In nessun altro Paese al mondo a distanza di poche decine di chilometri l’una dall’altra esistono città con patrimoni artistici inestimabili come in Italia.
Anche il Louvre avrebbe difficoltà a contenere tutti i tesori culturali delle città lungo il rettilineo tra Milano e Bologna, che comprende quelli di Cremona che, già con il Duomo, il Torrazzo, il Battistero, la Loggia dei Militi e il Palazzo del Comune iniziati tra l’XI e il XIII secolo, combinano tra gli altri gli stili romanico, gotico, rinascimentale e barocco. Ma, come questi si sono ulteriormente arricchiti con le vicissitudini storiche della città (ambita nel passato dai veneziani, i milanesi, gli spagnoli e i francesi), così si è ulteriormente arricchita la sua intraprendenza, in particolare quella musicale per cui:
Monteverdi già a 15 anni nel 1582 aveva composto la sua prima opera corale, prima di essere richiesto a Mantova e Venezia e di acquistare la sua notorietà universale;
Ponchielli già a 20 anni nel 1854 era divenuto maestro sostituto del teatro Concordia, destinato con i suoi ingrandimenti nel tempo ad acquisire il suo nome e intanto Nicola Amati (1596-1684) aveva non solo portato al culmine la notorietà della sua famiglia nella fabbricazione dei violini, ma anche influenzato Antonio Stradivari, detto «Stradivarius», la cui produzione dal 1684 superava in qualità quelle dei concorrenti Francesco Ruggieri, Andrea Guarneri e dei figli di Amati (anche quelli di Stradivari hanno continuato poi il lavoro paterno).
Ecco, dunque, CREMONA diventare il centro mondiale più importante della liuteria, riconosciuta dal 2012 come Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO, ed ecco allora Cremona avere oggi circa 160 liutai che, insieme al Museo del Violino (dal 1983 con all’interno l’auditorium e il laboratorio “Arvedi” e la sezione d’Ingegneria acustica del Politecnico di Milano), e insieme all’Accademia Stauffer (dal 1985, dal nome del mecenate, come Arvedi) ne mantengono il prestigio.
Oltre ai corsi nelle sue istituzioni e alle sue manifestazioni annuali la città ospita il Dipartimento di Musica dell’Università di Pavia, e può vantare la scelta dei migliori violinisti, anche ventenni, per i concerti con gli Stradivari del Settecento d’un inestimabile valore : com’è stato il concerto (in presenza del sindaco Gianluca Galimberti) di Sara Zeneli con “il Cremonese 1715”, ospitato il 7 novembre a Parigi dall’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro, nell’ambito degli scambi tra il Musée de la Musique e il Museo del Violino. I quali contribuiscono allora non meno delle altre manifestazioni culturali all’ulteriore conoscenza di questi patrimoni artistici.
Lodovico Luciolli
P.S. Il pregiato violino, fiore all’occhiello della collezione del Museo del Violino di Cremona, è stato esposto per due mesi al Musée de la Musique di Parigi nell’ambito di una collaborazione fra le due istituzioni che proseguirà l’anno prossimo con l’esposizione a Cremona dello Stradivari ‘Il Sarasate’, parte della collezione del museo parigino.
- Nel logo, la foto del Museo del Liuto a Cremona.