Libri: “La varietà umana”, romanzo di Nicola Guarino (La Valle del Tempo edizioni)

“Qui tutto è buio, non si vede niente… come faccio a raccontare una storia con tutto questo nero, questo buio”. Già dalle primissime parole del romanzo – “La varietà umana”, Edizioni La Valle del Tempo – l’autore Nicola Guarino annuncia un viaggio a ritroso nella propria vita, una navigazione nel mare agitato dei ricordi e del presente. La sua storia è quella di un uomo che traccia l’inventario sentimentale delle speranze e delle disillusioni, degli amori perduti, delle passioni politiche, dei momenti felici e dolorosi che ha vissuto. Virginia Woolf scriveva: “Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria, di cui gli amici possono solo leggere il titolo”. Nicola Guarino osa andare oltre: vuole che i lettori non si fermino al titolo, sfoglia per loro le pagine della propria vita irrequieta mettendosi a nudo con una sincerità sorprendente, senza mai tentare di abbellirsi o di giustificarsi.

La prima diapositiva di questo percorso intimo inquadra il momento in cui il protagonista, Raimondo De Martino, vive la perdita della moglie Marisella, bianca in faccia e bianca nella camicia da notte, portata via in ambulanza verso l’ospedale dove i medici, simili ad astronauti nei loro scafandri, combattono contro un nemico invisibile. Il Covid non viene mai nominato, ma non ce n’è bisogno, la sua presenza è riconoscibile, inequivocabile. Marisella muore sola, come forse era sempre stata nella sua vita. E lui, l’uomo che ha vissuto con lei per tanti anni, si ritrova a sua volta solo, in una casa improvvisamente invasa dal silenzio, interrotto soltanto da una telefonata formale dall’ospedale che gli comunica che “Marisella non è più”. Smarrito, Raimondo avverte dentro di sé un vuoto difficile da definire, “che non saprei dire se fosse già lutto o ebbrezza di libertà”. L’affetto dei figli, che si preoccupano per lui e lo esortano a non rinchiudersi nel dolore, non basta a rassicurarlo: ha bisogno di capire, di fare i conti con sé stesso, con quel passato che – diceva Oscar Wilde – “non si può cancellare perché nel bene o nel male ci ha reso quel che siamo oggi”.

Ed ecco infatti (è uno dei momenti più suggestivi del romanzo) che il Passato si presenta, in carne ed ossa. Raimondo lo incontra uscendo di casa, seduto su una sedia pieghevole nel pianerottolo. È un uomo con i capelli lisci e lucidi, dalle lunghe braccia ossute. “Buongiorno”, dice semplicemente: “Sono il Passato”. È una figura inquietante, l’uomo nero, il ragioniere della vita, il contabile che non fa sconti. Raimondo è disorientato, scappa via, chiede l’aiuto della polizia, poi torna a casa e per liberarsi dell’intruso gli offre cinque euro, come fosse un clochard. Ma il Passato non si lascia scacciare, gli rimane attaccato addosso come un’ombra fedele che non si può cancellare, compagno invisibile e ostinato di ogni istante.

Si apre così, fra sogno e realtà, il viaggio nel tunnel dei ricordi. Affiorano le immagini dell’infanzia sotto il sole accecante di Napoli, le prime avventure amorose segnate dall’ansia e dall’eccitazione, il primo viaggio a 18 anni a Santo Domingo, contro il volere del padre e della fidanzatina (“Se ci vai, puoi mettere una croce su di me”). Riappaiono le figure femminili che hanno attraversato la sua vita: Virginia che a vent’anni sapeva già come è fatto il mondo (“Ma tu che ne sai di me, i nostri mondi sono così lontani!”), Alice che gli diceva “tu morirai solo perché sei solo e anche se mi abbracci non sarà mai vero”, e poi Elisa, presenza sfuggente tra i vicoli di Forcella che gli diceva “Io non sto con te, io sono libera”, e Arianna che dipanava per lui un filo rosso per segnalare l’assenza del marito…

Nicola Guarino

Il romanzo si arricchisce anche di una significativa dimensione politica scavando fino alle radici del post-sessantotto,quando essere comunisti ci faceva sentire dei privilegiati, degli eroi, dei predestinati”. Raimondo rivive le riunioni nelle sezioni di partito in stanze prive di finestre, irrespirabili, sature di fumo e discussioni interminabili, dove prevaleva chi era capace di parlare atteggiandosi a rivoluzionario, mentre lui, troppo timido, rimaneva in disparte snobbato dalle ragazze. Il fervore della militanza comunista, racconta Guarino, si spegne per lui con l’assassinio di Aldo Moro: “Quel giorno finì per me l’avventura della sinistra libertaria, l’estrema sinistra scomparve e la favola dei compagni che sbagliano si dissolse. Prima la delusione ideologica, la mancata realizzazione del compromesso storico, poi la rapida, crescente consapevolezza dell’uso privato che i caporioni del partito facevano del loro partito: cos’altro dovevo vedere o sentire?”.

L’ultima diapositiva di questa galleria introspettiva sull’identità e la complessità della “varietà umana”, si ricollega alla prima, all’immagine della moglie morta in solitudine in una stanza d’ospedale. Raimondo si raccoglie sulla tomba di Marisella al cimitero. Pulisce la lapide, sistema i fiori. Poi, commosso e turbato al ricordo dei tradimenti commessi in segreto, le chiede se è disposta a perdonarlo. Lei si stupisce: perdonarlo di che? “Abbiamo fatto tante cose insieme, abbiamo dei figli, dei nipoti, ci siamo amati. E quando ci si è amati, non c’è nulla da perdonare”. Il romanzo si conclude con questa frase rasserenante: è attraverso un perdono postumo, pronunciato su una tomba, che l’autore riconcilia finalmente il Passato con il presente, liberandosi dalla paura e dall’angoscia.

Giovanni Serafini

“La Varietà Umana” di Nicola Guarino, edito da La Valle del Tempo di Napoli, 200 pagine – 16€
Scheda del libro sul sito dell’editore

A Parigi, il libro è disponibile a La Libreria (si puo’ trovare anche su internet Amazon, ecc)


❤️Incontri con l’autore a Parigi:

  • 5 dicembre p.v. ore 19 La Libreria à Paris 89, rue Faubourg Poissonière 75009 Parigi in compagnia di Paolo Romani;
  • 12 dicembre p.v. ore 19 Maison d’Italie – Cité universitaire  7/A Boulevard Jourdan 75014 Parigi in compagnia di Roberto Giacone.

Ed ecco a voi il booktrailer del libro realizzato da Ruggiero Cilli /SamhainBaucogna/ImageNuevaProd.

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Giovanni Serafini
Nato a Bologna, laureato in Lettere Moderne, dopo essere stato assistente universitario ha scelto la via del giornalismo. Assunto dal “Resto del Carlino” come redattore delle pagine cultura e spettacolo, promosso successivamente inviato speciale con base a Roma, nel 1984 diventa corrispondente da Parigi per i quotidiani “Il Resto del Carlino”, “La Nazione” e “Il Giorno”. Dal 2001 al 2004 ha diretto il quotidiano francese “France Soir”. Nel 2007 e 2008 ha creato e diretto “Settegiorni’”, settimanale allegato al quotidiano “Nice Matin”. Collabora al sito L’Italie en direct. Nel 2018 gli è stato attribuito il premio “Guidarello” per il giornalismo culturale.

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