Pubblicato dalla casa editrice fiorentina Olschki il Dizionario dei sogni nel Medioevo, opera enciclopedica che raccoglie le interpretazioni dei sogni dal IX secolo al 1550. Un lavoro che permette di accedere all’immaginario onirico medievale nel quale si ritroveranno gli stessi simboli che si presentano nelle notti dell’uomo moderno.
Fin dall’antichità i sogni hanno intervallato la scansione del tempo percepito dall’uomo. Sonno, veglia, attività lavorativa, emozioni, azioni. Tutto ciò che l’uomo vive coscientemente rimane dentro di lui come un alone invisibile che, spesso, viene rielaborato durante il sonno, divenendo esso stesso attivo in quell’area della mente che Freud avrebbe in seguito chiamato “inconscio”. In varie epoche il sogno ha assunto significati diversi, divinatori o prognostici, oppure significati collegati a una dimensione religiosa o rivelatrice – se considerato il collegamento con le tre religioni monoteistiche mediterranee – e, dal XX secolo in poi, il sogno viene usato per l’analisi della propria interiorità.
Scopi diversi, dunque, contenuti e circostanze oniriche differenti, ma pur sempre una costante: l’uomo sogna e, nella maggior parte dei casi, ricorda i propri sogni. Il loro valore al risveglio ha spesso lo stesso significato da secoli, dimostrando una coerenza inaspettata, coinvolgendo un arco temporale che ci riporta agli albori della società umana.
Nell’opera pubblicata recentemente da Leo S. Olschki Editore (2018), Dizionario dei sogni nel Medioevo. Il Somniale Danielis in manoscritti letterari, il professor Valerio Cappozzo, medievista e docente di italianistica presso la University of Mississippi, analizza questa grande area dell’incoscio umano, e lo fa ponendo l’accento su uno dei periodi più significativi della storia europea e mediorientale, il Medioevo. Significativo in termini simbolici e per l’immaginario collettivo, in particolare in relazione a quel filone di studi che sarebbe stato definito, in chiave storiografica, l’immaginario medievale (cfr. Le Goff, tra tutti) che, invece, in questo libro si trasforma nel concetto del reale perché: «il Medioevo ricorre all’immaginario e al meraviglioso quando tenta di interpretare la realtà, ma quando deve decifrare le immagini fantastiche e irrazionali dei sogni ritorna sul piano concreto del reale per spiegare i simboli e i messaggi contenuti nelle visioni» (p. VII).
Il punto di partenza di questo lavoro più che decennale è la ricostruzione della tradizione millenaria del Somniale Danielis (Il libro dei sogni di Daniele), considerato «un prontuario versatile» che ha permesso una ricostruzione puntuale e precisa del bagaglio onirico nel Medioevo come successivamente nel Rinascimento. Esso, come spiega il professor Cappozzo, «è un prontuario dei simboli onirici più comuni disposti in ordine alfabetico. Composto in greco intorno al IV sec. d. C. e tradotto in latino nel IX secolo, rappresenta il filo rosso dell’interpretazione dei sogni dall’Antico Egitto, alla Smorfia Napoletana, alle pagine web di oggi» (p. 6). Un’opera, dunque, che appare indispensabile se si vuole capire, interpretare e soprattutto tracciare un quadro storico e insieme antropologico dell’onirologia, una disciplina assai affascinante quanto complessa.
Come possiamo capire i nostri sogni? Cosa vogliono dire le immagini che ci appaiono durante il sonno, in quel momento particolare in cui la razionalità abbassa la guardia a favore di una maggiore irrazionalità che ci porta a combinare le esperienze del vissuto trasformandole in immagini simboliche? E ancora, è proprio vero che i sogni anticipano e prevedono il futuro?
«Per fare un esempio di questa continuità», prosegue il professor Cappozzo, «prendiamo a caso un simbolo: sognare la caduta di uno o più denti significa la perdita di un parente o di una persona vicina» (p. 6), e ciò accade da circa 3 200 anni, in una costanza che non sarebbe stata possibile senza una tradizione manoscritta capillare e in diverse lingue, tramandata durante le epoche.
