Niccolò Paganini e la Francia. Concerto del Premio Paganini 2023 al Louvre.

Il Cannone

Ancora una volta le relazioni culturali tra l’Italia e la Francia non solo s’intensificano più di altre condizionate da contingenze economiche e politiche, ma fanno pure emergere un passato tra questi due Paesi che solo gli esperti sanno far riconoscere.

Come a esempio l’inizio della carriera di Niccolò Paganini che dopo essere tornato da Parma a Genova nel 1804 dov’era nato 22 anni prima, da lì aveva cominciato le sue “tournées” di concerti di violino nel Principato di Lucca e Piombino assegnato da Napoleone a sua sorella Elisa  (che il violinista aveva seguito a Firenze quando nel 1809 era stata nominata Granduchessa di Toscana) e al cognato Felice Baciocchi; e le aveva continuate esibendosi nel 1808 per il gruppo massonico “Grande Oriente d’Italia”. A conferma della sua affiliazione alla Francia, questo aveva come Sovrano Eugène de Beauharnais, figliastro di Napoleone il quale, dopo essere stato da lui nominato Viceré del Regno, s’era stabilito nella villa reale di Monza. Paganini aveva suonato anche per l’altra sorella di Napoleone Paolina a Stupinigi, dopo che il marito Camillo Borghese nel 1808 era stato nominato Governatore Generale a Torino.

Nella relazione di Paganini con la Francia vi è anche la sfida nel 1816 con il violinista Charles Philippe Lafont, superandolo anche per tournées all’estero, poiché questi le aveva fino ad allora fatte presso la Corte dello Zar Alessandro I, mentre il violinista italiano si esibì, dal 1828 al 1833, dalla Corte di Francesco II a Vienna e da Praga in Inghilterra e Parigi, prima di stabilirsi poi a Parma e morire a Nizza nel 1840.

La vicinanza nel Museo del Palazzo Doria-Tursi (sede del Comune) di Genova del “Cannone”, ossia del celebre violino di marca “Guarneri” in concorrenza fin dal secolo precedente con gli “Stradivari” a Cremona, e del “Sivori” (dal nome dell’allievo a cui è stato ceduto), ossia del violino che il liutaio parigino Jean-Baptiste Vuillaume (1798 -1875, discepolo degli artigiani cremonesi) aveva fatto nel 1833 ad imitazione del “Cannone” per Paganini, simboleggia ugualmente la sua relazione con la Francia.

Questa è ora onorata dal concerto del 23 gennaio del violinista vincitore del Premio Paganini 2023, Simon Zhu, in occasione dell’inaugurazione della rinnovata Cour Puget al Louvre, con le sculture neoclassiche e romantiche del museo, effettuata dal Cercle des Mécènes. Creato nel 1954, il Premio Paganini è attribuito a Genova annualmente al migliore violinista internazionale perpetuando la tradizione del genio musicale.

La nomina dei nuovi “Paganini Ambassadors” la sera prima all’Ambasciata d’Italia è ancora una conferma (così come lo è stato il concerto  del 7 novembre con “il Cremonese 1715”, ossia lo “Stradivari” precedentemente esposto al Musée de la Musique) di come l’Ambasciatrice D’Alessandro e tutto il suo “staff” hanno in rappresentanza non solo le migliori eccellenze italiane riconosciute in tutto il mondo, ma anche quelle del passato riconosciute come tali fino al punto da essere costantemente esposte e riesposte nei più importanti musei e centri culturali francesi. Anche quando, come nel caso di Paganini, sono meno noti gli antecedenti con la Francia.

Lodovico Luciolli

LINKS di interesse:
Martedì 23 gennaio 2024 il Premio Paganini sarà protagonista al Museo del Louvre di Parigi:
https://www.premiopaganini.it/it/notizie/il-premio-paganini-al-louvre

https://www.amisdulouvre.fr/paganini

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Lodovico Luciolli
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