Una biografia di Andrea Biscàro (Graphe.it edizioni) ricostruisce la biografia di Madame Rimsky-Korsakov, di origine russa e parigina d’adozione. Nel Museo d’Orsay, un ritratto elegante e altero di Varvara Rimsky-Korsakov fa bella mostra di sé. Un viaggio nel tempo, nelle capitali europee, nei salotti della società altolocata di allora, stiamo parlando degli anni Cinquanta-Settanta del XIX secolo, ma anche un viaggio nella vita quotidiana e nella mentalità di quella società.
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«Niente si cancella come la notorietà dei salotti; si invola più velocemente di quanto sia arrivata. Se si lascia la scena, si è immediatamente rimpiazzati e la folla non ha tempo per i rimpianti, tanto cambia sovente i propri idoli. Un giorno la contessa Dash mi disse che “il mondo è uno specchio: finché gli si è davanti, riflette; appena ci si allontana, le tracce scompaiono”».
È il ritratto di molte esistenze, inclusa quella di Varvara Rimsky-Korsakov. Fu lei stessa a scrivere questa e altre riflessioni sulla vita nella Ville Lumière, dov’era giunta nel 1862, dopo aver lasciato la Russia Imperiale. Varvara nasce il primo febbraio del 1833 e muore il 30 dicembre 1878. Quarantacinque anni di vita, molto clamore, sia in Patria che nella Parigi di Napoleone III; persino Tolstoj la cita in Anna Karenina. Poi, l’oblio: «le tracce scompaiono».
Così scrisse di lei Judith Gautier, figlia di Théophile Gautier, amico di Varvara:
«Orfana quasi dalla nascita, aveva ereditato una rendita favolosa. Sotto l’occhio indulgente di una nonna era cresciuta come una pianta rara, circondata di attenzioni e ciononostante libera, come se si fossero per lei conciliate la serra e la foresta vergine. Da ragazza non fece nulla che non fosse di propria volontà e sottomise tutti ai suoi capricci. Bella, giovane, indipendente e ribelle, correva per il mondo senza ostacoli e preoccupazioni; forse un po’ folle, ma di una follia russa e deliziosa».
L’ottima educazione ricevuta le fece amare tanto il ricamo, quanto la lettura, la musica e il canto. Varvara era una seducente ragazza slava: bionda, slanciata e con occhi magnetici. Appena iniziò a frequentare le feste di Mosca, i “partiti” più ambiti rimasero colpiti dalla sua procacità, dall’innato fascino e dal carattere complesso che, tuttavia, con gli anni e la vita riuscì a sviluppare e controllare. Consapevole della propria avvenenza, ella era attratta dalla mondanità sentendosi a proprio agio al centro dell’attenzione, sino a lambire talvolta i limiti dell’impudenza. Volitiva e competitiva, era provvista di un tocco di sapiente indisciplina unito a una sottile capacità di analisi e a un acuto sarcasmo. Eppure non le era estranea una certa sensibilità nei confronti della semplicità insita nelle piccole cose.
Una tale complessità non poté non destare una notevole attenzione di uno dei “partiti” più corteggiati del tempo: l’ussaro Nikolaj Sergeevič. I due si sposarono, ebbero tre figli, ma il matrimonio non ebbe fortuna e la coppia si separò: lui rimase in Russia, lei preferì trasferirsi a Parigi con il suo amante di cui mai nessuno scriverà.
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Attraverso la narrazione degli anni trascorsi a Parigi (dalla fine del 1862 sino alla caduta di Napoleone III) e a Nizza, il lettore avrà accesso alle dinamiche di una società sfavillante, in piena trasformazione, ma contempo cinica e violentemente maschilista. È lei stessa a descriverne impietosamente:
«A Parigi si ride degli dèi, dei re, dell’amore, si ride di gusto, si ride delle illusioni, si ride persino quando si soffre, e quello che non si accetta è la serietà, e tutti hanno la pretesa d’averla».
L’amante di se stessa è un tour nel mondo aristocratico di allora. La protagonista è una donna che, per natura e temperamento, seduce e attrae generando sconcerto, ma non aperta condanna, riuscendo a restare in equilibrio tra i costumi del suo tempo e l’impellenza di rivelarne contraddizioni e limiti. L’opera, nata dalla penna dello scrittore torinese Andrea Biscàro, getta uno sguardo sulla condizione femminile nel rapporto della donna con se stessa, con le altre donne, con gli uomini e col proprio corpo, reso ancor più vivo dall’analisi grafologica degli scritti di Madame che, con strumenti moderni, contribuisce a svelare i tratti di una persona vissuta 150 anni fa. Il libro segue un percorso che si dipana tra storia, costume, moda, pittura – il suo ritratto campeggia al Musée d’Orsay -, giornalismo, letteratura e si avvale di un notevole apparato documentale.
di Natale Fioretto
Andrea Biscàro
L’amante di se stessa
Vita di Madame Rimsky-Korsakov
pagine 178, euro 15
(anche in eBook: euro 7,49)
Graphe.it edizioni, Perugia 2018
booktrailer da visionare a questo link: https://youtu.be/fVWdlhOAWW0