Il 2 giugno scorso, Festa della Repubblica Italiana, ha riaperto i battenti a Roma la mostra-evento dedicata al cinquecentenario della morte dell’Immenso Urbinate.
Il frammento di Menandro (111 K.-Th) “Muor giovane colui che gli dei amano”
noto soprattutto grazie alla citazione fattane da Leopardi
(epigrafe del suo Amore e morte: “ Muor giovane colui ch’al cielo è caro”),
pare attagliarsi perfettamente alla vita ed al lavoro del grande Raffaello, artista moderno ed antesignano come pochi anche del suo tempo unico et meraviglioso …
Così quel 2 giugno che avrebbe dovuto esser il giorno della sua chiusura – dopo comunque un congruo tempo di possibile visitazione on line, una specie di virtual tour di tutto rispetto – ‘grazie al Covid 19’, è divenuta la data di apertura, una specie di esorcismo post litteram e à rebours: davvero, e che sia di buon auspicio, la Bellezza, l’Intelligenza della Bellezza, cioè la Comprensione e Condivisione della Bellezza, da parte di tutti, salveranno il mondo.
“Raffaello 1520 – 1483”, l’attesissima e pressoché compendiativa esposizione dedicata ad uno dei più grandi Maestri del Rinascimento durerà fino al 30 agosto 2020. Ovviamente son state prese misure speciali per la sicurezza dei visivi fruitori e del personale e gli orari di visite ampliati: dalle ore 9 alle 22 di tutti i giorni. Come si diceva più sopra, era stata offerta in streaming, extrema ratio: le attività online, infatti, eran state svolte – in questo periodo maudit con l’intervento dei curatori, con video-passeggiate all’interno delle sale, arricchite da dettagli e curiosità sulle opere, ed incursioni nel backstage e poi con il racconto dell’allestimento della rassegna che vanta capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei al mondo.
Ma, all well ends well – per dirla con Shakespeare, tutto è bene ciò che finisce bene: così questo ‘nuovo’ rinascimento tutto italiano sarà godibile fino alla chiusura grazie anche alla disponibilità dei musei e dei collezionisti che hanno prestato le opere e che, generosamente, pare non abbian alcuna fretta per quanto riguarda la restituzione.
Uno dei dubbi che circolavano con maggiore insistenza, infatti, riguardava proprio la possibilità di estendere il prestito per un tempo così prolungato. Con oltre 200 opere, tra le quali 120 dello stesso Raffaello, la mostra, realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, e curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi, Direttore delle stesse Scuderie, rappresenta la più grande rassegna mai tentata in precedenza.
Prevedendo un cospicuo afflusso di visitatori, si è pensato ad applicare misure di sicurezza straordinarie, che potranno rappresentare anche un exemplum da esportare in situazioni simili. Le linee guida son state, infatti, delineate secondo uno specifico progetto tecnico-sanitario, elaborato da un esperto del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza, in armonia con le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico.
La mostra “Raffaello 1520 – 1483” ha un valore inestimabile dal punto di vista artistico e offre la possibilità di ammirare una concentrazione di opere del Maestro nello stesso contesto come mai era stato possibile fino ad oggi e costituisce un’occasione ineguagliabile per osservare da vicino le inventiones dell’Urbinate. Il suo breve, luminoso percorso ha cambiato per sempre la storia dell’Arte e della Bellezza: Raffaello rivive nelle sale dell’esposizione che lo onora come genio universale.
«Ricominciamo. Riapriamo le porte delle Scuderie del Quirinale pronti ad accogliere i visitatori nelle più scrupolose condizioni di sicurezza, offrendo allo stesso tempo l’opportunità di fruire proprio di tanta bellezza e ritrovare in essa la forza per ripartire. Siamo grati alle Gallerie degli Uffizi, al suo direttore Eike Schmidt e a tutti i prestatori che hanno concesso con generosità l’opportunità di prolungare le date di un’esposizione così importante per il nostro Paese», ha dichiarato Mario De Simoni, Presidente e amministrare delegato di Ales – Scuderie del Quirinale.
“Ogni sforzo per garantire al maggior numero di persone possibile di godere di tale meraviglia è doveroso: le Gallerie sono dunque ben liete di prolungare il loro prestito di una cinquantina di capolavori a questa mostra unica ed epocale per tutto il tempo che sarà necessario”, ha soggiunto il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt.
Maria Cristina Nascosi Sandri