Tous ces italiens qui ont fait la France, célèbres et anonymes!
Déjà en 1796-1797, lors de sa première campagne d’Italie, Napoléon a intégré dans ses forces des soldats et des officiers italiens. Par exemple Giuseppe Lechi, né en 1766 dans la province de Brescia. Ou Domenico Pino, né à Milan en 1760. Le 14 juin 1800, Lechi est avec Napoléon à la bataille de Marengo. Le Premier consul admire son courage au point de le nommer général de division. Devenu roi de Naples, Joseph Bonaparte le veut à ses côtés.
È solo un piccolo brano del nuovo libro di Alberto Toscano, già presidente della stampa estera a Parigi, dove risiede e dove anima oggi il Club della Presse europea. «Ti amo Francia» è il titolo del suo nuovo lavoro che uscirà questo mercoledi nelle librerie francesi a cura dell’editore Armand Colin (287 pagine, €. 19,90). C’è da sperare che esca presto anche in italiano e in Italia. Per ora, il libro è in lingua francese.
Ancora una volta Toscano, novarese, laureato in Scienze politiche all’Università di Milano, decano del giornalismo, con collaborazioni nei quotidiani e settimanali più prestigiosi e che vive dal 1986 a Parigi, dedica i suoi studi e la sua ricerca impegnativa alla conoscenza e celebrazione dei tanti italiani che hanno contribuito, in chiave anche europea, a fare grande, un grande paese come la Francia. Da Leonardo da Vinci a Pierre Cardin, da Caterina de Medici a Zola fino ad Yves Montand.
L’idea di base del libro è già di sé suggestiva. La Francia è forse il paese dalla più solida identità nazionale in Europa, che ha colonizzato e portato cultura fino alla metà del secolo scorso in tante parti del mondo, eppure è stato il paese che più di tutti è riuscito a mantenersi aperto, accogliente, godendo del contributo di emigranti che sono stati decisivi al suo sviluppo e alla sua crescita.
Abilmente Toscano non fa delle biografie di questi italiani, piuttosto suddivide il libro in capitoli, a volte dedicati alle arti e ai mestieri in cui questi nostri concittadini hanno eccelso, ma più spesso ad eventi e periodi, entrando nelle pieghe della storia, raccontando aneddoti e fatti che così rendono il volume estremamente fruibile, gradevole alla lettura, raccontando spesso storie poco note ed a volte con protagonisti quasi ignoti, finanche in patria. Come nel caso dei ricordati Giuseppe Lechi e Domenico Pino. E proprio a proposito del contributo di sangue versato dagli italiani per la difesa della Francia e dei suoi valori repubblicani, come nel capitolo significativamente intitolato: “Via Moscova”, come la nota strada vicina al quartiere Brera di Milano che la ricorda, dove migliaia di italiani si immolarono per Napoleone nel nome di quei grandi valori che la Francia sin dall’illuminismo aveva proposto.
Abbiamo detto della ricca aneddotica presente in “Ti amo Francia” che spesso suonerà ignota a gran parte dei lettori, anche italiani, ma vi sono raccontati episodi del tutto inediti, come nel capitolo intitolato “Sauvez les Juifs!” dedicato all’occupazione tedesca ed italiana della Francia nella seconda guerra mondiale. Precisamente nella testimonianza di Robert Badinter, già ministro della giustizia (fu lui ad abolire la pena di morte in Francia) sotto la presidenza di François Mitterrand, raccolta direttamente dall’autore: “Il est certain que les Juifs, étrangers ou francais, ont trouvé un refuge dans la zone d’occupation italienne. Il n’y a pas eu de chasse aux Juifs ni de rafle dans ces territoires français pendant ces dix mois. Bien au contraire ! Il y a eu une protection des Juifs de la part de l’armée italienne ». Questa affermazione inedita di Badinter è confermata anche da Jean Rony, già professore di linguistica all’Università di Nanterre, allora adolescente a Grenoble nelle “zone libere” di Vichy sotto l’occupazione italiana, con altre parole egualmente nobili.