Il Dizionario dei sogni nel Medioevo offre, oltre a un’attenta trascrizione del testo e alle schede dei manoscritti trattati (sia in latino sia in volgare), un Indice ragionato dei simboli onirici per arrivare a un vero e proprio prontuario, un dizionario dei sogni appunto, corredato dai diversi significati che possono avere i singoli sogni, per un totale di più di 5.000 interpretazioni.
Un insieme di simboli, azioni, oggetti e significati che hanno avuto un’accezione precisa per i sognanti stessi e per coloro i quali hanno ascoltato, interpretato e messo per iscritto quei sogni, dando loro un significato che, come abbiamo visto, spesso si è ripetuto fino ai giorni nostri svelando un filo conduttore e una continuità che sarebbe impossibile ignorare.
Un altro elemento interessante, portato alla luce dal lavoro del professor Cappozzo, risulta essere la combinazione di incognite, che lo studioso identifica nel fatto che sognare x significa y, equazione dunque che si ripete da secoli e il cui significato personale che ognuno può dare a un singolo sogno può variare, per analogia o contrapposizione, a seconda del valore dato dalla capacità interpretativa del sognante, identificata dall’incognita z. «Lunam sanguineam videre dampnum significat»; «Monaco vedere tristezza significa»; «Correre volere e non potere impedimento significa», giusto per fare degli esempi tra i migliaia disponibili in questo libro, dove dietro all’apparente semplicità dell’esposizione delle diverse significazioni si cela una complessa scienza d’interpretazione sempre dedicata al potenziamento dell’incognita z, ossia della capacità interpretativa personale del soggetto sognante. Come in letteratura, dove la capacità di comprensione delle metafore presenti nei testi è proporzionata alla sensibilità e cultura del lettore.
Alla letteratura italiana delle origini, infatti, è dedicata gran parte dell’introduzione al Dizionario perché nei manoscritti in volgare italiano ritrovati dal professor Valerio Cappozzo sono presenti, oltre ai libri dei sogni, importanti opere come la Vita Nova di Dante (basata sulle apparizioni di Beatrice tra sogno e visione); il Decameron (all’interno del quale ci sono diversi sogni simbolici); l’Acerba di Cecco d’Ascoli (opera astronomico-letteraria che discute l’origine del sogno) e così via, fino ad arrivare a Leonardo da Vinci che possedeva tre edizioni del Somniale Danielis di cui Cappozzo ha trovato l’antigrafo manoscritto in un codice fiorentino della fine del Quattrocento.
Un altro elemento notevole, riscontrabile nel Dizionario, riguarda l’aderenza al reale dei sogni tra i quali non compaiono elementi, oggetti o animali fantastici, come ci si potrebbe aspettare. Ciò ha portato la tradizione medievale a trattare sia l’aspetto teorico svelato dal sogno, sia l’aspetto popolare tramandato e volto all’interpretazione del reale: uno strumento utile per il lavoro dello storico e dell’antropologo. Ma in fondo utile a tutti, considerato che tutti sogniamo e cerchiamo di interpretare le misteriose immagini notturne nella speranza ci rivelino qualcosa in più di noi stessi.
Giulia Boccardi
IL LIBRO:
Dizionario dei sogni del medioevo
Il Somniale Danielis in manoscritti letterari
Di Valerio Cappozzo
Casa editrice: Olschki e scheda del volume
L’AUTORE:
VALERIO CAPPOZZO è Assistant Professor of Italian e Direttore del programma di Italianistica dell’University of Mississippi (U.S.A.) Specializzato in filologia materiale e critica letteraria ha di recente pubblicato il ‘Dizionario dei sogni nel Medioevo‘ (Leo S. Olschki 2018). Studioso di rapporti culturali tra il Medio Oriente e il mondo latino nel Medioevo e nel Rinascimento, si occupa anche di poesia italiana del ‘900 su cui ha curato libri su Giorgio Bassani e Carlo Michelstaedter ugualmente recensiti su Altritaliani.net. Membro del comitato scientifico di diverse collane e riviste letterarie e filosofiche è attualmente il segretario dell’American Boccaccio Association