorica e coloristica veneziana, che rappresentava per i pittori triestini un importante punto di riferimento, nel secondo Ottocento e nel primo Novecento, accanto alle Accademie di Monaco, Berlino e Vienna.
Altro fulcro fondamentale fu infatti per loro anche la cultura austro-tedesca. E non a caso nelle opere di molti di questi, così come in quella di Colussi, compare spesso una luce azzurro-grigia, che più che un colore rappresenta un’atmosfera, una sorta di evocazione di quello Sturm und Drang (tempesta e impeto), che nel mondo germanico pose le basi del Romanticismo: punti di riferimento che costituiscono interessanti chiavi di lettura della pittura dell’artista triestino, in particolare per quanto riguarda la sua interpretazione del tema della veduta marina, che Colussi sa rivisitare attraverso intuizioni, luminosità e ispirazioni che alludono istintivamente anche alla cultura visiva mitteleuropea.
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Fabio Colussi vive e opera a Trieste, è presente con i suoi dipinti in collezioni private in Italia e all’estero (Stati Uniti, Germania, Spagna e Australia, Dubai) e ha esposto a livello nazionale ed europeo, a Bruxelles, in Croazia e in Montenegro, suscitando grande consenso
Il sito ufficiale di Fabio Colussi
INFO PRATICHE:
Mostra “Fabio Colussi. Venezia e oltre”
Sala Xenia della Comunità Greco-Orientale di Trieste
(ex Sala Giubileo, Riva 3 Novembre n° 9)
Dal 02/12/2023 al 15/01/2024
(orario 10-13 e 17-20/ chiuso 25 dicembre 2023 e 1 gennaio 2024/ info +39 335 6750946).