Dopo il divertentissimo “Basilicata coast to coast” che si guadagnò diversi premi, Rocco Papaleo torna alla regia dimostrandosi sempre più un innovatore nel genere della commedia all’italiana. Ancora Sud d’Italia, con ironia, comicità, ma anche la voglia di far riflettere sul meridione sempre più abbandonato e la società di oggi. Con Riccardo Scamarcio dal 17 ottobre in Italia.
Un bagno di folla lo accoglie nelle sale. E’ appena uscito “Una piccola impresa meridionale”, opera seconda di Rocco Papaleo, dopo il pluripremiato “Basilicata coast to coast” (tre David di Donatello) di tre anni fa. E il suo nuovo film, già dal titolo, rievoca la sua piccola (grande) impresa di un meridionale che si sta facendo strada nel non facile mondo del cinema, con riconoscimenti anche oltre i confini.
E’ un’opera corale, questa, condotta e girata con leggerezza, pur affrontando scottanti tematiche contemporanee, con visioni e ricadute in salsa meridionale. Ma il primo “grazie” a Papaleo va nella direzione di averci ridato la grande Giuliana Lojodice, attrice più di teatro che di cinema (ha lavorato anche con Fellini e Benigni), il cui nome è legato ad una lunga carriera al fianco del compagno Aroldo Tieri; e chi li ha visti in scena sa di che attori si tratta: immensi. Nel film di Papaleo è la mamma anziana, che colora (in dialetto pugliese, come le sue radici) il ruolo di madre “tradita” dagli eventi della modernità. E poi c’è Riccardo Scamarcio, in veste di marito tradito e che ama il pianoforte più di ogni cosa al mondo; e Barbora Bobulova, prostituta dell’Est, che cerca un ritiro dopo i triviali arricchimenti.
Ma il film di Papaleo, (tratto da un suo libro) sceneggiato con Valter Lupo, è un collage di storie piccole (come i circensi falliti) che si dipanano come una partitura musicale; rispolvera una vecchio successo di Caterina Caselli (Sole spento) e ci accompagna con una delicata colonna sonora che rilegge (in jazz) addirittura Mozart. Molte scene si elevano, come quella del funerale, con una fotografia (firmata da Fabio Zamarion) che fa dei paesaggi di mare l’elemento in più.
Abbiamo incontrato Rocco Papaleo a Potenza, nella sua terra natia (è nato a Lauria, sud della Basilicata, nel 1958). Colpisce sempre per la sua immediatezza, che lo ritrae in pubblico così come sulla scena: che sia teatro che sia cinema che sia televisione. Già, la televisione, e che televisione: Sanremo, al fianco di Gianni Morandi, il festival più popolare che vuol dire la massima visibilità mediatica che si possa immaginare.
Gli chiediamo appunto se ha dato più lui a Sanremo o Sanremo a lui, visto che in quella edizione è stato il vero trascinatore delle serate festivaliere. E quanto abbia rappresentato il Festival per la sua carriera artistica, lui che viene da un percorso non proprio secondario, fatto di buon cinema e commedia, di canzoni e di teatro-canzone.
“Certamente è Sanremo che mi ha dato di più, è un altoparlante molto grande, una ribalta straordinaria”.
Dicevamo, il titolo del suo film “Una piccola impresa meridionale” può evocare la sua parabola ascendente nella carriera artistica?
“No, non ho pensato in nessun modo alla mia storia personale, certo sono del Sud ma cerco di ampliare lo sguardo sulla contemporaneità e i suoi problemi”.
Massimo Troisi diceva una volta che il problema non è fare il primo film, ma il secondo. E’ di certo la prova più impegnativa. Come è arrivato a questa idea, l’aveva già in mente da tempo?
“Le cose arrivano senza annunciarsi, le ispirazioni vengono spontanee, guardandosi intorno. E’ vero che l’impegno nel secondo film deve essere maggiore, aveva ragione Troisi. Credo di aver fatto un buon film”.
Fa divertire e riflettere, alla sua maniera Papaleo, con la sua cifra stilistica che è diventato un marchio di qualità. Il film è stato prodotto da Paco Cinematografica in associazione con Warner Bros Entertainment Italia e sostenuto dalla Sardegna Film Commission. La nascente Film Commission lucana si può dire che nasce anche sull’onda del successo di “Basilicata coast to coast”, con la riscoperta di luoghi poco o per niente noti di questa regione. E infine, la canzone della colonna sonora è Dove cadono i fulmini di Erica Mou, aderente ad una idea di scoprire voci ed immagini inedite. Proprio come la sua terra.
Armando Lostaglio
Titolo originale: Una piccola impresa meridionale.
Genere: Commedia.
Regia: Rocco Papaleo.
Sceneggiatura: Rocco Papaleo, Valter Lupo.
Paese e anno di produzione: Italia 2013.
Trama: Un ex prete, don Costantino, viene confinato dalla madre perché non si sappia che si è spretato. Mamma Stella, infatti, ha già un altro scandalo da affrontare: sua figlia Rosa Maria ha lasciato il marito, Arturo, ed è scappata con un misterioso amante. Il vecchio faro in disuso – che appartiene alla famiglia di Costantino e che dovrebbe garantirgli l’isolamento -, attira invece gente come un magnete, trasformandosi via via in un refugium peccatorum. Dopo l’ex prete arriva una ex prostituta, Magnolia. Poi il cognato cornuto, Arturo. Infine una stravagante ditta di ristrutturazioni chiamata per riparare il tetto del faro. In un gioco di rimandi e agnizioni, istruzioni e ristrutturazioni i protagonisti di questa storia disegneranno il loro futuro.
Cast: Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli.
Casa di produzione: Paco Cinematografica in associazione con Warner Bros. Entertainment Italia e realizzata con il sostegno di Regione Lazio e Sardegna Film Commission.
Durata: 103 min.
Data di uscita al cinema in Italia: giovedì 17 ottobre 2013.