L’armata italiana che occupava la zona meridionale e costiera della Francia ebbe un comportamento ben diverso dai suoi alleati tedeschi verso gli ebrei; non ci furono persecuzioni e anzi spesso i soldati italiani protessero i perseguitati ebrei.
Uno dei meriti del libro di Toscano si palesa in esempi come questo. A raccontare di noi sono spesso proprio i nostri cugini d’oltralpe.
Naturalmente non mancano storie su Garibaldi, che tanto contribuì con le sue gesta per la Francia, Belgiojoso, Gambetta ed altri, in una carrellata di fatti, tutti veri, che hanno costituito il frutto di accurate ricerche storiche, e tuttavia il racconto è fruibile come un romanzo. Con una scrittura di Toscano che abbiamo già conosciuto nei suoi precedenti impegni editoriali come nel suo: “Un vélo contre la barbarie nazie”, dedicata alla figura del giusto tra i giusti, Gino Bartali, pubblicato appena un anno fa per la stessa casa editrice.
Dall’agile e preciso racconto di Toscano emerge un contributo italiano alla Francia in ogni arte come nelle scienze e nella politica. Dalla commedia, alle straordinarie opere di Leonardo, oggi inumato nel Castello di Amboise nella Loira; da Caterina de Medici, figura decisiva nel consolidamento della Francia, alla musica e al cinema con numerosi esempi che potremmo inevitabilmente riportare solo per difetto. Innumerevoli i cantanti che ieri come oggi hanno solcato i palcoscenici dei più prestigiosi teatri francesi da Cherubini a Paisiello, da Spontini a Rossini, con il contributo di cantanti che divennero in quella terra legenda, fino alle più recenti Dalida, Yves Montand, Juliette Greco, per citarne solo alcuni e nel cinema: Serge Reggiani, Lino Ventura ed altri ancora. Nella parte finale del libro si ha un racconto denso ed emozionante di italiani che si sono fatti valere in ogni campo, dall’architettura alla pittura, dalla moda (Pierre Cardin) fino allo sport con Molinari e Platini per restare solo al calcio.
Ma egualmente il libro ricorda come la Francia fu terra di protezione per tanti nostri connazionali, perseguitati durante il duro ventennio fascista, alcuni, come i fratelli Rosselli non ebbero scampo nemmeno lì, venendo assassinati dagli implacabili aguzzini di Mussolini. Ma la Francia, terra libera e tollerante fu il luogo ideale per tanti antifascisti che proprio da qui poterono preparare e costruire la vittoriosa resistenza. Un capitolo viene ad essi dedicato.
Infine nell’ultima parte Toscano si dedica alle emigrazioni in Francia, un tema caldo di questi tempi e che di recente è stato spinoso e controverso nel nostro paese, creando non pochi conflitti anche con l’Europa essendo in ogni caso, tema di divisione tra gli stessi italiani che sembrano aver dimenticato la propria storia che da nord a sud è stata segnata da grandi emigrazioni attraverso tutti gli oceani. Come opportunamente ci ricorda la scheda di presentazione del libro, che da mercoledi sarà nelle librerie: L’ultimo capitolo ricostruisce la storia di questa imponente e straordinaria emigrazione. Malgrado i periodi difficili e gli incidenti talvolta drammatici, milioni di italiani si sono integrati benissimo in Francia. Ma spesso il prezzo di questo successo è stato quello di dimenticare le origini. Oggi i discendenti di quei migranti vogliono riscoprire le proprie radici. Questo libro vorrebbe essere un tassello nel grande mosaico di una memoria da ritrovare e (finalmente) da valorizzare.
Ci sia consentita un’ulteriore riflessione, davvero conclusiva, anche oggi sono in molti i giovani italiani che vengono a lavorare in Francia. Si tratta di un’emigrazione spesso diversa, fatta con contenuti intellettuali che in altre epoche erano ai più preclusi. Si tratta forse, ed è il nostro auspicio, come di un’emigrazione considerata interna ad un grande paese che faticosamente va in costruzione e che si chiama Europa.
Nicola Guarino
Juliette Greco, inoltre non menzionata nel libro, è corsa!