Son Ebreo…di František Franta Bass

Al Giorno della Memoria – 27 gennaio.
Perché la data del 27 gennaio? Il 27 gennaio del 1945 i carri armati dell’esercito sovietico sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, nell’attuale Polonia. Oggi sono ottanta anni che venivano svelati gli orrori dei lager nazisti, dove vennero rinchiusi e eliminati ebrei, ma anche dissidenti politici, rom, persone omosessuali: tutte le minoranze invise alla dittatura nazista. Ogni anno nel mondo si celebra il Giorno della Memoria, giornata di commemorazione istituita 20 anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per non dimenticare di ricordare gli orrori dell’Olocausto e del nazifascismo. Pochi sono ormai i superstiti e i testimoni della Shoah. Non vogliono – come è stato ricordato oggi con forza durante la commovente cerimonia che si è svolta oggi a Auschwitz che « il loro passato sia il futuro dei nostri figli ». Un grande monito! Abbiamo pensato di riproporvi oggi un contributo di Maria Cristina Nascosi Sandri del 2020.

***

Son Ebreo… è una poesia scritta da František Bass, piccolo-grande poeta, quando aveva 11 anni, in campo di concentramento.

Era nato il 4 settembre 1930, a Brno, oggi seconda città dopo Praga, della Repubblica Ceca e capitale storica dell’antica e cólta regione della Moravia.

František (Fanta) Bass

Fu veramente un picco-grande poeta: le sue liriche, tradotte in inglese da Edith Pargeretova, son opere di spessore incredibile; il dolore, la sofferenza, specie in un bambino, son esperienze che maturano, rendono adulti anzitempo e Franta – questo vezzeggiativo fu il suo pseudonimo autoriale – le fermò, per sempre, sulla pagina scritta, piccoli capolavori di umanità negata da una delle più atroci prove che l’uomo abbia fatto subire ad un ‘altro’ uomo.

Franta fu condotto a Terezin, (Theresienstadt), il campo di concentramento dei bambini, il 2 dicembre 1941.

Quel campo, il ‘fiore all’occhiello’ di Hitler, fu il gioiello della sua mostruosa e sapiente propaganda: vi si giraron filmati, venivano fatte regolarmente visite da personaggi di spicco, per mostrare loro che il nazismo creava talenti, esprimeva cultura, non morte: in realtà i bimbi venivano poi uccisi – ne furono internati 15.000, si salvarono in 100 !! – prima del compimento del quattordicesimo anno di età.

Ecco perché il piccolo Franta, che ormai aveva oltrepassato, seppur da poco quell’età fatidica, venne condotto ad Auschwitz il 28 ottobre 1944 dove morì dopo soli due giorni, otto mesi prima della fine del Secondo conflitto mondiale.

La sua poesia che segue è conservata in una bacheca di vetro nella Sinagoga vecchia di Praga, una delle culle della civiltà mitteleuropea, la capitale della Repubblica Ceca che qualche tempo fa, durante un viaggio, ebbi modo di leggere, per caso.

Mi colpii tanto e volli tradurla per proporla proprio per il Giorno della Memoria della liberazione di Auschwitz.

Grande è il potere di quelle parole, che si potrebbero trasporre in ogni lingua e dialetto del mondo: dietro ognuna di esse, frutto di orgogliosa identità da difendere dalla criminale damnatio memoriae, ci sono un significante ed un significato dal sapore universale!

« Davanti a questa immane e atroce tragedia non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria« , ha detto il papa. « L’anniversario dell’Olocausto, l’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì nel 1945, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti ».

Son Ebreo

Son Ebreo ed Ebreo rimarrò.

Anche se morissi di fame,
mai mi sottometterei ad alcuna nazione,
combatterò sempre
per la mia nazione, sul mio onore.
Non mi vergognerò mai
della mia nazione, sul mio onore.
Son fiero della mia nazione,
una nazione più che mai degna d’onore.

Sempre sarò oppresso,
e ancora rivivrò, per sempre.

Maria Cristina Nascosi Sandri
(Da Ferrara)

Link interni:

Alfred Hitchcock e il suo film Memorie dei campi – Memory of the camps

 Nella camera oscura di Wilhelm Brasse a Auschwitz: il n° 27129

Un pianista pugliese, memoria viva della musica concentrazionaria – Intervista a Francesco Lottoro

_butterfly-cover-large.jpgLink esterno:

  • Volavkova, Hana, ed., I Never Saw Another Butterfly… Childrens’ Drawings and Poems from Terezín Concentration Camp, 1942-1944. Expanded Second Edition, with a Foreword by Chaim Potok and Afterword by Vaclav Havel. (New York: Schocken Books, 1993.) 106 pages

https://www.amazon.com/Never-Saw-Another-Butterfly-Concentration/dp/0805210156

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Maria Cristina Nascosi Sandri
Di Ferrara, giornalista pubblicista, critico letterario, cinematografico ed artistico. Collabora da parecchi anni con quotidiani nazionali, periodici specialistici e non, su carta e on line, anche esteri come Altritaliani. Dopo la laurea in Lettere Moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Ferrara, si è dedicata per un po’ alla scuola dove ha svolto attività anche come traduttrice, oltreché docente. Da anni si dedica con passione allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua, della cultura e della civiltà dialettale di Ferrara, mantenendo lo stesso interesse per quelle italiana, latina ed inglese, già approfondito dai tempi dell’università, insieme con quello per l’arte, il teatro ed il cinema. Al suo attivo centinaia di articoli e recensioni, e qualche decina di libri sulle discipline di cui sopra, tra cui un'intera collana multilingue sulla propria lingua materna.

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