Sarà stato l’effetto Trump, ma i premi Oscar 2019 assegnati a Los Angeles, California, presso il Dolby Theater, mai come quest’anno hanno avuto una connotazione antirazzista. Lo spettacolo, che per la prima volta si è svolto senza un conduttore ufficiale (segno dei tempi? Timore di battute irriverenti? Centra il periodo femminista #meetoo?), è filato via liscio, anche un po’ in maniera monotona, tranne qualche guizzo emozionante, come l’esibizione all’inizio del gruppo dei Queen insieme al cantante Adam Lambert per ricordare Freddy Mercury e in supporto al film “Bohemian Rapsody” in concorso con le sue cinque nominations. O ancora quando sul palco si sono esibiti Lady Gaga e Bradley Cooper, per cantare insieme la canzone “Shallow” composta dalla stessa cantante per il film “A Star in born” e poi vincitrice della statuetta per la miglior canzone.
Lady Gaga e Bradley Cooper cantano ‘Shallow’ agli Oscars
E ancora c’è stato davvero un irrefrenabile momento di gioia quando l’attore Samuel L. Jackson ha annunciato che l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale era stata assegnata al regista Spike Lee per il film “BlacKkKlansman”. Lee nel suo discorso di ringraziamento si è lanciato in un’invettiva contro le barriere culturali che si stanno alzando nel mondo, e soprattutto in America, sui sacrifici della gente di colore che dai secoli bui delle deportazioni, dello schiavismo e della segregazione razziale, sono riusciti, nonostante tutto, a fare grande gli Stati Uniti, e a formare un popolo unito in grado anche di farsi valere nella cultura e nell’arte, come lo stesso regista ha dimostrato con la sua carriera artistica.
E poi la “standing ovation” per la cantante e attrice Barbra Streisand che ha elogiato il film di Lee, mente il ringraziamento più sincero e toccante è stato quello dell’attore di origini egiziane Rami Malek, che ha ricevuto la statuetta come miglior attore per aver interpretato con impressionante rassomiglianza Freddy Mercury (il cantante era originario di Zanzibar e i suoi genitori erano di etnia parsi) nel film di Bryan Singer “Bohemian Rapsody” (premiato anche per il miglior montaggio, sonoro e montaggio sonoro).
Il momento della multiculturalità che non può avere barriere è stato ribadito nel discorso in spagnolo dell’attore Javier Bardem che annunciava il miglior film in lingua straniera, “Roma” del messicano Alfonso Cuaròn, che è salito sul podio tre volte per ritirare le statuette (miglior fotografia, film in lingua straniera, regia). Il film, prodotto da Netflix, era stato visto per la prima volta lo scorso anno a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia e da subito è stato considerato un film da Oscar. Si pensava che facesse incetta di statuette, invece quella come miglior film gli è stata soffiata dalla pellicola “Green Book” di Peter Farrelly, con la sua storia antirazzista ambientata nel profondo sud degli Stati Uniti negli anni Sessanta e che racconta l’amicizia tra un buttafuori italoamericano, l’attore Viggo Mortensen, e un pianista afroamericano nell’America negli anni sessanta, interpretato da Mahershala Ali, che ha anche ottenuto l’Oscar come miglior attore non protagonista.
E’ la seconda volta che l’attore riceve una statuetta in questa categoria per la migliore interpretazione. La prima volta era stata nel 2017 per il film drammatico “Moonlight” del regista Barry Jenkins. E al nuovo film di Barry Jenkins “Se la strada potesse parlare”, basato su un romanzo dello scrittore di William Baldwin edito nel 1974, è andato all’interprete di colore Regina King il premio per la miglior attrice non protagonista per il ruolo di Sharon Rivers.
Antirazzismo e “black power” sono gli ingredienti della pellicola di fantascienza “Black Panther” diretta da Ryan Coogler e basata sul personaggio a fumetti di Pantera Nera della Marvel Comics, interpretato nel film dall’attore Chadwick Boseman. Il film ha vinto i premi per costumi, scenografia e colonna sonora originale e sono stati i primi Oscar mai vinti da un film dei Marvel Studios. Ed è stata anche la prima volta di una vittoria per un film d’animazione non targato Disney. Infatti la pellicola “Spider-Man: Un nuovo universo”, diretta da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman è stata prodotta dalla Sony e Columbia Pictures basandosi sui personaggi creati da Stan Lee. Nel film si narrano le vicende di un giovane super-eroe di origini ispaniche che deve salvare New York City insieme ad altri uomini e donne ragno dei fumetti Marvel provenienti da universi alternativi. Tra i disegnatori c’è anche un’italiana: la trentaseienne marchigiana Sara Pichelli.
Per ultimo è doveroso citare l’Oscar come miglior attrice protagonista, andato all’inglese Olivia Colman, per la sua efficace interpretazione della regina Anna di Gran Bretagna nella pellicola in costume “The Favourite” del regista greco Yorgos Lanthimos. Tuttavia per questo film, molto apprezzato dalla critica per la sua arguzia nel descrivere gelosie e brama di potere tra donne alla corte d’Inghilterra (breve anche le altre interpreti Rachel Weisz ed Emmas Stone) ci si aspettava qualcosa in più.
La Colman, che presto vedremo nel ruolo della regina Elisabetta nella terza stagione della serie “The Crown” targata Netflix, ha battuto l’attrice Glenn Close, che era favorita per il film “The wife”, che invece è rimasta ancora una volta esclusa dopo la sua settima nomination. Così come l’attore Christian Bale e il film politico “Vice” di Adam McKay, sulla biografia del politico Dick Cheney, vicepresidente nel periodo di Geroge W. Bush Jr. La pellicola si è dovuta accontentare del premio per il miglior trucco; e bisogna ammettere che la trasformazione dell’attore Bale con il trucco in Cheney è davvero impressionante.
Andrea Curcione
I premi Oscar 2019
Miglior film: “Green Book”
Miglior regia: Alfonso Cuàron (“Roma”)
Miglior attrice protagonista: Olivia Colman (“The Favourite”)
Miglior attrice non protagonista: Regina King (“Se la strada potesse parlare”)
Miglior attore protagonista: Maershala Ali (“Green Book”)
Miglior film straniero: “Spider-Man: Un nuovo universo”
Miglior corto d’animazione: “Bao”
Miglior sceneggiatura originale: “Green Book”
Miglior sceneggiatura non originale: “BlacKkKlansman”
Miglior colonna sonora originale: “Black Panther”
Miglior canzone originale: “Shallow” (“A Star is Born”)
Miglior montaggio: “Bohemian Rapsody”
Miglior fotografia: “Roma”
Miglior scenografia: “Black Panther”
Migliori costumi: “Black Panther”
Migliori effetti speciali: “First Man”
Miglior trucco: “Vice”
Miglior editing sonoro: “Bohemian Rapsody”
Miglior mix sonoro: “Boehmian Rapsody”
Miglior cortometraggio: “Skin”
Miglior corto documentario: “Period. End of Sentence”
Miglior documentario: “Free Solo”