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E’ forse questa l’immagine che avrei voluto vedere fin da ragazzo: lei, la sposa ideale di Marcello: “Ma perché non si sposano mai? Che aspettano?” mi chiedevo da ragazzo. Era la Coppia per eccellenza, non solo sullo schermo. Li abbiamo amati tanto, li vedevamo inseparabili, imprescindibili; eppure no, altri destini: sarà questa la forza del Cinema, che fa sognare anche il “realizzabile”. La coppia di mille sogni in celluloide, la più vera e sensuale. Matrimonio all’italiana o Una giornata particolare: sono loro a rappresentare questo nostro Paese dai mille colori e ineluttabili risvolti. Mille colori proprio come Napoli, la loro Napoli, sud di una Italia che può rappresentare il mondo intero.
E questi versi del poeta Ernesto Grieco confermano dell’amore “smisurato” che vogliamo da sempre a questa donna unica e comune ad un tempo. Buon compleanno, Signora Sophia.
SOFIA LOREN
SPOSA D’ITALIA E NON SOLO!
Bellezza mediterranea che il mondo c’invidia:
bella, statuaria e altèra
dea emblema del cinema italiano.
Scenica, prorompente e sensuale
Ammiccante e delicatamente provocante.
Ottant’anni?
E chi ci crederebbe mai!
Sembra l’altro ieri,
in quella scena coinvolgente
che ha straziato e scaldato i cuori
nella CIOCIARA, e poi la madre uragano:
di FILUMENA MARTURANO,
sensualissima di IERI OGGI E DOMANI
-che il buon Marcello ancora suda freddo -,
o in quella GIORNATA PARTICOLARE,
sì, particolare come te SOFIA
per quello che ci hai dato e ci darai ancora.
Che Dio ti benedica!
(Ernesto Grieco)
E’ di certo la diva, la regina di un firmamento di stelle pregiate del grande cinema italiano. Compie 80 anni (il 20 settembre) e tutto il mondo la celebra.
Ha da sempre avuto un rapporto straordinario con il pubblico (non solo quello maschile), fin dai primi passi a Miss Italia per giungere all’Oscar come miglior attrice con « La Ciociara » (tratto da Moravia, cui Vittorio De Sica ne sarà l’anima), lei meno che trentenne. Due Oscar, un Golden Globe, un Leone d’oro, la Coppa Volpi, una Palma d’oro a Cannes, un Bafta, sei David di Donatello e due Nastri d’Argento.
Non temeva rivalità Sophia (forse la Bardot, anche lei ottantenne o forse sì, Gina Lollobrigida, nell’immaginario collettivo) in quanto la sua prorompente bellezza ne faceva una icona di vitalità non soltanto mediterranea.
Nata come Sofia Scicolone Villani, figlia del marchese siciliano Riccardo Scicolone Murillo (che riconobbe la bimba ma non sposò mai Romilda). E’ Pozzuoli la sua prima casa, l’adolescenza e ben presto una quindicina di piccoli ruoli a fianco dei mostri sacri dell’epoca: memorabile la sua apparizione in « Due notti con Cleopatra »; il concorso di bellezza che la fa notare al produttore Carlo Ponti (il suo vero grande amore) e il contratto di esclusiva che per lui firma nel 1951. Sette anni per diventare una diva internazionale prima col nome di Sofia Lazzaro e poi come Sophia Loren. Il primo film che farà storia è « Carosello napoletano » di Ettore Giannini (1954) poi a fianco di Totò in « Tempi nostri » di Alessandro Blasetti, da sempre scopritori di talenti oltre la bellezza. Ma sarà Vittorio De Sica a renderla ben più nota con « L’oro di Napoli » e con il suo partner irripetibile, Marcello Mastroianni in « Peccato che sia una canaglia » ancora di Blasetti.
Per la Loren quel ’54 resterà l’anno memorabile e da lì parte tutto: il suo personaggio, la sua icona, la sua anima d’attrice. Dopo essere diventata una diva italiana, una « maggiorata » degna di rivaleggiare con Gina Lollobrigida di cui prende il posto nel terzo episodio della trilogia « Pane amore e… » (Dino Risi, 1956) arriva per lei il successo internazionale grazie alla celebre copertina di « Life » che la incorona come emblema della bellezza mediterranea. Carlo Ponti la accompagnerà nell’avventura a Hollywood dove troverà partner affermati da Cary Grant (amico fedele e assiduo corteggiatore) a Frank Sinatra, da John Wayne a William Holden, ad Tony Perkins e perfino Marlon Brando. Ma nonostante una felice parentesi americana in cui si confronta da pari a pari con le dive più popolari come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Ingrid Bergman, è tornando a casa che ottiene la consacrazione mondiale. Ed è di nuovo grazie ai due soli uomini che nella vita ha tenuto nel cuore oltre al marito: Vittorio De Sica che le fu maestro e che la portò all’Oscar per « La ciociara » (1962) e Marcello Mastroianni con cui fece coppia fissa in ben 15 film. I tre si ritrovarono tutti insieme sul set di « Ieri, oggi, domani » del ’63 e portarono il film fino all’Oscar per il miglior film straniero e poi in « Matrimonio all’italiana » dell’anno successivo. La lista dei suoi film indimenticabili è lunghissima ma un capitolo a parte meriterebbe « Una giornata particolare » del 1977 quando Ettore Scola la rimise a fianco di Mastroianni (nel ruolo di Gabriele, un omosessuale perseguitato dal fascismo) per quello che rimarrà uno dei capolavori del cinema di tutti i tempi.
Vasto il palmares dei premi (da Guinnes) conquistato dalla Loren in circa 60 anni di attività: dall’Oscar alla carriera del 1991 ai sei David di Donatello, dalla Coppa Volpi del 1958 (« Orchidea nera » di Martin Ritt) alla Legion d’onore del ’91, dall’Orso d’oro del ’94 al Leone d’oro alla carriera del 1998. Città del Messico ne celebra i fasti con una mostra dedicata ai suoi abiti e alla icona di una diva irripetibile.
Armando Lostaglio