Questo 21 marzo avrebbe compiuto 86 anni Alda Merini, se non avesse avuto la ‘ventura’ di lasciarci nel 2009, orfani della sua splendida follia dello scrivere, del vivere, di quella vita di cui era follemente innamorata e da cui fu altrettanto tormentata.
«Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi:
come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra.
Ma del resto dico spesso a tutti quelli che quella croce senza giustizia
che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi
la grande potenza della vita.»
(Alda Merini, La pazza della porta accanto)
Ma il suo amore, i suoi amori, la sua passione, le sue passioni continueranno per sempre nei suoi scritti, nelle sue liriche, sacre e profane o, forse, solo laiche, universali, comunque che si potran leggere e rileggere nello scorrere degli anni senza téma di non ritrovarci in esse, dunque ‘classici’, veri ed autentici, come solo i veri artisti ed intellettuali san essere.
Dio di Amore
«Io ho scritto per te ardue sentenze,
ho scritto per te
tutto il mio declino;
ora mi anniento e niente può salvare
la mia voce devota; solo un canto
può trasparirmi adesso dalla pelle
ed è un canto d’amore che matura
questa mia
eternità senza confini».
Ma anche dalla follia aveva ‘ricavato’, non solo Dio e la sua immanente religiosità, ma pure una sorta di guarigione che l’aveva riscattata alla vita.
Così, aveva asserito, dopo, tanti anni fa:
“Per me guarire è stato un modo di liberarmi del passato. Tutto è accaduto in fretta. L’ultima volta che sono stata all’Istituto che mi aveva in cura per depressione mi è accaduta una cosa che non avevo mai provato. Una mattina mi sono svegliata e ho detto: che ci faccio io qui? Così è davvero ricominciata la mia vita. Ho ripreso a scrivere e ho perfino trovato quel successo che non avrei mai pensato di ottenere”.
Una nuova vita, una speranza, per lei che era nata….
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
(da Vuoto d’amore, Einaudi, 1991)
Maria Cristina Nascosi Sandri
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Con un’aggiunta della redazione Altritaliani:
MUSICA E POESIA
Alda Merini e Giovanni Nuti, artisti fuori dal tempo
INTERVISTA CON BRANI IN ASCOLTO PUBBLICATA IL 5 OTTOBRE 2013 di Silvia Calliero
Giovanni Nuti, viareggino di nascita, sarzanese d’adozione, è un musicista e cantautore italiano dal raro talento. Momento importante della sua carriera, la sua commovente collaborazione con la grande poetessa ALDA MERINI: un felice sodalizio durato ben 16 anni che ha portato alla pubblicazione di splendidi album. Oggi è una giornata speciale, è il 21 marzo, il giorno in cui, a primavera, nasceva Alda Merini, una delle più grandi poetesse italiane, una donna splendida, fatta di luce, lucida follia, pura poesia. Ad Alda Merini va il nostro ricordo, la nostalgia per la sua assenza e la riconoscenza per la struggente bellezza che i suoi versi eterni sanno regalare. Amata Alda, che la terra ti sia lieve. E grazie a Giovanni Nuti.